L’immagine della "Gerusalemme celeste" in presentazione del vertice di Gerusalemme nel sito Internet dedicato all’evento. Questo vertice storico dei tre movimenti più i bellicisti degli Stati Uniti e di Israele segna l’ufficializzazione del "teopolitica".

"Israele è l’alternativa morale al totalitarismo orientale ed al relativismo morale occidentale. Israele è il "Ground Zero" della battaglia centrale della nostra civilizzazione per la sua sopravvivenza. Israele può essere salvato, ed il resto dell’occidente con lui. È tempo di collegarci a Gerusalemme". Così è redatto l’appello del vertice di Gerusalemme, conclusosi all’hotel King David.

L’alleanza di tre fanatismi

Questa manifestazione, che riunisce i principali capi della destra estrema israeliana e delle destre estreme religiosa e militare statunitensi, ha permesso di fondare un think tank internazionale degli amici di Israele. Sarà composto da personalità intellettuali e da capi spirituali capaci di opporre un discorso radicato nei valori morali superiori a quelli dei governi che rappresentano le masse senza coscienza.

Non si tratta, né più né meno, che di collegare tre gruppi diversi:
1) I "guerrieri freddi" di Washington. Spesso formati al gabinetto del senatore democratico Henry Scoop Jackson, hanno appartenuto al più alto livello all’apparato di Stato durante la guerra fredda (CIA, stato maggiore interarmi, Consiglio nazionale di sicurezza). Avendo gradualmente raggiunto il partito repubblicano ed identificandosi con la lobby industrial-militare, sono raccolti nell’ambito del Center for Security Policy (vedere l’indagine di Reseau Voltaire).

2) I membri "della famiglia". Un gruppo di cristiani fondamentalisti che, durante la guerra fredda, ha fornito l’argomentazione ideologica contro il comunismo ateo, e di cui i pastori Bill e Franklin Graham sono i portavoce. La loro sede è situata nella proprietà dei Cedri a lato del pentagono.
3) Il partito israeliano d’Unione Nazionale, composto da Ichud Leumi e Yisrael Beiteinu, che militano per l’annessione dei territori occupati e la creazione della Grande Israele. Questo partito è finanziato da "uomini d’affari" d’origine russa.

Sono molti anni che questi tre gruppi hanno richiamato la necessità di politiche convergenti. Hanno spesso collaborato, ma è la prima volta che lavorano tutti e tre insieme e si dotano dei mezzi necessari alla condotta di una strategia comune.

Sotto l’alto patronato della mafia russa

Tecnicamente il vertice è stato organizzato da Dmitry Radyshevsky in nome della Fondation Michael Cherney. M. Cherney è una delle figure più controverse del mondo degli affari. Partito dal nulla, fece fortuna in Russia sotto l’era Eltsine, "comperando" a prezzi stracciati le principali aziende produttrici d’alluminio e creando il TransWorld Group. Ben presto considerato, a torto o a ragione, come il "padrino dei padrini della mafia russa", Michael Cherney mosse una parte delle sue attività verso la Bulgaria dove diventò il principale investitore. Sviluppò la società di telefoni cellulari Mobiltel e sponsorizzò il principale gruppo di calcio bulgaro. Tuttavia, nell’agosto 2000, fu accusato di complotto contro la sicurezza dello Stato e gli fu proibito il soggiorno in Bulgaria. Si rifugiò allora in Israele, dove aveva già trasferito una parte della sua fortuna. Dopo essere stato proseguito in giudizio per il suo ruolo supposto alla testa della mafia russa, fu bruscamente riabilitato e diventò il principale fornitore dell’industria militare israeliana.

Il vertice di Gerusalemme è stato aperto sabato 11 ottobre 2003 da un pranzo di gala presieduto da Avigdor Lieberman, il ministro dei trasporti del governo Sharon e presieduto da Yisrael Beiteinu. Ex direttore di gabinetto di Netanyahu, Lieberman fu il principale difensore di Michael Cherney e del suo amico Mark Rich, Presidente di Glencore. Secondo lui, i due uomini di affari d’origine russa "erano perseguitati" dal direttore della polizia giudiziaria, il generale Moshe Mizrachi, che li accusava a torto di essere padroni del crimine organizzato.

Salvare la civilizzazione di fronte al "fallimento morale dell’ONU " ed ai pacifisti i "demoniaci"

Ecco dunque venuto il tempo della "teopolitica", cioè di una politica applicata sulla base di informazioni ricevute per ispirazione divina, fondata su una lettura fondamentalista delle "scritture". Non è più l’opera di un clero, ma di un gruppo di "saggi" autoproclamati, "i neo-conservatori", nella linea del loro maestro di pensiero, il filosofo Leo Strauss.

Domenica mattina, una serie di oratori ha descritto la crisi morale del mondo moderno ed ha raccomandato di rigenerarlo guardando verso Israele. Oltre ai tre ministri in carica (Ehud Olmert, Benjamin Netanyahu, Uzi Landau), si sono potuti ascoltare i dirigenti delle grandi organizzazioni sioniste (congresso ebraico mondiale, organizzazione sionista americana) e delle sette statunitensi (ambasciata cristiana internazionale di Gerusalemme, centro d’etica e di politica di Elliot Abrams). Costoro si sono adoperati nella denuncia del "fallimento morale dell’ONU" e della "posizione del problema dei profughi " da parte dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Aiuto ai Profughi Palestinesi (USLNU).

Il pomeriggio ha dato luogo a dibattiti di alto livello sull’immoralità dell’antisionismo, sull’odio del sionismo nei confronti dei musulmani, ed sul ruolo "demoniaco" dei pacifisti. Il giorno di lunedì è stato dedicato a dimostrare che la minaccia che pesa su Israele è il paradigma del pericolo islamista pesante sul "mondo libero". Nel corso dei dibattiti organizzati dal Jewish Institute for National Security Affairs (JINSA), Yossef Bodansky (biografo di Bin Laden) e Daniel Pipes (il teorico dell’islamofobia) hanno portato la loro "competenza" in sostegno alle analisi degli ufficiali superiori israeliani. Il martedì, i membri del Congresso hanno studiato i mezzi per mettere i mass media occidentali "al servizio della verità".

La nuova crociata: dopo l’URSS, l’islam

Il mercoledì si tenne il momento più importante del vertice. Si è discusso sulla pace. Frank J. Gaffney Jr., il coordinatore dei "falchi", aveva fatto il viaggio da Washington per denunciare il pericolo islamico. Benny Elon, il ministro del turismo, è venuto a ripetere la sua determinazione "a cancellare" Arafat. Si verificò allora il clou dello spettacolo con standing ovation: la consegna del Premio Henry Scoop Jackson a Richard Perle. Questo premio porta il nome del senatore democratico Jackson (1912-1983), di cui Perle fu l’assistente parlamentare. Egli si rese famoso garantendo l’impiego della bomba atomica (il cui suocero di Perle era il teorico), raccomandando per primo lo sviluppo della "guerra stellare", e condizionando gli scambi agricoli con l’URSS che finiscono al popolamento di Israele da parte di ebrei sovietici.

Nel suo discorso, Perle si è lungamente rallegrato per l’adozione da parte del governo Sharon della dottrina Bush della guerra preventiva e della guerra contro gli stati che sostengono il terrorismo. Quindi ha applaudito l’incursione israeliana della settimana precedente, presentata come la distruzione di un campo terroristico in Siria. Soprattutto, Richard Perle si è occupato di denunciare l’Accordo di Ginevra, concluso questa settimana tra l’OLP ed un gruppo di laburisti riunito attorno a Yossi Beilin con il sostegno di democratici statunitensi e di laburisti britannici.

Esiste in effetti un’alternativa alla teopolitica del vertice di Gerusalemme: la pace.

Traduzione de Ernesto Carmona, http://www.comedonchisciotte.org