Mahmoud Abbas, presidente de facto dell’Autorità palestinese [1], è andato negli Stati Uniti. Ha incontrato soprattutto una trentina di leader di organizzazioni ebraiche e sioniste (ivi compresa la Israel Public Affairs Committee, la Anti-Defamation League e la Conferenza dei Presidenti delle Maggiori Organizzazioni Ebraiche), e il presidente Barack Obama.

Durante questi incontri, ha detto: Due serie di colloqui ravvicinati sono state dirette da George Mitchell tra Israele e l’Autorità palestinese, per promuovere la "soluzione dei due Stati". L’Autorità palestinese non transigerà sul fatto che Gerusalemme Est sia la capitale dello Stato palestinese. Ma accetta, tuttavia, il principio di uno scambio di territori, anche se, a questo punto, non c’è accordo concreto in tal senso.

"Non negherò mai il diritto del popolo ebraico sulla terra d’Israele" [2], una formula che riconosce l’ammissibilità degli ebrei di tutto il mondo alla nazionalità israeliana, mentre 7 milioni di palestinesi sono apolidi.

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[1] Il mandato del presidente Mahmoud Abbas andava dal 15 Gennaio 2005 al 9 gennaio 2009. E’ rimasto al potere, senza un mandato elettorale, oltre tale data. Tuttavia, legalmente, in assenza di elezioni, la presidenza ad interim spetta al dirigente del Consiglio legislativo palestinese. Quest’ultimo, Aziz Duwaik, è dunque il presidente de jure dell’Autorità palestinese.

[2] La corretta citazione: "I would never deny Jewish right to the land of Israel".

Traduzione di Alessandro Lattanzio