Il presidente Dmitrij Medvedev ha iniziato una purga nell’apparato regionale della Federazione russa per eliminare i putiniani. Prima vittima, il sindaco della capitale, Jurij Luzhkov, che aveva osato criticare il presidente in un articolo d’inizio settembre, e aveva espresso il desiderio della rielezione di Vladimir Putin.

E’ stato immediatamente sottoposto a una campagna diffamatoria orchestrata dal Cremlino nella televisione pubblica. Molti programmi lo avevano accusato di corruzione e traffico d’influenza a vantaggio di sua moglie, Elena Baturina, la donna più ricca del paese. Lunedi’, una trasmissione che presentava la sua difesa era stata interrotta.
Pressato dal presidente Medvedev a dimettersi, Luzhkov aveva rifiutato, nonostante le offerte per trovargli nuove responsabilità e di riassumere molti dei suoi collaboratori. Fiducioso, ha trascorso i suoi fine settimana in Austria e ha continuato le sue visite ufficiali, in programma per ottobre, a Monaco di Baviera, Hanoi e Astana. Numerose personalità del mondo della cultura gli avevano dato il loro sostegno. Martedì, 28 Settembre 2010, è stato dimesso con decreto presidenziale per il solo motivo di "aver perso la fiducia" di Medvedev.
Personalità pittoresca, Luzhkov in 14 anni ha trasformato la capitale della Federazione Russa, che era una città noiosa e depressa, in una delle più dinamiche e prospere del pianeta. Nella sua qualità di sindaco di Mosca, Jurij Luzhkov è stato un alleato indispensabile di Putin, per evitare il licenziamento e anche il suo eventuale arresto.

Proseguendo le purghe, il presidente Medvedev dovrebbe licenziare i governatori regionali Boris Gromov (Mosca), Dmitrij Zelenin (Tver), Leonid Polezhaev (Omsk) e Viktor Kress (Tomsk), prima di dirigere gli attacchi contro il primo ministro Vladimir Putin e il suo governo.

[Foto: L’ultima uscita di Luzhkov come sindaco di Mosca, Lunedi in una conferenza organizzata dall’UNESCO.]

Traduzione di Alessandro Lattanzio