In una dichiarazione pubblicata a margine dell’undicesimo vertice dell’organizzazione, i nove paesi membri dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) ha respinto la "sistematica politica di ingerenza e destabilizzazione" che cerca di "imporre con la forza un cambiamento di regime al popolo siriano".

La risoluzione dei membri dell’ALBA condanna "gli atti di violenza armata che dei gruppi paramilitari sostenuti da potenze straniere,
hanno lanciato contro il popolo siriano
".

I capi degli Stati membri della organizzazione di integrazione latino-americana, hanno espresso il proprio sostegno alla "politica nazionale di riforma avviata dal governo del presidente Bashar al-Assad, che cerca di trovare una soluzione politica alla crisi attuale", " nel rispetto della sovranità del popolo siriano e dell’integrità territoriale della Siria".

Gli stati atlantisti e del del Golfo, cosى come i loro relè della comunicazione, accusano il governo siriano di reprimere nel sangue una protesta pacifica. Invece, il governo siriano dice che questi stessi paesi occidentali sostengono gruppi armati che effettuano operazioni di sabotaggio nel Paese, che hanno provocato la morte di diverse migliaia di cittadini, civili e militari. Gli osservatori della Lega Araba hanno invalidato le accuse dei loro governi e hanno parzialmente convalidato il punto di vista siriano.

Anche se il cinismo che comporta la realizzazione di una strategia di destabilizzazione puٍ lasciare increduli gli europei, non è la stessa cosa per i latinoamericani. Li vi è stato l’episodio dei "Contras", che è ancora fresco nella loro memoria, e il parallelo con la situazione siriana è immediato.

Questi gruppi armati (in spagnolo: "contro-rivoluzionari") erano stati sostenuti e addestrati prima dalla dittatura argentina, come contractor, e poi direttamente dalle amministrazioni Carter e Reagan per rovesciare il governo socialista del Nicaragua, durante gli anni ’80. Conducevano incursioni contro l’economia e la popolazione del Nicaragua da basi arretrate, situate in Honduras.
I risultati di questa falsa guerra civile, organizzata dagli Stati Uniti contro uno stato e un popolo sovrani, sono stimati a 57 000 vittime, tra cui 29.000 morti.

I ministri degli esteri della NATO e del GCC moltiplicano le dichiarazioni contro la Siria, ai loro occhi "più isolata che mai."

Traduzione di Alessandro Lattanzio