La Corte Suprema israeliana ha respinto, il 6 giugno 2012, il ricorso proposto da Mordechai Vanunu per la cancellazione della sua cittadinanza israeliana. La Corte ha ritenuto che il ricorso non era stato fatto secondo la procedura corretta. Ci è voluto un anno per il sistema giuridico israeliano per informare il richiedente e i suoi avvocati che non aveva usato il "canali appropriati".

Vanunu è il primo cittadino israeliano ad avvalersi della nuova legge denominata "revoca della cittadinanza israeliana." Questo permette ai giudici di liberare gli israeliani dalla loro cittadinanza, se sono stati condannati per "spionaggio" o "tradimento".

Quindi, l’ingegnere in Dimona, Mordechai Vanunu, è stato l’uomo che ha rivelato nel 1986 l’esistenza del programma nucleare israeliano. Aveva, in quel momento, permesso di confondere lo Stato israeliano, i cui leader avevano dichiarato pubblicamente che volevano un Medio Oriente "libero dal nucleare". Rapito dal Mossad in Europa, dopo aver parlato con i giornalisti, fu processato a porte chiuse e imprigionato per diciotto anni.

"Sono stato tenuto in isolamento, diciotto anni, undici anni e mezzo in isolamento. Il primo anno hanno collocato delle videocamere nella mia cella. Hanno lasciato la luce accesa per tre anni consecutivi. Le loro spie mi hanno sempre colpito, mi impedivano di dormire. Sono stato sottoposto a trattamenti crudeli; hanno cercato di spezzarmi. Il mio obiettivo era di tenere, per sopravvivere. E ci sono riuscito". [1]

Nel 1999, trentasei membri della Camera dei Rappresentanti statunitense aveva firmato un appello per la sua liberazione dicendo che era loro dovere "mobilitarsi per uomini e donne come Mordechai Vanunu, perché ha il coraggio di esprimere una visione intelligente per l’umanità."

Dalla sua "liberazione", Vanunu è soggetto a diverse gravi restrizioni alla sua libertà di espressione e di movimento. Nel 2007 è stato condannato a 6 mesi di reclusione in carcere e sei mesi di sospensione condizionale della pena, per aver infranto la sua "promessa di silenzio". Gli è infatti vietato di lasciare il paese e parlare con “estranei” senza il consenso dell’esercito.
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Profondamente scioccato dal comportamento dello Stato "ebraico", Vanunu si è convertito al cristianesimo e ha chiesto di essere privato della cittadinanza israeliana.

"Ero in carcere, sono stato rilasciato, e anche ora, dopo 26 anni, ancora non mi permettono di partire. Voglio che si cancelli la mia cittadinanza, così che possa iniziare la mia vita", ha detto dopo la decisione del tribunale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

[2«Israël : Mordechaï Vanunu condamné pour avoir pris la parole», par Osama Lofty, Réseau Voltaire, 3 juillet 2007.