La corte penale di Parigi ha accolto, il 10 gennaio 2013, l’ottava richiesta per il rilascio di Georges Ibrahim Abdallah.

Il militante rivoluzionario libanese, membro del PSN e successivamente del FPLP, è stato condannato al carcere a vita da una "Corte d’Assise speciale" per complicità nell’assassinio dell’addetto militare statunitense in Francia, Charles R. Ray (18 gennaio 1982) (dalla doppia nazionalità USA-Israele), e del capo del Mossad a Parigi, Yacov Barsimentov (3 aprile 1982). I giudici francesi hanno riconosciuto che non era direttamente coinvolto in queste operazioni, ma è stato trattato come un corresponsabile, per aver rivendicato il suo ruolo di comandante della Fazione dell’esercito rivoluzionario libanese (FARL).

La FARL ha condotto la guerra per la liberazione della patria libanese, occupata all’epoca dalle truppe francesi, statunitensi e israeliane, e per la creazione di uno Stato palestinese. Secondo la legge francese, Georges Ibrahim Abdallah avrebbe dovuto beneficiare della libertà condizionata all’inizio del 2002. E’ stata concessa nel novembre 2003 dal tribunale competente, e poi respinta a seguito di un ricorso del Ministero della Giustizia francese, su espressa richiesta del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Da allora, i successivi ministri francesi sono stati soggetti a ripetute richieste di Washington, che hanno ostacolato la sua liberazione.

Il procuratore generale, Christiane Taubira, smarcandosi dai suoi predecessori ha firmato il documento per il rilascio. Ex-attivista per l’indipendenza della Guyana, finché non è cambiato lo status del territorio, ha sempre denunciato l’illegittimità delle "Corti d’Assise speciali."

Tuttavia, la decisione è condizionata da un ordine di espulsione da adottare entro il 14 gennaio, poiché il ministro degli interni francese Manuel Valls ritiene di non firmare il documento per mantenere in custodia Georges Ibrahim Abdallah. Attivista sionista, Valls ha pubblicamente dichiarato "legame eterno con Israele".

In Libano, dove è considerato un eroe nazionale, si appresta ad accoglierlo; il suo comitato di sostegno ha indetto una manifestazione davanti all’ambasciata di Francia a Beirut fino al suo ritorno. Già ora, la residenza dell’ambasciatore è circondata dalla folla.

Traduzione di Alessandro Lattanzio