Una breve descrizione dei file. La scoperta chiave è una mail datata 24 dicembre 2012, inviata dal Business Development Director della Britam Defense, David Goulding, al Direttore operativo dell’azienda Doughty Phillip, un ex ufficiale delle SAS:

Phil Abbiamo una nuova offerta.

Si tratta di nuovo della Siria. Il Qatar propone un affare interessante e giuro che l’idea è stata approvata da Washington. Dovremo consegnare delle CW a Homs, proiettili (g-shell) di origine sovietica dalla Libia, simili a quelli che dovrebbe avere Assad. Vogliono che prendiamo il nostro personale ucraino, che dovrebbe parlare russo, per girare un video. Francamente, non credo che sia una buona idea, ma gli importi proposti sono enormi. La tua opinione?

Cordiali saluti

David

Per chiarire le cose, CW è un’abbreviazione standard per armi chimiche, ‘g-shell’ è una bomba composta da un proiettile esplosivo riempito di gas tossici. Tenendo conto del memorabile avvertimento di Barack Obama che l”uso o anche il trasporto di armi chimiche da parte del regime di Assad sarebbe una “linea rossa” che precipiterebbe l’intervento militare’, un messaggio che ha ribadito il mese scorso dopo l’elezione al secondo termine. L’operazione tracciata, se attuata, fornirebbe un pretesto ideale per l’intervento straniero in Siria. Israele ha espresso gli stessi avvertimenti la scorsa settimana.

Chi interpreterebbe il video della consegna di CW a Homs? Il testo della email indica chiaramente che avrebbero usato personale ucraino della Britam per fabbricare il video. Scorrendo uno dei file craccati, (Britam HRM Expat Data Load Sheet August 2012.xlsx) abbiamo scoperto i dati personali di 58 cittadini ucraini che lavorano per la Britam Defence Ltd. in Iraq. Diversi dipendenti potrebbero non essere indicati nella cartella sul personale in Iraq, che conteneva le fotocopie dei passaporti di diversi altri ucraini. Ci sono anche alcuni serbo-croati e georgiani nella lista, che potrebbero anche loro passare per dei ‘russi’.

Dalla fine di dicembre 2012, fonti occidentali, israeliane e del Golfo hanno diffuso ‘voci’ su ‘truppe russe che combattono con Assad’ e ‘forze russe che assumono il controllo delle armi chimiche siriane’. Il giornale kuwaitiano al-Seyassah ha recentemente pubblicato un paio di “rapporti dell’intelligence occidentale che affermano che Assad ha già passato armi chimiche ai terroristi”. Il 15 gennaio l’US Foreign Policy Gazette pubblicava un ‘cablo segreto del dipartimento di Stato’ giungendo alla conclusione che ‘i militari siriani avrebbero utilizzato armi chimiche contro il proprio popolo, in un attacco mortale del mese scorso’. Molto probabilmente l’opinione pubblica viene preparata a dei figuranti in uniforme russa o di ‘soldati’ che parlano russo, che in un “video mozzafiato” presumibilmente commettono atrocità contro i civili nelle città siriane, o che vi impiegano gas tossici. In questo contesto non dobbiamo dimenticare i rapporti che circolano dall’anno scorso secondo cui i combattenti ribelli in Siria erano stati dotati di maschere antigas, e che erano disposti a scatenare un attacco chimico da attribuire poi al regime di Assad, per spianare la strada all’intervento militare della NATO.

Le informazioni sul reclutamento da parte dei servizi speciali occidentali e mediorientali di militanti dalle caratteristiche slave, per svolgere il ruolo di ‘mercenari russi presumibilmente catturati dai combattenti dell’opposizione siriana’, sono state pubblicate dai media russi a metà gennaio. Citavano una fonte bene informata che diceva che degli “attori” erano stati selezionati in Russia, Bielorussia e Ucraina. Tutti dovevano saper maneggiare armi e saper operare sistemi antiaerei. Secondo la sceneggiatura, dovrebbero riconoscere di fronte alle telecamere di esser stati reclutati dai servizi speciali russi con l’obiettivo di sostenere l’esercito di Bashar Assad. Inoltre, avrebbero dovuto dire di esser presumibilmente sbarcati in Siria da navi da guerra russe. Secondo la fonte, tutto questo sarà girato in Turchia o in Giordania, dove finte città in rovina siriane sono già state costruite per delle scenografie in scala reale. Scenari dello stesso tipo di quello che sarebbe stato utilizzato in Qatar, durante la guerra d’informazione contro la Libia nel 2011.

Sommando questi dati si può concludere che una provocazione in Siria è l’unica opzione rimasta ai guerrafondai. Avendo informazioni esaustive sulla reale situazione in Siria ed essendo consapevoli della incapacità dei corrotti gruppi ribelli di apportare una qualsiasi modifica significativa a Damasco, non avrebbero altra possibilità che assumere una mediocre agenzia di sicurezza privata inglese per svolgere un altro lavoro sporco. Non abbiamo alcun dubbio che le numerose tragiche “rivelazioni” sulle atrocità commesse dall’‘esercito pro-Assad’, che vengono ripetutamente diffuse su YouTube neegli ultimi due anni, siano state anch’esse ‘ordinate’ l’enorme contributo dei ‘berretti’ inglesi. L’ultima scoperta merita un’indagine approfondita e attenta considerazione dai vertici politici internazionali. E’ tempo che il Britamgate sia rimesso in scatola.

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Traduzione
Alessandro Lattanzio
(Sito Aurora)
Fonte
Oriental Review (Russia)