Dal colpo di Stato del 22 febbraio, perpetrato con l’aiuto e il sostegno della NATO, c’è la guerra tra il governo di Kiev e la popolazione legittimista dell’Oriente che ha già ucciso più di mille civili.

Contrariamente alla stampa atlantista, v’è un grande disastro umanitario. L’ambasciatore Churkin ha detto, il 24 giugno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: "Più di 450000 cittadini ucraini hanno attraversato il confine con la Russia. La maggior parte vive con parenti o amici, ma nelle regioni di confine oltre 220 rifugi temporanei sono stati installati, comprese tendopoli. Vi sono attualmente nei campi più di 19000 persone, di cui oltre 5500 bambini. Tuttavia, i distretti del centro-sud della Russia lottano per assorbire questo flusso, e nuovi centri sono stabiliti in altre regioni della Russia. In tutto il Paese, la gente raccoglie aiuti umanitari per la popolazione del sud-est dell’Ucraina.
Non nego che restiamo senza parole per l’indifferenza che mostrano in questo caso alcuni nostri colleghi del Consiglio, pure così inclini a giocare la carta umanitaria quando gli conviene politicamente
" [1].

La guerra si fermerà solo se i Paesi occidentali non continueranno a sostenerla. Ecco perché Comitato antimperialista, Collettivo Francia-Russia, edizioni Democrite, Comitato Valmy, Voce della Libia, Raduno per la Siria e Réseau Voltaire hanno organizzato una manifestazione a sostegno delle vittime della guerra nel Donbass, Sabato 5 luglio 2014 alle 15h, a Parigi, Place de la Republique.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

[1"Réunion du Conseil de sécurité sur l’Ukraine", Réseau Voltaire, 24 giugno 2014.