Secondo l’International Energy Agency, membro dell’OCSE, il bombardamento della Coalizione degli Stati Uniti dell’Emirato Islamico ha paralizzato il saccheggio del petrolio iracheno, ma non ha alcun effetto su quello del petrolio siriano [1].

Nel suo rapporto mensile, secondo l’AIE l’Emirato islamico ha venduto fino al 15 agosto 70000 barili al giorno, tra cui 10000 dalla Siria e 60000 dall’Iraq. Ne vende più di 20000 al giorno, equamente derubati ai due Paesi.

Secondo l’AIE, il petrolio rubato veniva in gran parte esportato attraverso il gasdotto tra Dura in Iraq e il porto di Ceyhlan in Turchia, e sui camion da campo Ajeel in Iraq al Kurdistan iracheno. Il numero di camion sarebbe decaduto da 120 a 10 al giorno.

I bombardamenti della coalizione degli USA sono iniziati con l’avvio della pulizia etnica nella zona sunnita dell’Iraq e della Siria. In nessun momento hanno colpito gli interessi strategici dell’Emirato islamico o influenzato il campo di battaglia. Non sono quindi volto ad impedire la pulizia etnica, ma a difendere gli interessi petroliferi occidentali in Iraq. In Siria, i bombardamenti non hanno diminuito la quantità di petrolio rubato, ma hanno privato l’Emirato Islamico della benzina.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

[1Oil Market Report, International Energy Agency, October 14, 2014