Secondo le Nazioni Unite, la produzione mondiale di eroina oscilla tra le 430 e le 450 tonnellate, di cui solo 340 arriverebbero sul mercato, il resto sarebbe distrutto o sequestrato [1].

I paesi produttori sono: l’Afghanistan (almeno 380 tonnellate), il Myanmar e il Laos (con 50 tonnellate).

Secondo John F. Sopko, ispettore generale speciale degli Stati Uniti per l’Afghanistan, gli sforzi di ricostruzione dell’Afghanistan sarebbero crollati davanti all’aumento delle culture di droga e lo sviluppo delle organizzazioni criminali. I produttori afgani avrebbero guadagnato 3 miliardi di dollari nel 2013 [2].

Dal 2010, le autorità russe accusano la NATO di esportare l’eroina afgana verso l’Europa [3].

Il passaggio dagli aerei gestiti dalla NATO a quelli controllati dagli jihadisti dell’Emirato islamico, per il traffico di droga, conferma dei legami tra le due organizzazioni. Questo, appena dopo che la famiglia Karzai ha lasciato la presidenza dell’Afghanistan il 29 settembre 2014 [4].

L’Emirato islamico usa dei cocktail di droga per condizionare i suoi combattenti, secondo dei protocolli che sembrano essere stati definiti dalla CIA [5].

Secondo il Servizio Federale Russo di Controllo di Stupefacenti (FSKN), più della metà dell’eroina consumata in Europa proviene ormai dall’Afghanistan, tramite l’Emirato islamico [6].

Traduzione
Federico Vasapolli

[1"Trafic de stupéfiants", Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, sito consultato il 29 novembre 2014.

[3"Papavero: la Russia accusa la responsabilità della NATO", Rete Voltaire, 8 marzo 2014.

[4"L’opium, la CIA et l’administration Karzai», di Peter Dale Scott, Rete Voltaire, 10 dicembre 2010. "Il partner afghano di Monti", Rete Voltaire, 9 novembre 2012.

[5"Chi e come manipola gli jihadisti?", di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 24 novembre 2014.