In occasione di un discorso pronunciato davanti ai Bassijis (giovani miliziani) e ritrasmesso dalla televisione pubblica, l’ayatollah Ali Khamenei, Guida della Rivoluzione iraniana, ha annunciato che il suo Paese reagirà immediatamente se il senato USA confermerà l’adozione di nuove sanzioni contro l’Iran, votata dalla Camera dei rappresentanti [1].

Benché le sanzioni di ONU, Unione Europea e Stati Uniti siano state revocate in applicazione dell’accordo 5+1 [membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU con potere di veto – Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina – più la Germania, ndt] sul programma di ricerca nucleare iraniano, la Camera dei rappresentanti USA ha votato le medesime sanzioni invocando nuove ragioni. Ora si tratta, ufficialmente, di punire l’Iran perché non rispetta i diritti dell’uomo, perché sostiene la resistenza palestinese e quella libanese, che Washington considera “terroriste”, e per il suo programma di missili balistici.

L’ayatollah Khamenei ha affermato che, ancorché giustificato con altre motivazioni, un prolungamento di 10 anni delle sanzioni USA sarebbe sicuramente una violazione dell’accordo 5+1.

Il 14 novembre 2016 la Camera dei rappresentanti ha approvato una proposta di legge di rinnovo delle sanzioni contro l’Iran e di annullamento delle operazioni compiute nel periodo di sospensione (H. Res. 921, H. R. 5711, H. R. 5982).

Con il prossimo cambio di amministrazione, la decisione del Congresso potrebbe non avere seguito. In una conferenza tenuta il 1° dicembre 2015 davanti il Westminster Institute della Virginia, Mike Pompeo, futuro direttore della CIA, ha però dichiarato di considerare l’ayatollah Khomeini e la Rivoluzione antimperialista iraniana il «Male assoluto» [2].

Traduzione
Rachele Marmetti

[2Dealing with Iran in a Post-Deal World”, Mike Pompeo, Westminster Institute, Decembre 1, 2015.