Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konachenkov, ha denunciato il 6 ottobre 2017 che gli eserciti statunitense, britannico e norvegese offrono sostegno a Daesh nella zona d’al-Tanif (confine tra Siria e Giordania) [1].

Secondo Konachenkov, «I rappresentanti del Pentagono hanno affermato a più riprese che gli istruttori statunitensi, britannici e norvegesi, che sono coperti dall’aviazione tattica e da un sistema di lanciarazzi multiplo, formavano i combattenti dell’Esercito Siriano Libero (ESL). In realtà la località di al-Tanif si è trasformata in un “buco nero” di 100 chilometri di raggio, lungo il confine tra Siria e Giordania. In realtà non si tratta di soldati dell’ESL, bensì di gruppi mobili di Daesh che, saltando fuori quando nessuno se l’aspetta, compiono attacchi terroristici e destabilizzanti contro le truppe siriane e i civili».

Durante la notte tra il 27 e il 28 settembre, circa 300 combattenti di Daesh, partiti dalla località di Rukban a bordo di diversi 4X4, hanno raggiunto la città di Al-Qaryatayan, nella provincia di Homs. Un commando di Daesh, prosegue Konachenkov, «è stato in grado di aggirare le postazioni di truppe siriane nascoste nei dintorni della località d’al-Busairi, ma la fortuna non c’entra per nulla». Il portavoce spiega che i terroristi erano in possesso delle coordinate precise delle postazioni siriane, «che si possono ottenere solo grazie a ricognizioni aeree e dopo un’elaborazione di specialisti. Le coordinate sono state accuratamente trasmesse per essere utilizzate in sabotaggi e atti di terrorismo».

Due settimane fa il ministero della Difesa russo aveva diffuso immagini satellitari che dimostrano la coesistenza pacifica di Daesh e delle Forte della NATO nella zona controllata dagli Stati Uniti [2].

Traduzione
Rachele Marmetti