Il 23 ottobre scorso, a Washington, l’Hudson Institute ha organizzato un dibattito dal titolo: «Contrastare l’estremismo violento: il Qatar, l’Iran e i Fratelli Mussulmani».

L’Hudson Institute è un organismo di previsione, creato dal futurologo Heman Kahn. Vi fanno parte molti adepti del filosofo Leo Strauss.

Il pubblico era composto da alte personalità, membri del Congresso e dell’amministrazione, ambasciatori e giornalisti.

L’ex direttore della CIA e segretario della Difesa, Leon Panetta, e il suo successore, David Petraeus, dovevano prendere di mira l’Iran e sostenere invece il Qatar e i Fratelli Mussulmani.

Per fare bella figura, l’Hudson Institute aveva invitato anche Steve Bannon, ex consigliere speciale del presidente Trump. Il direttore dello Hudson Institute, l’ambasciatore Hussain Haqqani, presentando gli invitati ha dichiarato che Panetta e Petraeus sono persone «illuminate», mentre Bannon incarna le «Forze delle tenebre» (sic).

Intervenendo per ultimo, Steve Bannon ha definito il New York Times «partito d’opposizione» e ha respinto l’aggettivo «isolazionista» utilizzato dal quotidiano per definire la politica estera di Trump, ricordando invece le azioni del presidente contro Daesh.

L’Emirato islamico in Iraq (futuro Daesh) è stato creato durante il mandato di George W. Bush allo scopo di sviare la collera degli iracheni contro le truppe d’occupazione e trasformarla in guerra civile; un congegno avviato sotto il controllo del generale Petraeus, l’allora comandante delle truppe in Iraq, che poi Leon Panetta ha rilevato e sostenuto [1]. John McCain ha incontrato i leader di Daesh con cui, in nome di una strategia “vietnamita” contro la Siria, ha mantenuto a lungo legami molto stretti [2].

A proposito del conflitto tra Arabia Saudita e Qatar, Bannon si è rallegrato del mutato atteggiamento dell’Arabia Saudita nei confronti degli jihadisti e ha condannato il Qatar, benché l’amministrazione Trump non abbia preso ufficialmente posizione. Il pubblico lo ascoltava in silenzio e attentamente.

Bannon si è quindi lanciato in una critica alla politica di George W. Bush e di John McCain. Il presidente dell’adunanza l’ha interrotto e ha messo fine al “dibattito” dichiarando: «Bene, l’élite della politica estera di Washington che mi ha chiesto di darle la parola oggi mi ha anche chiesto di chiudere il dibattito se lei avesse trattato soggetti diversi da quelli programmati. Per questo motivo la discussione finisce qui. Grazie per essere venuto».

Traduzione
Rachele Marmetti

[1Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump, Thierry Meyssan, Demi-Lune, 2017, pp. 125, 146 e 249-250.

[2«John McCain ammette di essere in contatto costante con l’Emirato islamico», Rete Voltaire, 19 novembre 2014, traduzione di Alessandro Lattanzio.