L’Esercito Arabo Siriano sta preparando i piani di attacco per liberare il nord-ovest del Paese, ossia la regione d’Idleb, dove si sono rifugiati gli jihadisti in rotta.

Il comando militare ritiene che la maggior parte dei combattenti sia pronta ad arrendersi; 10.000 uomini soltanto sarebbero invece disposti a battersi fino alla morte.

Tuttavia, secondo la stampa siriana, una colonia di uiguri [etnia turcofona che vive nel nord-ovest della Cina, ndt] avrebbe trasformato la città di al-Zanbaki, proprio alla frontiera con la Turchia, in un campo trincerato. Non si sa pressoché nulla di quel che sta accadendo in questa città, dove a nessuno è permesso entrare e dove potrebbero trovarsi 18.000 persone.

Parlando turco invece che cinese, gli uiguri hanno beneficiato finora dell’appoggio dei servizi segreti turchi.

Gli uiguri di questa comunità rivendicano l’appartenenza ad Al Qaeda e non vogliono tornare in Cina, dove sarebbero processati [1]; ora però la Turchia si rifiuta di ospitarli.

La presenza di quest’importante colonia cinese disturba i piani di liberazione della regione.

Traduzione
Rachele Marmetti

[1«Ritorno in Cina dei jihadisti in Siria», 8 luglio 2013; «Jihadisti di ritorno dalla Siria, oltre 150 morti in Cina», Traduzione Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 10 novembre 2014.