L’organizzazione francese Reporters Senza Frontiere non ha messo l’Honduras nel suo elenco di stati predatori della libertà di espressione, pubblicato il 3 maggio in occasione della Giornata Internazionale per la libertà di stampa. L’ONG pro-USA ritiene che non vi sia alcuna prova che questi omicidi siano legati al contesto politico e che l’attuale governo sia democratico.

Il 28 giugno 2009, un colpo di stato militare, orchestrato dagli Stati Uniti, ha rovesciato il presidente eletto Manuel Zelaya e ha messo al potere Roberto Micheletti. Il 29 novembre, la giunta ha indetto le elezioni e dichiarato vincitore Porfirio Lobo Sosa. Il nuovo regime ha lanciato un appello agli esperti israeliani dall’applicazione dell’ordine. La repressione si è concentrata sugli assassini mirati, tra cui quelle dei giornalisti.

Il 10 maggio 2010, il relatore speciale delle le Nazioni Unite per la promozione e la tutela dei diritti alla libertà di espressione e di opinione, Frank La Rue, il relatore speciale sulle esecuzioni sommarie, esecuzioni extragiudiziali e arbitrarie, Philip Alston, e la relatrice speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Margherita Sekaggya, hanno chiesto alle autorità dell’Honduras di andare a fondo su sette assassinii di giornalisti, commessi in sei settimane, nel paese.

Traduzione di Alessandro Lattanzio