Dopo aver a lungo affermato di aver partecipato ai combattimenti in Libia che inviando alcuni aerei, il Qatar ha ammesso dieci giorni fa di avere schierato centinaia di combattenti sul terreno.

Tuttavia, il Réseau Voltaire ha sempre evocato la massiccia presenza sul terreno di forze del Qatar (e in misura minore, della Giordania). Il Qatar ha creato un piccolo aeroporto nel sud della Libia e utilizzato un aeroporto in Cirenaica per il trasporto di truppe. Rinforzi sono sbarcati dal mare durante la presa di Tripoli.

Inoltre, il Qatar aveva inviato blindati leggeri via mare in Tunisia. Il loro approdo è stato inizialmente bloccato dalla popolazione, e poi organizzato dall’esercito tunisino. L’ingresso della colonna di blindati del Qatar, al confine libico, era stato mostrato dalla televisione libica.

Infine, il Qatar ha organizzato un ponte aereo per rifornire i mercenari di al-Qaida con le armi della NATO.

Inoltre, il canale televisivo del Qatar, al-Jazeera, ha giocato un ruolo chiave nella propaganda di guerra, fino a girare negli studi le false immagini dell’ingresso dei "ribelli" a Tripoli.

Il giornalista di Le Figaro, ritenuto vicino ai servizi segreti francesi, Georges Malbrunot, ora avanza la cifra di 5000 soldati del Qatar che avrebbero combattuto in Libia.

Le 5000 truppe straniere non sono compatibili con la versione dei media atlantisti, secondo cui questa sarebbe stata una sollevazione popolare contro Muammar Gheddafi e un intervento umanitario internazionale. Questo corrisponde, per contro, con a versione dei media russi e cinesi, secondo cui "Unified Protector" è stata una guerra imperialista.


 «Qatar admits sending hundreds of troops to support Libya rebels», Ian Black, The Guardian, 26 ottobre 2011.
 «5000 Forces spéciales du Qatar avaient été déployées en Libye», Georges Malbrunot, Le Figaro.fr, 6 novembre 2011.

Traduzione di Alessandro Lattanzio