Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nassralah, ha sconvolto i pronostici apparendo pubblicamente a Beirut per commemorare il martirio dell’Imam Hussein, figlio del grande profeta Maometto.
Mentre i relè atlantisti invocano insistentemente il crollo imminente di tutta la resistenza alla loro visione del mondo nella regione, questo evento suona come un brusco ritorno alla realtà geopolitica.
In primo luogo, ricordando che gli Stati Uniti sono stati costretto dalla situazione militare a ritirare fino al loro ultimo soldato dall’Iraq, entro il 31 dicembre 2011, Hassan Nasrallah richiama l’attenzione sul mutato equilibrio di potere nella regione. Mentre costruiva la più grande delle basi militari nel mondo, progettato in teoria da decenni, ora il Pentagono evacua in fretta le sue truppe, sotto la minaccia della Resistenza irachena. Ad oggi, non ci sarebbero più di 20000 dei 170 000 soldati inizialmente presenti.
In secondo luogo, notando che l’obiettivo dell’operazione contro Damasco è l’indebolimento della resistenza al progetto US-israeliano di ristrutturazione del "Medio Oriente allargato" su basi etniche e religiose, un chiaro sostegno viene riaffermato verso la Siria secolare. Accanto all’Iran, che ha annunciato che avrebbe risposto in maniera massiccia a qualsiasi intrusione militare in Siria, Hezbollah e la sua potenza di fuoco completano il deterrente contro qualsiasi intervento straniero con pretesti umanitari.
Chiarendo questi due punti, Nasrallah invita gli stati maggiori dell’Occidente a riconsiderare il rapporto costi-benefici di una possibile guerra in Siria, tenendo conto della "Saigon" irachena e dell’alleanza della resistenza di Gaza-Beirut-Damasco-Teheran.
Sulla stessa linea, le superpotenze russa e cinese assicurano implicitamente quest’asse strategico col loro supporto durante la votazione al Consiglio di Sicurezza, il 5 ottobre. Dopo le avventure drammatiche della NATO in Libia, non sembra più opportuno cedere al diktat mediatico-diplomatico di un Impero che in modo preoccupante, sembra scambiare la sua propaganda di guerra per la realtà.

Traduzione di Alessandro Lattanzio