L’istituto presieduto da Madre Agnes-Mariam de la Croix, ha raccolto i primi video del massacro di Ghuta ed è riuscito a determinare sia i codici dell’orario dei video che dell’orario della loro messa on-line. Lo studio di questo materiale consente di rilevare incongruenze e manipolazioni:

 Ghuta è spopolato da lungo tempo. Restano sul posto solo chi sostiene i "ribelli" e un paio di anziani che non potevano fuggire. A sostenere i "ribelli" sono quasi esclusivamente uomini e adolescenti. Raramente vi sono donne e bambini.
 nel video, le vittime sono per lo più bambini, alcuni adulti e quasi nessuna donna, anche se l’Ufficio Medico Unificato di Ghuta ha parlato di un numero molto elevato di donne decedute.
 una donna cerca i figli, ma appare in video girati in cinque luoghi diversi, trovandosi in due località diverse.
 un testimone ha descritto le reazioni della famiglia all’odore del gas, mentre il sarin è inodore.
 una fotografia della rivoluzione egiziana è stata pubblicata come prova del massacro di Ghuta dal Comitato Rivoluzionario di Masaken Barzeh.
 due video, uno inviato dal Comitato Rivoluzionario di Jobar e l’altro dal Comitato Rivoluzionario di Hamuria, mostrano due scenari contraddittori della morte dello stesso bambino.
 il confronto di diversi video suggerisce una messa in scena, in quanto è difficile e assurdo porre i corpi nello stesso locale del pronto soccorso.
 mentre i "ribelli" parlano di oltre 1.466 morti, i video mostrano solo otto funerali.

The Chemical Attacks on East Ghouta to Justify Military Right to Protect Intervention in Syria, Madre Agnès-Mariam della Croce, Istituto Internazionale per la pace, la giustizia e i diritti umani, 11 settembre 2013, p 43.

Traduzione di Alessandro Lattanzio