Il Tribunale speciale per il Libano (TSL) ha tenuto le sue prime sessioni pubbliche, dieci anni dopo l’assassinio dell’ex primo ministro libanese Rafik Hariri.

Fino all’ultimo momento, i siriani si sono chiesti se il TSL non sarebbe stato utilizzato in extremis da Washington per sabotare la conferenza di pace di Ginevra 2. Bastava allo scopo riattivare le accuse contro il presidente al-Assad. Per fortuna non si è dato il caso.

Il TSL non è un tribunale internazionale e non segue le regole della Giustizia internazionale. Infatti, non è stato fondato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e il Parlamento libanese, ma da un accordo tra i due Esecutivi. Si è dotato di regole sue proprie, che - a seconda del caso - si riferiscono alla Giustizia internazionale o alla Giustizia libanese, o ancora alle proprie esigenze. Come fu sottolineato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite dell’epoca, Kofi Annan: «Non è un organo sussidiario delle Nazioni Unite, né un elemento della magistratura libanese».

Il tribunale speciale aveva come missione principale quella di condannare i presidenti siriano e libanese Émile Lahoud e Bashar al- Assad per giustificare un intervento internazionale contro il Libano e la Siria. Il comportamento della prima missione d’inchiesta è ricordato come una successione di cospirazioni e manipolazioni culminate con lo scandalo dei falsi testimoni remunerati, il ritiro dell’accusa e le dimissioni del vergognoso capo della commissione, Detlev Mehlis.

L’assassinio di Rafik Hariri e il TSL stesso sono soltanto, in realtà, due episodi della guerra che gli Stati Uniti stanno conducendo contro il Libano e la Siria da quando hanno deciso di distruggerli, il 15 settembre 2001, come hanno annunciato pubblicamente con l’adozione del Syria Accountability and Lebanese Sovereignty Restoration Act (SALSRA) del 2003, tuttora in vigore.

Tra le vittime di questa trama, quattro generali libanesi, Mustafa Hamdan, Jamil Sayyed, Ali Haj e Raymond Azar, furono arrestati e imprigionati per falsa testimonianza. Mentre venivano accusati davanti al mondo di aver ucciso Rafik Hariri, la loro detenzione prolungata ha notevolmente facilitato l’aggressione israeliana del 2006.

Essendo fallite queste manovre, gli Stati Uniti e Israele tentarono di nuovo di spezzare la resistenza libanese e di provocare la guerra con la Siria chiedendo, nel 2008, al primo ministro Fouad Siniora, di vietare la fornitura di armi iraniane a Hezbollah e di tagliare il la linea telefonica della Resistenza. Ancora una volta fu un fallimento. In definitiva, Washington e Tel Aviv cambiarono strategia e, anziché confrontarsi direttamente con il popolo libanese e siriano, scelsero di fomentare una guerra di quarta generazione sul territorio siriano.

Una volta caduto in letargo, il TSL si era trasformato in una sinecura per giuristi di lusso. Poi, all’ambasciatore Jeffrey Feltman, l’attuale leader politico delle Nazioni Unite, venne l’idea di usarlo contro Hezbollah e l’Iran. L’idea era di accusare dei resistenti libanesi e fingere che prendessero gli ordini non da Sayyed Hassan Nasrallah, ma dal generale Qassem Suleiman (comandante della Forza Al-Quds) e dalla guida iraniana della Rivoluzione, l’Ayatollah Ali Khamenei.

Per fare questo, venne nominato Presidente del TSL il giudice Antonio Cassese, consigliere giuridico dell’organizzazione terroristica anti-iraniana dei Mujahidin del Popolo. Tuttavia, una volta smascherato, il giudice corrotto fu costretto a sua volta a dimettersi. Tenuto conto dell’avvicinamento di Washington a Teheran, questa parte del piano venne abbandonata e non rimase che l’accusa contro Hezbollah.

Il TSL è stato finanziato da 28 stati per un importo di 60 milioni di euro ogni anno. Principalmente da Arabia Saudita, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Libano. Ma non dalla Russia. In effetti, Vladimir Putin lo considera una trappola che potrebbe essere utilizzata come precedente per istituire un tribunale ad hoc contro di lui e addossargli la responsabilità della guerra contro l’Emirato Islamico di Ishkeria (Cecenia). Confermando le preoccupazioni russe, il presidente Barack Obama aveva anche proposto a Dmitri Medvedev di sostenerlo contro Putin se si fosse impegnato a consegnarlo a un tribunale di circostanza.

Il TSL ha incriminato cinque resistenti libanesi, Moustafa Badreddine, Salim Ayyash, Hassan Habib Merhi, Assad Sabra e Hussein Oneissi, giudicandoli in contumacia in violazione dei principi della giustizia internazionale.

Al suo primo giorno di udienza, il Tribunale ha ascoltato il riassunto dei fatti. Esistono due teorie su come fu commesso l’attacco. La prima evidenzia l’esplosione di una camionetta, mentre la seconda - che esposi alla stampa russa nel 2010 - sottolinea come i rilievi medico-legali nonché la dislocazione delle vetture al momento dell’esplosione non sono compatibili con un esplosivo convenzionale, ma esclusivamente con un’arma ultramoderna basata su nanotecnologie.

Ignorando le mie obiezioni, il pubblico ministero ha sostenuto a lungo la prima teoria, anche quando il TSL non è riuscito a ricostruirla. Nel 2010, aveva infatti tentato di confondermi investendo somme considerevoli per ricostruire in modo identico, in una base militare francese, il quartiere della Marina e là testare le conseguenze dell’esplosione equivalente a 2,5 tonnellate di TNT. Il risultato dimostrò l’impossibilità della teoria ufficiale e fu quindi cestinato.

Poco importa, oggi il TSL continua a lavorare su una base che chiunque sa essere falsa.

Il fatto è che la seconda teoria modifica le prospettive: nel 2005, quest’arma era in mano esclusivamente alla Germania. Ed è difficile immaginare Berlino che la fornisca alla Siria o a Hezbollah. Al contrario, è possibile immaginare che la Germania, membro della NATO, l’abbia fornita agli Stati Uniti.

Non è il caso per Washington che il TSL affronti questo problema perché lo stesso metodo è stato utilizzato dalla CIA in altre parti del mondo, in particolare a Islamabad (20 settembre 2008). Anche se in Pakistan si verificò un incidente che venne a modificare lo scenario dell’attentato: un posto di blocco trattenne troppo a lungo il camion di esplosivi convenzionali che doveva funzionare da diversivo. Esso esplose lontano dal cratere formato dall’arma tedesca. Si ebbero dunque due crateri sovrapposti per un’unica esplosione ufficiale.

Da parte sua, Hezbollah ha respinto le accuse rivolte ai suoi membri. Per difendersi, ha rivelato di intercettare da tempo i segnali dei droni israeliani. Ha pubblicato i video girati da questi droni per spiare Rafik Hariri nelle settimane precedenti il suo assassinio e sul luogo del delitto per la sua preparazione.
Inoltre, l’esercito libanese ha dimostrato che il giorno dell’assassinio gli Stati Uniti avevano un dispositivo di osservazione AWACS sul Libano e avevano disturbato tutti i segnali di origine libanese. Invitati a spiegare questa anomalia e a fornire copia dei loro dati, in modo da confermare o smentire i sospetti di Hezbollah e la mia teoria, gli Stati Uniti rifiutarono. Fino a quel momento, essi avevano chiesto alla comunità internazionale di collaborare all’inchiesta.

Così, contrariamente alle sue pretese, il TSL non è migliore della pietosa Commissione d’inchiesta che lo ha preceduto. Mentre Detlev Mehlis, che era stato denunciato dai suoi ex colleghi tedeschi come agente del Mossad, ha lui stesso corrotto dei testimoni e falsificato dei documenti, il TSL ha tenuto in prigione i quattro generali libanesi, rifiutato di giudicare Detlev Mehlis e i suoi falsi testimoni, occultato le prove presentate da Hezbollah e da me, e, infine giudica i sospettati in contumacia.

Traduzione
Matzu Yagi
Fonte
Megachip-Globalist (Italia)