La conferenza di pace Ginevra 2 veniva interrotta senza raggiungere alcun risultato, annunciava deluso il presidente Laqdar Brahimi. Nessuna data per un terzo round di colloqui è stata decisa. I governi ’Amici della Siria’ hanno immediatamente denunciato che il "blocco" sarebbe responsabilità del "regime". Le agenzie di stampa atlantiste affermano che la delegazione siriana ha voluto discutere di terrorismo, mentre l’"opposizione" voleva discutere della formazione del Consiglio di governo transitorio. In realtà, le due delegazioni hanno concordato di negoziare in base al comunicato finale di Ginevra 1 [1]. La discussione doveva svolgersi articolo per articolo. Ma il primo elemento da discutere afferma: "Tutte le parti devono impegnarsi nuovamente ad interrompere definitivamente le violenze in tutte le sue forme e attuare immediatamente il piano in sei punti senza aspettare che l’azione sia intrapresa da altri." Ora la delegazione dell’"opposizione" incoraggiata dalle minacce statunitensi di un’escalation militare, ha rifiutato di discutere la cessazione permanente delle violenze. Sembra impossibile che la delegazione governativa avvii i negoziati per la formazione del Consiglio del governo di transizione, mentre i combattimenti continuano.

In violazione del proprio impegno, gli Stati Uniti hanno adottato a metà gennaio un piano per azzerare l’opposizione fino al 30 settembre 2014. Impegnandosi perÚ, nel comunicato finale di Ginevra "ad operare rapidamente ed instancabilmente per porre fine a violenze e abusi." Il Pentagono organizza un ponte aereo per trasportare jihadisti e armamenti in Giordania per attaccare nuovamente la Siria. Secondo il Wall Street Journal del 16 febbraio, l’Arabia Saudita avrebbe fornito a tale esercito quei missili antiaerei che Washington rifiuta di consegnargli [2].

Traduzione di Alessandro Lattanzio

[1"Communiquè final du Groupe d’action pour la Syrie", Réseau Voltaire, 30 giugno 2012.

[2"Saudis Agree to Provide Syrian Rebels With Mobile Antiaircraft Missiles (http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304703804579382974196840680)î Maria Abi-Habib e Stacy Meichtry, The Wall Street Journal, 16 febbraio 2014.