Il comandante supremo della NATO, generale Philip Breedlove, ha messo in guardia la Russia contro ogni tentativo di "annettersi" la Transnistria.
Nel referendum sull’autodeterminazione della Crimea, la Ministra degli Esteri della Repubblica Moldava di Transnistria, l’assai glamour Nina Shtanskij (foto), aveva salutato i risultati ottenuti dai suoi vicini e ricordato che i transnistriani hanno votato in modo identico il 17 settembre 2006, per il 97,2% in favore dell’adesione alla Federazione Russa.
Il Presidente del Parlamento della Transnistria, Mikhail Burla, ha scritto al suo omologo russo chiedendogli di approvare una legge sull’adesione della Transnistria alla Federazione russa sul modello di quanto fatto per la Crimea.
Il Presidente della Moldova Nicolae Timofti, ha chiesto all’Unione europea di accelerare la firma dell’accordo di associazione, al fine di rendere irreversibile la titolarità sulla Transnistria del suo Paese.
Il Presidente della Repubblica Moldava di a Transnistria, Evgenij Chechuk, s’è recato a Mosca per discutere della situazione del Paese russofono dopo la chiusura della frontiera ucraina.
La Moldova dichiarò l’indipendenza il 19 agosto 1990. Proprio come nell’URSS la Crimea era amministrata dall’Ucraina, la Transnistria fu assegnata alla Moldavia. Tuttavia, la Transnistria dichiarò l’indipendenza una settimana dopo, il 1° settembre. La Moldova è stata accettata alle Nazioni Unite ma non la Transnistria, che da 24 anni è uno Stato non riconosciuto. Nel giugno 1992, la NATO ha cercato senza successo di risolvere il problema con la forza, uccidendo più di un migliaio di persone, ma dovette ritirarsi per la resistenza della popolazione [1]. Da allora, la sicurezza del Paese è fornita da una forza di peacekeeper russi.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
[1] "En 1992, les Etats-Unis tentèrent d’écraser militairement la Transnistrie", Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 17 luglio 2007.
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