John Brennan, direttore della CIA, non capisce il motivo per cui dei civili sostengano i suoi mercenari dello Stato islamico, nonostante i loro crimini.

La CIA è apparsa, lo scorso novembre, come non in grado di valutare la situazione in Siria. Persa nelle sue menzogne, l’Agenzia non riusciva più a individuare le motivazioni dei suoi “rivoluzionari”. Peggio ancora, non era in grado di enumerare quanti fossero i sostenitori della "ribellione" e quelli della Repubblica. Questo fallimento non ha fatto che peggiorare, come ha dimostrato, alla fine di febbraio 2015, il crollo del Movimento della Fermezza (Harakat Hazm), l’esercito ufficiale dell’Agenzia in Siria. Certo, la vita va avanti e la CIA ha raggruppato le sue forze in una nuova formazione, il Fronte del Levante (Front Shamiyat).

Con la creazione di al-Qa’ida, poi Daesh, la CIA ha pensato di noleggiare dei mercenari per svolgere missioni specifiche che essa non poteva rivendicare. Non aveva mai preso in considerazione che i civili potessero prendere sul serio la fraseologia da quattro soldi che aveva immaginato per redigere comunicati rivendicativi. In realtà, nessuno ha dato importanza ai borborigmi di Osama bin Laden secondo cui la presenza di soldati non-musulmani della NATO durante l’operazione "Desert Storm" in territorio saudita era un sacrilegio che richiedeva una riparazione. In nessun luogo troviamo nel Corano una giustificazione per una tale maledizione. I mercenari di Al-Qa’ida non hanno avuto dunque alcun problema a combattere a fianco della NATO in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. Non sembrava esserci motivo di credere che sarebbe diverso oggi.

Tuttavia, durante la guerra contro la Jamahiriya araba libica, ho osservato che alcuni mercenari di al-Qa’ida sembravano voler effettivamente ritornare allo stile di vita del VII secolo, il “tempo del Profeta”. Questo era vero almeno nell’oscuro Emirato islamico governato da Abdelkarim Al-Hasadi in quel di Dernaa. Ma per loro non si trattava del VII secolo levantino, che a quel tempo era cristiano e ancora non si parlava l’arabo, e neppure del VII secolo francese del buon re Dagoberto, bensì del VII secolo della penisola araba, una società fuori dal tempo composta secondo il Corano da beduini furbi e crudeli che il Profeta cercava di convertire e pacificare.

Più tardi, durante la guerra contro la Repubblica araba siriana, ho osservato che i siriani che hanno sostenuto al-Qa’ida (e ora Daesh), senza moventi finanziari, erano tutti membri di famiglie assai numerose in cui alle donne non era permesso di controllare la propria fecondità. La scissione che si stava svolgendo nel paese non aveva nulla di politico nel senso moderno del termine. Ora, l’ideologia dei civili che sostengono gli jihadisti si riduce a questo ritorno a origini mitiche, quella dei custodi di cammelli d’Arabia del Medioevo. E la CIA che l’ha provocata, non ne ha capito la forza e non ne ha seguito l’espansione.

Non si tratta in questo caso di un "contraccolpo" – perché Daesh non si è rivoltata contro la CIA - bensì della trasformazione di un gruppo terroristico in uno Stato e del trionfo di una retorica ridicola presso alcune popolazioni.

La CIA si trova ad affrontare il problema di tutte le amministrazioni. La sua modalità organizzativa, che le ha permesso parecchie vittorie in passato in varie parti del mondo, non funziona più, perché non ha saputo adattarsi. Organizzare un colpo di Stato e manipolare le masse affinché sostengano un’organizzazione terroristica sono due cose ben diverse.

È per questo che il direttore John Brennan ha annunciato una revisione completa della struttura dell’Agenzia, dopo 4 mesi di consultazioni interne.

Finora, vi era:
• La Direzione dell’intelligence, responsabile per l’analisi dei dati raccolti;
• La Direzione delle Operazioni, rinominata Servizio clandestino, responsabile dello spionaggio umano;
• La Direzione delle Scienze e della Tecnologia, specializzata nel trattamento delle informazioni scientifiche e tecniche
• La Direzione di Supporto, responsabile della gestione del personale, la fornitura di attrezzature e dei finanziamenti.

Il personale era ripartito in base alle proprie competenze: gli intellettuali all’Intelligence, gli avventurieri alle Operazioni, i matematici alle Scienze e gli organizzatori al Supporto. Naturalmente, a ogni direzione sono stati assegnati anche dei collaboratori con altri profili, in modo da poter svolgere il proprio lavoro, ma schematicamente ogni direzione corrispondeva a un profilo umano particolare.

I documenti rivelati da Edward Snowden ci hanno insegnato che la CIA è la più grande agenzia di intelligence del mondo con un budget di 14,7 miliardi dollari nel 2013 (ossia il doppio del totale del bilancio della Repubblica araba siriana). Ma è comunque solo un’agenzia di intelligence fra le 16 annoverate negli Stati Uniti.

In breve, con tutti questi soldi e queste competenze, la CIA era pronta a conquistare l’URSS che è crollata su se stessa senza di lei e non c’è più da 25 anni.

Per far progredire l’Agenzia, John O. Brennan ha deciso di generalizzare il modello del Centro contro-terrorista, creato nel 1986 in seno al Dipartimento Operazioni; un modello ultra-sofisticato messo in scena nella serie televisiva 24 Ore. Questa unità multidisciplinare ha fatto meraviglie per rispondere alle domande quasi istantanee che le venivano poste. Essa è in grado di identificare un individuo, localizzarlo ed eliminarlo in un attimo per la gran gioia della Casa Bianca. E sappiamo che il presidente Obama va ogni giorno nel suo bunker sotterraneo per determinare gli obiettivi dei suoi droni e far uccidere chi vuole, quando vuole e dove vuole.

Secondo Brennan, non si tratta di fare altro che di portare l’Intelligence nell’era delle nuove tecnologie, dei computer e dei satelliti. L’Agenzia dovrebbe dunque essere rapidamente ristrutturata intorno a 16 centri responsabili di ogni regione del mondo e a diversi obiettivi generali.

Ma in cosa il modello del Centro contro-terrorista avrebbe potuto comprendere la trasformazione di una fraseologia infantile in una potente ideologia?

Il successo dell’Emirato islamico viene prima dei suoi sostegni statali, dei suoi armamenti e del suo denaro. Ma il sostegno di cui gode tra alcuni siriani e alcuni iracheni non ha nulla a che fare con il Corano, né con la lotta di classe. È la rivolta di un modello di vita che sta scomparendo, di una società violenta dominata dagli uomini, contro uno stile di vita rispettoso delle donne e che controlla le nascite. Questa trasformazione si è realizzata in Europa con l’esodo rurale e le due guerre mondiali, senza causare ulteriori guerre. È stata completata nei primi anni ’80 da parte dell’Iran di Khomeini con un brillante successo e si è gradualmente estesa al mondo arabo fino a infrangersi su Daesh; un conflitto che non ha nulla a che fare con la distinzione teologica tra sciiti e sunniti.

Il seguito degli avvenimenti è prevedibile. Come sempre, gli statunitensi pensano che il loro problema sarà risolto grazie al progresso tecnico. È con una sfrenatezza informatica che cercheranno di capire la situazione nel "Vicino Oriente".

Ma come gli Stati Uniti, fondati due secoli fa, potrebbero capire il cataclisma che hanno provocato nella più antica civiltà del mondo? In che modo gli statunitensi - dei Barbari danarosi – e i beduini del Golfo potrebbero organizzare persone civilizzate da sei millenni? Perché questo è il segreto del Levante: una quantità di popoli diversi, con la propria storia, la propria lingua e la propria religione, parlano la stessa lingua volgare e vi lavorano insieme. [1]. I nasseriani e i baathisti hanno cercato di trasformare questo mosaico in un’unica forza politica. Hanno cercato di comporre una "Nazione araba" con dei popoli per lo più non arabi. Un sogno di cui rimane oggi solo la "Repubblica araba siriana". È questo progetto politico che è stato attaccato da Daesh ed è questa civiltà a essere minacciata dai suoi sostenitori civili.

Mentre gli Stati mono-etnici sono facili da conquistare, hanno imparato nel tempo che la loro diversità e la loro mescolanza li rende invincibili. Questo è anche il motivo per cui hanno protetto i superstiti di un mondo antico; sopravvissuti che oggi si ribellano contro di loro e li divorano dall’interno.

In che modo la CIA avrebbe potuto anticipare che dei giovani europei, anche loro nostalgici di questi vecchi tempi, si sarebbero uniti a decine di migliaia a Daesh per opporsi alla marcia del tempo e distruggere opere d’arte millenarie?

La sconfitta israeliana in Libano, nel 2006, ha dimostrato che alcuni cittadini determinati erano in grado di sconfiggere il più sofisticato esercito del mondo. L’uomo ha già trionfato sulle macchine. È un errore credere che il progresso tecnico sia un criterio di civiltà, che dei computer permettano di capire chiunque, né di dominarlo. Al massimo possono raccogliere grandi quantità di informazioni, classificarle e sintetizzarle. La riorganizzazione dell’Agenzia le consentirà di rispondere a tutte le domande del giorno, ma a nessuna su quel che accadrà domani.

Gli statunitensi e gli europei sono incapaci di ammettere che dei popoli che hanno colonizzato abbiano recuperato i ritardi tecnologici, quando essi stessi non hanno recuperato i ritardi in termini di civiltà. Si trovano a doversi confrontare con i propri limiti e non possono più influenzare il cataclisma che hanno involontariamente suscitato.

Traduzione
Matzu Yagi
Fonte
Megachip-Globalist (Italia)

[1L’arabo è la lingua comune nel Levante, ma vi si parlano anche le diverse lingue curde, l’armeno, il turco, l’aramaico, il siriaco, l’ebraico, etc. Quasi nessuno dei suoi abitanti è etnicamente arabo.