Rete Voltaire – Gli jihadisti di Aleppo-Est sono stati autorizzati a raggiungere, a loro scelta, Idleb (Al Qaeda) o Rakka (Daesh), oppure possono costituirsi prigionieri. Sono portati a destinazione con autobus, sotto responsabilità di Siria e Russia e alla presenza di rappresentanti dell’ONU.

Alcuni hanno tentato di fuggire mescolandosi alla popolazione civile. Al momento dell’identificazione di 120.000 abitanti, i servizi di controspionaggio ne hanno identificati e arrestati oltre 1.500.

Il deputato e presidente della Camera di commercio di Aleppo, Farés Shehabi, ha pubblicato una prima lista non esaustiva di 14 ufficiali stranieri fatti prigionieri nel bunker della NATO. Sono:

Mutaz Kanoğlu – Turchia
David Scott Winer – Stati Uniti
David Shlomo Aram – Israele
Muhamad Tamimi – Qatar
Muhamad Ahmad Assabian – Arabia saudita
Abd-el-Menham Fahd al Harij – Arabia saudita
Islam Salam Ezzahran Al Hajlan – Arabia saudita
Ahmed Ben Naoufel Al Darij – Arabia saudita
Muhamad Hassan Al Sabihi – Arabia saudita
Hamad Fahad Al Dousri – Arabia saudita
Amjad Qassem Al Tiraoui – Giordania
Qassem Saad Al Shamry – Arabia saudita
Ayman Qassem Al Thahalbi – Arabia saudita
Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi – Marrocco.

Si tratta di ufficiali che hanno declinato le loro generalità. Evidentemente, ci sono altri prigionieri che rappresentano altri Stati coinvolti nella guerra contro la Repubblica araba siriana. Conformemente alla Convenzione di Ginevra, non saranno pubblicate immagini.

A febbraio 2012 una quarantina di ufficiali turchi e una ventina di ufficiali francesi erano stati restituiti all’esercito di provenienza, grazie sia all’intermediazione di Mikhail Fradkov (direttore dell’intelligence russa), sia all’intervento diretto alla frontiera libanese dell’ammiraglio Edouard Guillaud (capo di stato-maggiore francese).

Traduzione
Rachele Marmetti