Il primo vicepresidente del governo ceco, nonché ministro degli Esteri, Martin Stropnický, si trova a Damasco in visita ufficiale; è stato ricevuto dall’omologo siriano Walid al-Muallem.

Sin dall’inizio dell’aggressione, l’Unione Europea ha chiuso le ambasciate degli Stati membri in Siria, impedito ai consoli siriani di allestire seggi elettorali, istituito sanzioni contro la Repubblica Araba Siriana nonché contro i suoi più importanti eletti e funzionari.

Ciononostante, Austria, Repubblica Ceca e Romania hanno tenuto aperte le loro ambasciate.

Su impulso del presidente, Miloš Zeman, la Repubblica Ceca ha osservato il conflitto sul posto, ha inviato rapporti all’UE e rilasciato visti Schengen a personalità siriane che dovevano spostarsi nell’Unione. Il presidente Zeman non ha mai fatto venire meno il proprio sostegno all’omologo siriano, Bachar al-Assad.

Stropnický, attualmente ministro degli Esteri, è stato prima ministro della Cultura, poi della Difesa. Negli ultimi tempi numerosi leader stranieri si sono recati in segreto a Damasco; Stropnický è però il primo rappresentante di un governo dell’Unione Europea a recarsi in Siria in veste ufficiale dall’inizio dell’aggressione straniera.

Nel summit del 16 luglio scorso Federazione Russa e Casa Bianca hanno trovato un accordo per mettere fine al conflitto. L’Esercito Arabo Siriano ha liberato tutto il sud del Paese (a eccezione di Al-Tanf, tuttora occupata dagli Stati Uniti), fino alle frontiere libanese, israeliana e giordana.

Traduzione
Rachele Marmetti