Il nostro amico e collaboratore Mateusz Piskorski (foto) è stato liberato in Polonia, dopo tre anni di detenzione preventiva.
La giustizia polacca insiste nell’accusare l’ex deputato, nonché presidente del partito Zmiana (Cambiamento), di spionaggio a favore di Russia e Cina. La cauzione iniziale di mezzo milione di dollari è stata ridotta a 200 mila zloty (circa 50 mila euro). Famiglia e amici sono riusciti a racimolare la somma.
Piskorski non può comunque lasciare la Polonia e deve presentarsi tre volte la settimana al posto di polizia dove abita.

Le uniche “prove” della giustizia polacca contro Piskorski sono:
  La partecipazione all’estero a riunioni pubbliche cui presero parte anche personalità russe;
  La redazione di uno studio relativo alle conseguenze sulle relazioni fra Cina e Polonia delle elezioni legislative polacche.

Il 20 aprile 2018 il Comitato dell’ONU contro le Detenzioni Arbitrarie, ritenendo non si trattasse di “prove” di un reato di spionaggio, bensì di una questione riguardante la libertà di espressione, ha stabilito che la procedura polacca ha violato otto articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nonché altrettanti del Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici, e ha chiesto al governo di liberare immediatamente Piskorski (riferimento ONU A/HRX/WGAD/2018/18).

Piskorski è un politico e giornalista polacco, ex direttore di un canale televisivo, nonché uomo impegnato per l’indipendenza del proprio Paese. Appena prima del suo arresto, alla vigilia della riunione del Consiglio del Nord-Atlantico a Varsavia, ha pubblicato in Polonia un articolo sulla propaganda NATO per cancellare il ruolo dell’URSS nella vittoria contro il nazismo. L’articolo è stato ripreso dal nostro sito [1].

Piskorski partecipò alla Conferenza Axis for Peace, organizzata nel 2005 a Bruxelles da Thierry Meyssan. Insieme, i due giornalisti hanno percorso il mondo denunciando la propaganda NATO che fa della Russia un nemico dell’Occidente.

Nei due anni precedenti il suo arbitrario arresto, Piskorski fu bersaglio di una campagna della stampa anglosassone che lo bollava «agente al servizio di dittatori». Ministri polacchi in carica ripresero le accuse, definendo la sua lotta contro l’Alleanza Atlantica una minaccia per la sicurezza di Stato.

Piskorski era considerato l’unico prigioniero politico della NATO. Uscendo dal carcere ha recitato la poesia del 1946 del pastore Martin Niemöller:
Quando i nazisti vennero a prendere i comunisti,
non dissi niente,
non ero comunista.
Quando i nazisti rinchiusero i socialdemocratici,
non dissi niente,
non ero socialdemocratico.
Quando vennero a prendere i sindacalisti,
non dissi niente,
non ero sindacalista.
Quando vennero a prendere me,
più nessuno era rimasto per protestare.

Traduzione
Rachele Marmetti

[1La guerra contro la memoria storica è una campagna a lungo termine della NATO”, di Mateusz Piskorski, Traduzione Matzu Yagi, Rete Voltaire, 22 maggio 2016.