Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.

Introduzione dell’autore

Nessuna conoscenza è definitiva. La Storia, come ogni altra scienza, è un continuo confutare ciò che si credeva certo e che, alla luce di nuovi elementi, risulta modificato o persino invalidato.

Respingo la distinzione impostaci tra “cerchia della ragione” e “pensiero unico” da un lato, ed emozioni e “post-verità” dall’altro. Io mi colloco su un altro piano: cerco di discernere i fatti dalle apparenze e la verità dalla comunicazione. Soprattutto credo che, fintanto che gli uomini cercheranno di sfruttare il prossimo, le relazioni internazionali non potranno essere pienamente democratiche e, di conseguenza, trasparenti. Pertanto, al di là dei trucchi, è intrinsecamente impossibile interpretare con certezza gli eventi internazionali nel momento in cui si verificano. La verità può affiorare solo col tempo. Sono consapevole di potermi sbagliare su questo punto, ma non rinuncio mai a rimettere in discussione le mie impressioni nel tentativo di capire. È ancor più difficile seguire tale condotta quando il mondo subisce guerre che c’impongono di prendere posizione, senza indugi.

Personalmente mi schiero con quegli innocenti che vedono entrare stranieri nelle loro città per imporvi le loro leggi, innocenti che, sulle televisioni internazionali, sentono ripetere il mantra secondo cui i loro capi sono tiranni e devono cedere il posto agli occidentali, innocenti che si ribellano e vengono quindi annientati dalle bombe della NATO. Rivendico di essere sia un analista che tenta di osservare con occhio oggettivo, sia un uomo che, con le proprie risorse, cerca di soccorrere chi soffre.

Con questo libro intendo andare oltre i documenti e le testimonianze dirette attuali. Tuttavia, a differenza degli autori che mi hanno preceduto, non cerco di dimostrare che la politica del mio Paese sia sensata, bensì di capire il concatenamento degli eventi di cui mi sono ritrovato a essere parte integrante.
Qualcuno obietterà che, contrariamente alla mia professione di onestà intellettuale, cerco in realtà di giustificare le mie azioni e che, consciamente o inconsciamente, sono di parte. Spero che questi scettici possano partecipare alla ricerca della verità e che mi segnaleranno o pubblicheranno documenti di cui ignoro l’esistenza.

Proprio il mio ruolo attivo all’interno degli eventi mi ha permesso di venire a conoscenza di molti elementi sconosciuti al pubblico e spesso a molti altri addetti ai lavori. E di verificarli. Quello che so l’ho appreso per via empirica. È stato solo con il tempo che ne ho compreso la logica.

Per permettere al lettore di seguire il mio percorso intellettuale, non ho scritto un resoconto generale della Primavera araba, ma tre storie parziali degli ultimi diciotto anni che prendono avvio da tre punti di vista diversi: quello dei Fratelli musulmani, dei governi francesi che si sono succeduti, delle autorità statunitensi. Rispetto alle edizioni precedenti, ove ero partito dall’azione della Francia, nella presente edizione ho cambiato l’ordine. Ora mi rivolgo a un pubblico internazionale.

In cerca di potere, i Fratelli Mussulmani si sono messi al servizio di Regno Unito e Stati Uniti, domandandosi al contempo come far sì che la Francia aderisse alla loro lotta per dominare i popoli. Nel perseguire i propri obiettivi, i governanti francesi non hanno cercato di capire la logica dei Fratelli Mussulmani, né quella dei loro padroni statunitensi, ma solo di trarre beneficio dalla colonizzazione e riempirsi le tasche. Solo Washington e Londra erano in possesso di tutte le informazioni in merito a ciò che accadeva e si stava pianificando.

Così la questione assume la forma di una matrioska: solo gradualmente è possibile comprendere l’organizzazione di eventi che sembravano spontanei, così come le implicazioni di certe decisioni.

La mia testimonianza è radicalmente diversa rispetto a ciò che i lettori potrebbero aver sentito o letto sullo stesso argomento: qualcuno potrebbe spaventarsi di fronte a ciò che scrivo. Altri, al contrario, s’interrogheranno su questa gigantesca manipolazione e cercheranno una soluzione per mettervi fine.
È probabile che questo libro, che svela centinaia di fatti, presenti alcuni errori che dovrò correggere in seguito. È possibile che alcune correlazioni che qui evidenzio siano solamente frutto del caso: ma non lo saranno di certo nel loro inoppugnabile insieme.

Ho fatto numerose piccole aggiunte, rese necessarie da quanto successivamente emerso nel periodo.

Senza dubbio, i sostenitori dell’imperialismo non mancheranno di accusarmi di “complottismo”, espressione da loro prediletta. È un insulto dozzinale che ripropongono da quindici anni. Ne fanno ampio uso da quando ho cominciato a mettere in dubbio la versione ufficiale sugli attentati dell’11 settembre 2001. Continuano a negare e si tradiscono quando sostengono pubblicamente Al Qaeda in Libia e Siria, mentre l’accusano dei massacri negli Stati Uniti, in Francia, in Belgio e via dicendo.

Il consenso dei giornalisti e dei politici non ha più valore di quello dei teologi e degli astronomi di fronte alle scoperte di Galileo. La ricerca del consenso mai ha permesso di stabilire la verità. Soltanto la Ragione applicata alle prove permette di avvicinarsene.

In definitiva, una volta corretti i piccoli errori, è a questa serie di fatti che ciascuno, se sincero, dovrà rispondere offrendo una spiegazione logica e coerente.

(segue…)

Traduzione
Alice Zanzottera

La traduzione italiana del libro è disponibile in versione cartacea.