In virtù dell’accordo negoziato il giorno di Natale dai presidenti tunisino e turco, Kaïs Saïed e Recep Tayyip Erdoğan, è iniziata la migrazione di jihadisti dalla Siria alla Libia, attraverso la Libia [1].
È precisamente il pendolo che torna alla posizione di partenza, dato che l’Esercito Siriano Libero fu creato dagli jihadisti del Gruppo Islamico Combattente in Libia (GICL) e si batté prima per Al Qaeda in Iraq, poi per la NATO in Libia [2].
Secondo Middle East Eye, il trasferimento della divisione Sultan Murad e delle brigate Suqour al-Sham (Falchi del Levante), in particolare Faylad al-Sham (Legione del Levante) (foto), è già in corso [3]. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR, Syrian Observatory for Human Rights), associazione britannica legata ai Fratelli Mussulmani, ha confermato l’arrivo a Tripoli dei primi 300 combattenti.
La divisione Sultano Murad è formata da turcomanni siriani. I Falchi del Levante annoverano nelle proprie fila numerosi combattenti francesi e la Legione del Levante è un imponente esercito di almeno quattromila uomini. Quest’ultimo gruppo è direttamente affiliato ai Fratelli Mussulmani egiziani.
La Turchia ha proposto a numerosi altri gruppi jihadisti di unirsi alla migrazione e mettersi così in salvo prima che l’Esercito Arabo Siriano liberi il governatorato di Idlib.
In Libia, gli jihadisti giunti dalla Siria dovrebbero riequilibrare le forze che sostengono il governo voluto dall’ONU. Il governo di Bengasi è invece appoggiato da appartenenti alla Forza di Reazione Rapida sudanese e da mercenari russi.
[1] “La Turchia negozia un massiccio trasferimento di jihadisti in Libia”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 28 dicembre 2019.
[2] « Des islamistes Libyens en Syrie pour "aider" la révolution », par Daniel Iriarte, ABC (Espagne); “L’esercito libero siriano è comandato dal governatore militare di Tripoli”, di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 19 dicembre 2011.
[3] “Turkey to send Syrian rebel fighters to battle Haftar in Libya”, Ragip Soylu & Harun al-Aswad, Middle East Eye, December 27, 2019.
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