Il 27 giugno i capi di Stato e di governo di Egitto, Iraq e Giordania si sono riuniti a Bagdad. I tre Paesi vogliono rafforzare le proprie relazioni rispetto alla Turchia, all’Arabia Saudita e all’Iran.

La Turchia occupa la parte nordoccidentale dell’Iraq e sostiene i Fratelli Mussulmani contro l’Egitto. L’Arabia Saudita è implicata nel tentativo di colpo di Stato in Giordania. L’Iran sostiene le milizie irachene che tentano di espellere le forze USA dal Paese.

È il quarto vertice dal 2019; i precedenti si sono svolti al Cairo, a Washington e ad Amman.

Una scelta che sembra contraddire le conclusioni del summit USA-Russia di Ginevra (la cosiddetta Yalta II) in quanto farebbe dell’Iraq un partner forte dell’Iran. Si tratta in realtà di togliere l’Iraq da una posizione di campo di battaglia USA-Iran.

Per sostenere l’alleanza, durante il vertice di Bagdad gli Stati Uniti hanno bombardato una milizia irachena filoiraniana in Siria.

Traduzione
Rachele Marmetti