Il 5 e 6 febbraio, sulla linea del fronte di Soledar e di Artyomovsk, un’unità ucraina ha sganciato da droni armi chimiche. Al momento è impossibile stabilire se l’utilizzo di queste armi, vietate dalle convenzioni internazionali, sia dovuto a una decisione dello stato-maggiore di Kiev o sia stata un’iniziativa dell’unità.

Le autorità del Donbass non hanno ancora identificato l’agente chimico utilizzato. Yan Gagin, consigliere del capo della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD), ha dichiarato all’agenzia TASS che le vittime soffrono di «gravi stordimenti, nausea e vomito».

Traduzione
Rachele Marmetti