Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito il 24 aprile sotto la presidenza del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per discutere del «Mantenimento della pace e della sicurezza internazionali: un multilateralismo efficace, fondato sulla difesa dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite».

Ricordiamo che l’interpretazione della Carta delle Nazioni Unite è stata definita nella «Dichiarazione sui principi del Diritto internazionale che regolano le relazioni amichevoli e la cooperazione tra Stati, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite» (risoluzione 2625 del 15 dicembre 1970). Questo documento non bandisce la guerra, ma precisa i casi d’inefficacia dei mezzi di risoluzione pacifica delle crisi.

Gli Occidentali hanno redatto una requisitoria contro la Federazione di Russia e la sua «invasione dell’Ucraina», ritenuta contraria alla Carta delle Nazioni Unite sulla base della decisione della Corte Internazionale di Giustizia (il tribunale interno dell’Onu), che ingiunge alla Russia di ritirare le proprie truppe dall’Ucraina. L’argomentazione è pretestuosa perché la deliberazione non riguarda l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, ma l’accusa all’Ucraina di genocidio per il suo comportamento in Donbass. Ma la Russia ha pubblicato moltissimi documenti scritti e video a riprova della veridicità delle proprie affermazioni.

Russia e Cina hanno invece reclamato – in linea con le dichiarazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye – che prioritariamente tutti i Paesi rispettino gli impegni scritti, vale a dire che i trattati, tutti i trattati, vengano rispettati. Questa posizione comune di Russia e Cina è la prosecuzione della proposta di garanzie di sicurezza, presentata dalla Russia il 17 dicembre 2021, ed è in sintonia con lo spirito dell’incontro tra i presidenti Putin e Xi del mese scorso a Mosca.

La pretesa di Russia e Cina non solo mette in discussione l’allargamento a est della Nato, in violazione degl’innumerevoli impegni scritti, ma ha anche altre implicazioni.

Per esempio:
– La Finlandia si è impegnata nel 1947 a rimanere neutrale. Con la recente adesione alla Nato Helsinki rinnega la propria firma.
– Nel 1990, al momento della loro istituzione, gli Stati baltici si sono impegnati per iscritto a conservare i monumenti in onore dei sacrifici dell’Armata Rossa. La distruzione di questi monumenti è perciò un’inosservanza della loro firma.
– Con la risoluzione 2758 del 25 ottobre 1971, le Nazioni Unite hanno riconosciuto la Repubblica Popolare Cinese – non Taiwan – unico appresentante legittimo della nazione cinese. Il governo di Chiang Kai-shek è stato quindi espulso dal Consiglio di sicurezza e sostituito da quello di Mao Zedong. Ne consegue che, per fare un esempio, le recenti manovre navali cinesi nello Stretto di Taiwan non costituiscono un’aggressione a uno Stato sovrano, ma sono un libero dispiegamento delle proprie forze nelle proprie acque territoriali.
¬– E via dicendo.

La pace internazionale dipende quindi dall’applicazione delle regole del Diritto internazionale, fondate sui trattati bilaterali e sui dettami elaborati collettivamente, in luogo di regole volute unicamente dagli Occidentali.

(segue…)

Traduzione
Rachele Marmetti