Fonte
Megachip-Globalist (Italia)

Gli accordi di Oslo, che Yitzhak Rabin et Yasser Arafat avevano imposto ai loro popoli, sono morti durante la campagna elettorale israeliana. Benjamin Netanyahu ha condotto i coloni ebrei verso un’impasse che sarà necessariamente fatale al regime coloniale di Tel Aviv. Così come la Rhodesia non visse che 15 anni, i giorni dello Stato ebraico sono ormai contati.

Travolta dallo sviluppo fulmineo dell’Emirato islamico che essa stessa ha creato, la Central Intelligence Agency (CIA) sarà profondamente riorganizzata. Ma il problema che deve affrontare è senza precedenti: una retorica che aveva immaginato per firmare dei comunicati di rivendicazione di atti terroristici sotto falsa bandiera si è trasformata in una potente ideologia al contatto con una popolazione che non ne sapeva nulla fino all’esistenza. Per Thierry Meyssan, la riforma della CIA sarà inefficace: non le permetterà di gestire il cataclisma che ha provocato nel Levante.

Su richiesta del Presidente François Hollande, il Partito Socialista francese ha pubblicato in questi giorni una Nota sul movimento internazionale «cospirazionista». Lo scopo: elaborare una nuova legislazione che gli proibisca di esprimersi. Negli Stati Uniti, il colpo di Stato dell’11 settembre 2001 ha permesso la messa in atto di uno «stato d’urgenza permanente» (Patriot Act) e l’inizio di una serie di guerre imperiali. Poco a poco, le élite europee si sono allineate sulle loro omologhe d’Oltreatlantico. Dovunque i cittadini temono di essere abbandonati dai loro Stati e mettono in discussione le loro istituzioni. Nel tentativo di mantenersi al potere, le élite sono ormai pronte a usare la forza per imbavagliare i loro oppositori.

Da diversi mesi, Barack Obama sta cercando di cambiare la politica statunitense nel Vicino Oriente in modo da eliminare l’Emirato Islamico con l’aiuto della Siria. Ma non può, da un lato perché per anni non ha smesso di dire che il presidente Assad doveva andarsene, e dall’altro perché i suoi alleati regionali sostengono l’Emirato islamico contro la Siria. Tuttavia, le cose evolvono lentamente e quindi dovrebbe arrivarci presto. Così, sembra che tutti gli Stati che hanno sostenuto l’Emirato Islamico abbiano cessato di farlo, aprendo la strada a una ridistribuzione delle carte.
Gli Stati Uniti, la Germania, il Canada, Israele e il Regno Unito hanno lanciato l’«Operazione Gerico»
Obama ha mancato il suo colpo di stato in Venezueladi
Thierry Meyssan

Ancora una volta, l’amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un regime politico che le resiste. Il 12 febbraio, un aereo Academi (ex Blackwater) travestito da aereo dell’esercito venezuelano doveva bombardare il palazzo presidenziale e uccidere il presidente Nicolas Maduro. I cospiratori avevano pianificato di mettere al potere l’ex deputata María Corina Machado e di farla immediatamente acclamare da ex presidenti latinoamericani.

Dopo lunghe esitazioni, l’amministrazione Obama ha adottato la sua nuova Dottrina per la Difesa. Per il Levante, non si tratta più di "rimodellare il Medio Oriente allargato", né di rovesciare il presidente Bashar el-Assad, ma unicamente di "ridurre" l’Emirato islamico. La Casa Bianca spera così di rimettere la sua macchina militare in ordine e in marcia. Per fare questo, il presidente Obama tenta di ottenere il sostegno del Congresso.

Mentre la stampa atlantista ha salutato la nuova dottrina statunitense di sicurezza nazionale come una volontà di esplorare mezzi non militari per risolvere i conflitti, Thierry Meyssan vi ha letto una professione di fede imperialista e una dichiarazione di guerra al mondo. I lettori potranno fare riferimento al documento originale, scaricabile in fondo a questa pagina, per verificare che ha ragione.

Mentre la guerra contro la Siria era stata decisa nel 2001 per rompere «l’Asse della Resistenza», per fare man bassa delle sue riserve di gas e rimodellare il «Medio Oriente allargato», le priorità di Washington sono state sconvolte. Il nuovo obiettivo è quello di stoppare il contagio terroristico che tutti gli Stati implicati alimentano e che nessuno è più in grado di controllare. Il complesso militare-industriale, i notabili di Washington e dei grandi media ormai sperano nella vittoria della Siria di Bashar al-Assad.

La crisi che attraversa l’apparato statale degli USA minaccia direttamente la sopravvivenza dell’Impero. Questo non è più solo il parere di Thierry Meyssan, ma l’argomento che ha scosso la classe dirigente di Washington, fino al punto che il presidente onorario del Council on Foreign Relations giunge a reclamare le dimissioni dei principali consiglieri del presidente Obama e la nomina di una nuova squadra. Questo conflitto non ha niente a che fare con l’opposizione democratici/repubblicani, e nemmeno con quella falchi/colombe. Quel che è in gioco è la leadership negli Stati Uniti e nella NATO.

Mentre milioni di francesi si sono appena sollevati senza esitazione per difendere le libertà di espressione e di culto, i politici e la stampa − che gli uni e l’altra continuamente calpestano − colgono l’occasione per rifarsi una verginità. Per Thierry Meyssan, il governo ha messo in atto un’ampia manipolazione per fingersi alla testa di un grande movimento popolare e ora cerca un modo per giustificare una nuova operazione militare in Libia.

Mentre Washington non ha più una politica estera, ma diverse politiche contraddittorie e simultanee, i «falchi liberali» si sono radunati attorno al generale David Petraeus e al Center for a New American Security. Thierry Meyssan presenta questo think tank, che ora gioca il ruolo precedentemente assegnato al Project for a New American Century nell’era Bush: promuovere l’imperialismo espansionista e dominare il mondo.

Il popolo siriano ha vinto due guerre successive in quattro anni. Eppure il paese non arriva ancora a conoscere la pace. Non solo a Washington i “falchi liberali” fanno tutto quanto in loro potere per prolungare la crisi, ma hanno messo a punto un piano per preparare una terza guerra. Thierry Meyssan rivela qui come intendono utilizzare a proprio vantaggio la conferenza di pace che si terrà a Mosca a fine gennaio 2015.

L’annuncio del ripristino delle relazioni diplomatiche di Washington con L’Avana prefigura quello dei rapporti con Teheran. Gli Stati Uniti non hanno abbandonato le loro ambizioni imperialiste e questi due Stati non hanno rinunciato al loro ideale rivoluzionario. Tuttavia, pragmaticamente, Washington riconosce che Cuba e l’Iran non saranno sconfitti dall’isolamento diplomatico e dalla guerra economica: si prepara a un altro tipo di scontro.
Il rapporto del Congresso sulla tortura conferma che al-Qa’ida non è implicata negli attentati dell’11 Settembre
di
Thierry Meyssan

Gli estratti, resi pubblici, del rapporto della Commissione del Senato statunitense sul programma segreto di tortura della CIA mettono in evidenza una vasta organizzazione criminale. Thierry Meyssan ha letto per voi le 525 pagine di questo documento. E ha trovato la prova di quello che sostiene da anni.
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