Fonte
Pravda.ru (Russia)

La sconfitta di Trump nella corsa al rinnovo del mandato presidenziale ha riportato la politica estera americana su binari apparentemente già noti: se da un lato The Donald è stato il primo presidente americano da 30 anni a questa parte a non iniziare una guerra, dall’altro lato Joe Biden era in quella stessa amministrazione il cui presidente Obama, inutile premio Nobel per la pace, non ha esitato a distruggere la Libia di Gheddafi sotto un uragano di bombe; precipitare la Siria nel baratro di una guerra per procura che perdura da 9 lunghissimi anni; esportare la democrazia in Ucraina fomentando un colpo di Stato nazista che ha innescato in chiave difensiva l’annessione russa della Crimea e la secessione delle regioni russofone del Donbass.

La guerra per procura contro la Siria dura da così tanto tempo che è facile dimenticarne inizio e mandanti. Quali legami collegano fra loro gli attori di questa tragedia ancora senza una fine? Abbiamo posto alcune domande a Thierry Meyssan, fondatore della Rete Voltaire e profondo conoscitore del Medio Oriente. In particolare, gli abbiamo chiesto riguardo il ruolo della Turchia e le responsabilità del suo Presidente, Recep Erdogan, nel bagno di sangue contro Damasco.