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Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno una base militare in Somaliland e sfruttano il porto di Berbera, si sono assunti l’impegno di formare la polizia e l’esercito locali.
Il Somaliland è Stato non riconosciuto. Sostenuto da Israele, che vi ha installato lo stato-maggiore congiunto con l’Arabia Saudita per la guerra contro lo Yemen, il Somaliland sta ora per passare sotto il controllo dell’ex colonialista, il Regno Unito, ed essere acquistato dagli Emirati Arabi Uniti.
Il 1° marzo scorso il 19% (...)

Nella Repubblica non riconosciuta di Somaliland, il 13 novembre si è tenuta un’elezione presidenziale, presentata dalla stampa occidentale come “esemplare”.
C’è stato un dibattito pubblico tra i tre candidati ma, durante la votazione, i social network sono stati oscurati per impedire la diffusione di false notizie e la sollecitazione di voti tribali.
L’elezione presidenziale era inizialmente prevista due anni fa. Le ultime elezioni legislative risalgono invece al 2005.
Somaliland era sostenuta (...)

In un video, Daesh annuncia l’insediamento nel Puntland di un campo di addestramento, intitolato al Commandant cheikh Abou Nouman, ex ufficiale degli Shabaab e da costoro assassinato dopo la sua diserzione per Daesh.
Senza essere un vero e proprio Stato, il Puntland è una regione secessionista della Somalia che possiede un proprio governo indipendente. In realtà si tratta di uno Stato-pirata che gli Stati Uniti hanno incoraggiato per impedire il passaggio delle navi cinesi e russe nello (...)

Lo schieramento multipartisan, che dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, è sceso a fianco dei due fucilieri del Battaglione San Marco incriminati dalla magistratura indiana per aver sparato su dei pescatori, scambiati per pirati, uccidendone due.
Decine di Comuni hanno risposto alla chiamata patriottarda di Ignazio La Russa, esponendo lo striscione «Salviamo i nostri marò». Giornalisti embedded del Tg1 hanno indossato il nastro giallo della Marina militare con scritto «Non lasceremo soli i (...)

La pirateria a largo della Somalia fa correre i maggiori rischi alle navi che collegano il Mediterraneo all’oceano Indiano. Ufficialmente il fenomeno sfugge a tutti i controlli e le grandi potenze sono state costrette a dislocare la loro marina militare nella zona per scortare le navi mercantili. Tuttavia, in certi porti somali, si possono vedere navi catturate, sapientemente attraccate in fila, in attesa del loro riscatto, senza che i pirati debbano temere le navi da guerra che incontrano a largo. A seguito di una lunga inchiesta, Thierry Meyssan svela gli accomandatari di questo nuovo business.

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