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USA: amministrazione Trump
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È un grave errore giudicare il presidente Trump con i criteri della classe dirigente di Washington e non tener conto della storia e della cultura degli Stati Uniti. Ed è errato anche interpretare le sue azioni in base agli schemi del pensiero europeo. In effetti, la difesa di Trump del porto d’armi o dei manifestanti razzisti di Charlottesville non hanno nulla a che vedere col sostegno agli estremisti, ma rispecchiano unicamente la promozione della Bill of Rights. Thierry Meyssan spiega la corrente di pensiero di cui Trump è espressione e traccia un bilancio delle sue importanti realizzazioni economiche, politiche e militari, ponendo al tempo stesso il problema dei limiti del pensiero politico statunitense e dei rischi che implica lo smantellamento dell’”Impero (...)

Mentre i neoconservatori intendevano realizzare una "rivoluzione mondiale" esportando la loro "democrazia" attraverso la guerra, il presidente Trump basa la sua politica estera sul rispetto della sovranità degli Stati. Di conseguenza, ha interrotto ogni sostegno USA ai separatismi. Thierry Meyssan ricorda qui le ambiguità della posizione statunitense sulle secessioni, poi rivela le analogie fra gli avvenimenti in Kenya, Iraq e Spagna.

Dalla fine di luglio il presidente degli Stati Uniti ha dato l’impressione di essere uno sbruffone che mette a repentaglio la pace mondiale con le sue dichiarazioni sconsiderate. Thierry Meyssan dimostra che dietro questi interventi avventati, Donald Trump persiste tranquillamente nella sua politica estera nonostante l’opposizione quasi unanime del Congresso. E dunque si tratta, a suo avviso, di quel che oggi chiamiamo un "artificio di comunicazione" e un tempo un "doppio gioco". Inoltre, il presidente sta cercando di convincere i suoi amici a prendere il controllo del Partito Repubblicano, cosa che gli consentirebbe di razionalizzare la sua comunicazione e di attuare ancora più rapidamente la sua politica antimperialista.

Il 23 ottobre scorso, a Washington, l’Hudson Institute ha organizzato un dibattito dal titolo: «Contrastare l’estremismo violento: il Qatar, l’Iran e i Fratelli Mussulmani».
L’Hudson Institute è un organismo di previsione, creato dal futurologo Heman Kahn. Vi fanno parte molti adepti del filosofo Leo Strauss.
Il pubblico era composto da alte personalità, membri del Congresso e dell’amministrazione, ambasciatori e giornalisti.
L’ex direttore della CIA e segretario della Difesa, Leon Panetta, e il (...)

Secondo il decimo canale televisivo israeliano, l’incontro della delegazione israeliana con il consigliere nazionale per la sicurezza USA, il generale H.R. McMaster, dello scorso agosto è andato molto male .
Il generale ha respinto le richieste di Tel Aviv che miravano a respingere Hezbollah e le forze iraniane il più lontano possibile.
Durante l’incontro, il generale H.R. McMaster avrebbe sostenuto che Hezbollah non è un’organizzazione terrorista, bensì una rete di resistenza.
Israele (...)

Per le commemorazioni dell’11 settembre il presidente Donald Trump ha vietato ai membri del suo gabinetto ogni riferimento, anche minimo, a supposti cospiratori “islamici”.
All’epoca, il presidente George W. Bush aveva accusato Osama Bin Laden e una ventina di complici di aver organizzato gli attentati, riuscendo a sconfiggere l’esercito più forte del mondo. Bush istituì una commissione d’inchiesta che convalidò la propria versione, senza prendere in considerazione interpretazioni diverse. (...)

In una lettera indirizzata al presidente della Commissione senatoriale degli Esteri, il segretario di Stato, Rex Tillerson, traccia il bilancio della riforma in corso nel suo ministero.
Tillerson informa il parlamentare che, per compimento della missione, sono stati soppressi nove inviati speciali, su 66 che facevano parte del dipartimento.
Sono confermati gli inviati speciali per le donne nel mondo, la sorveglianza e la lotta contro l’antisemitismo, la questione ostaggi, la libertà (...)

Continuando la sua analisi della politica di Donald Trump sul Medio Oriente allargato, Thierry Meyssan dimostra che, contrariamente all’opinione comunemente ammessa, il presidente USA non ha cambiato strategia. Rompendo con i suoi predecessori, egli cerca di tagliare il sostegno del Pakistan ai jihadisti in Afghanistan così come ha fatto per il ruolo dell’Arabia Saudita con i jihadisti nel Levante. Per inciso, il nostro autore spiega che mentre alcuni degli elettori di Trump possono essere preoccupati nel vederlo schierare nuovi soldati, dovrebbero tuttavia logicamente approvare questa decisione.

Numerosi sostenitori del presidente Donald Trump gli chiedono di rinunciare al consigliere nazionale per la Sicurezza, il generale McMaster.
Estremamente brillante, McMaster è considerato uno dei maggiori esperti di strategie e armamento russi. Tuttavia, rivelazioni sul lavoro da lui compiuto al Consiglio nazionale per la Sicurezza fanno emergere legami persistenti con l’équipe Obama e gettano ombre sulle decisioni che ha preso.
Innanzitutto, il generale McMaster ha silurato diversi membri (...)

Il generale H.R. McMster, consigliere nazionale per la sicurezza, ha licenziato tre collaboratori del Consiglio Nazionale per la Sicurezza:
Rich Higgins, ex responsabile della strategia del Pentagono. È diventato celebre per aver scritto una nota in cui metteva a confronto la tecnica dei globalisti e degli islamisti contro il presidente Trump (creare uno Stato parallelo) con quella dei maoisti cinesi.
Dereck Harvey, direttore della sezione Medio Oriente.
Ezra Cohen-Watnick, considerato (...)

Secondo il Washington Post, il presidente Trump ha messo fine a tutti i programmi della CIA di sostegno agli jihadisti in Siria.
Per il quotidiano, questa decisione sarebbe stata presa in una riunione con il direttore della CIA, Mike Pompeo, e il consigliere per la Sicurezza nazionale, il generale H.R. Mc Master. Questo consiglio ristretto si sarebbe tenuto prima dell’incontro Trump-Putin del 7 luglio scorso, al termine del quale è stato annunciato un cessate-il-fuoco nel sud della Siria. (...)

La maggioranza repubblicana della Commissione del Senato per la Sicurezza della patria e per gli Affari governativi denuncia le disastrose conseguenze delle ricorrenti fughe di notizie dall’apparato amministrativo.
Questo fenomeno, molto raro con i presidenti George Bush Jr. e Barack Obama, è repentinamente dilagato a discapito della presidenza Trump, causando danni irreversibili per la Sicurezza nazionale.
Nei primi 126 giorni della presidenza Trump, 125 informazioni riservate sono state (...)

Thierry Meyssan osserva le azioni del presidente Trump volte a convincere i suoi alleati e partner a lasciar perdere i jihadisti da loro sostenuti, armati e inquadrati. Contrariamente a quanto rappresentato dalla stampa internazionale e dai suoi avversari politici, la Casa Bianca continua senza sosta da quattro mesi una politica anti-imperialista che comincia a dare i suoi frutti: il processo di cessazione del sostegno saudita ai Fratelli musulmani, la fine del coordinamento dei jihadisti da parte della NATO e il processo di cessazione del finanziamento occidentale ai Fratelli musulmani.

Contrariamente a quanto riportano le agenzie di stampa occidentali e a quel che aveva fatto il presidente Obama in Egitto otto anni orsono, in occasione del viaggio in Arabia Saudita il presidente Trump non ha pronunciato un discorso sull’islam.
Ricordando che il suo viaggio, iniziato in Arabia Saudita, terra dei luoghi santi dell’islam, proseguirà a Gerusalemme, Betlemme e Vaticano, ha fatto appello alla pratica della tolleranza e del rispetto fra le tre religioni abramitiche.
Incentrando (...)

Contrariamente alle apparenze, l’amministrazione statunitense, lungi dal comportarsi in modo irregolare, tenta di fissare il profilo della sua politica estera. Il presidente Donald Trump sta negoziando con un portavoce di quello Stato profondo che governa il suo paese dall’11 settembre 2001. Sembra che abbiano trovato un accordo quadro, i cui dettagli sono ancora da precisare. I membri dell’amministrazione dovrebbero chiarire la nuova politica estera della Casa Bianca a fine maggio, davanti a una commissione del Congresso.
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