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USA: amministrazione Trump
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Il vice di Steve Bannon alla Casa Bianca, Sebastian Gorka, dovrebbe dimettersi a breve dall’incarico.
Nel libro Defeating Jihad. The Winnable War (Sconfiggere la Jihad. La guerra che si può vincere) Gorka propone di mettere in atto contro l’islamismo una politica simile allo sforzo compiuto dagli Stati Uniti contro il comunismo sovietico.
Gorka era stato ingaggiato da Trump per dirigere il Gruppo di Iniziative Strategiche, progetto ideato da Bannon che però non ha mai visto la luce.
Quando è (...)

Il senatore John McCain, la moglie Cindy e il collega Lindsey Graham hanno cenato il 24 aprile scorso con Donald Trump.
Durante l’incontro pare sia stato concluso un accordo: gli Stati Uniti manterranno la tutela sull’Europa e, di conseguenza, non si alleeranno con la Russia; si ritireranno invece dal “Medio Oriente allargato”.
Per suggellare l’intesa, si è concordato che la politica di Washington in Europa sarà affidata a due neo-conservatori:
Tom Goffus, un assistente di McCain nella (...)

Mentre la stampa internazionale descrive la grande giravolta di Donald Trump, Thierry Meyssan dimostra che non è proprio così: lungi dall’aver abbandonato il suo ideale di pace, il presidente degli Stati Uniti urla e bombarda, facendo però attenzione a non commettere nulla di irreversibile.

Il 12 aprile 2017, ricevendo alla Casa Bianca il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il presidente Donald Trump ha descritto un’immaginaria Alleanza, che avrebbe sconfitto l’Unione Sovietica e liberato l’Europa orientale.
Trump ha ringraziato la NATO per il sostegno ricevuto durante l’attacco illegale del 6 aprile scorso alla base siriana di Chayrat.
Contraddicendo le dichiarazioni precedenti, il presidente ha affermato che non considera più la NATO «obsoleta» e che conta di (...)

In due settimane l’amministrazione Trump ha sostenuto 6 diverse posizioni sulla Siria:
• Fino al 30 marzo 2017
L’amministrazione Trump riteneva Bachar al-Assad legittimamente al potere perché eletto dai suoi concittadini. Il 30 marzo 2017 l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Nikki Haley, confermava che la priorità degli Stati Uniti non è più il rovesciamento del presidente siriano.
• Il 5 e 6 aprile 2017
Il presidente Trump e il segretario di Stato Rex Tillerson ritenevano Damasco (...)

Le cancellerie e la stampa assicurano che il presidente Trump ha cambiato la sua politica e tradito i suoi elettori, nell’accettare le dimissioni del generale Flynn e nel bombardare Chayrat. Thierry Meyssan, da parte sua, rileva incongruenze che suggeriscono il contrario: l’aggressione militare statunitense contro la Siria potrebbe in realtà essere diretta alla fine contro gli alleati di Washington.

La volontà del presidente Trump di combattere Daesh e porre fine al terrorismo internazionale è estremamente difficile da attuare. Infatti, danneggia gli Stati che l’hanno organizzato e comporta un riorientamento della politica internazionale. Il nuovo presidente statunitense non sembra in grado di dare ordini di passare all’attacco alle sue truppe fino a quando non avrà trovato e sigillato delle nuove alleanze.

Il presidente Donald Trump ha dato disposizione al segretario di Stato, Rex Tillerson, di dimezzare, nel corso dei prossimi tre anni, la partecipazione finanziaria degli Stati Uniti al funzionamento dell’ONU.
La decisione fa seguito alla richiesta di audit dell’ambasciatrice Nikki Halley al Consiglio di sicurezza.
Da luglio 2012, con la nomina di Jeffrey Feltman a capo del dipartimento Politico dell’Organizzazione, le risorse dell’ONU sono state utilizzate dallo Stato Profondo USA per (...)

Due mesi dopo il suo ingresso alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dovrebbe chiarire la sua posizione rispetto al piano dei suoi predecessori di rimodellamento del Medio Oriente allargato. Se auspica davvero di mettere fine al jihadismo, dovrà riconoscere la resilienza della Siria e riposizionare sia il Regno Unito, sia l’Arabia Saudita e la Turchia.

L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha trasferito il proprio staff nel quartiere di Kaloroma (Washington D.C.): la residenza provvisoria, usata nei mesi di gennaio e febbraio, non poteva giuridicamente essere utilizzata per fare politica. Il nuovo quartiere generale è una magione (foto) affittata all’ex capo ufficio stampa di Bill Clinton.
L’équipe, diretta da Valerie Jarett, la confidente dei coniugi Obama, ha lo scopo di organizzare la destituzione del presidente Donald Trump. (...)

Il 14 febbraio scorso la Marina degli Stati Uniti ha riferito un incidente che l’avrebbe opposta alla Marina russa nel Mar Nero.
Secondo questa versione, quattro aerei russi in assetto di guerra (Su-24 e Ilyushin II-38) si sarebbero pericolosamente avvicinati al cacciatorpediniere USS Porter (DDG-78), rifiutando i contatti radio e violando le regole di navigazione militare.
La gravità di questo incidente, che si sarebbe verificato in acque internazionali, comproverebbe l’aggressività della (...)

I ministri della Difesa della NATO si sono riuniti il 15 febbraio 2017 nella sede dell’organizzazione a Bruxelles alla presenza del generale James Mattis, segretario della Difesa dell’amministrazione Trump.
I ministri hanno deciso l’istituzione di un nucleo Sud, per controllare Africa e Medio Oriente, nonché la sospensione dei voli di ricognizione in Siria.
Dall’inizio della guerra contro la Siria, intrapresa da Washington, Londra e Parigi nel 2011, la NATO assicura la sorveglianza delle zone (...)

Thierry Meyssan ci invita a osservare Donald Trump senza starlo a giudicare con gli stessi criteri dei suoi predecessori, ma cercando di capire la sua propria logica. Osserva che il presidente degli Stati Uniti sta cercando di ristabilire la pace e di rilanciare il commercio mondiale, ma su nuove basi, completamente diverse dall’attuale globalizzazione.

La CIA ha rifiutato a Robin Townley il livello di accreditamento alla Difesa richiesto per far parte del Consiglio nazionale per la sicurezza (CNS).
Robin Townley era stato designato principale assistente del consigliere per la Sicurezza nazionale, il generale Michael Flynn. Avrebbe dovuto dirigere, in seno al CNS, il settore per l’Africa, ma ora s’è visto costretto a rassegnare le dimissioni.
La decisione dell’Agenzia è una “risposta per le rime” al Memorandum del presidente Trump, il quale (...)

I nostri precedenti articoli sul presidente Donald Trump hanno suscitato vive reazioni nei nostri lettori, che si chiedono le ragioni per cui Thierry Meyssan dia prova di tanta ingenuità, malgrado gli ammonimenti della stampa internazionale e l’accumularsi di segnali negativi. Ecco la sua risposta, argomentata come d’abitudine.
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