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Il 6 gennaio la rete televisiva statunitense CBS ha trasmesso, all’interno del programma 60 minuti, un’intervista al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi , ove questi dichiara «che il suo esercito collabora con Israele contro i terroristi del nord del Sinai».
L’annuncio dell’intervista da parte di CBS aveva suscitato la preoccupazione dell’ambasciatore egiziano a Washington, che invano aveva chiesto non fosse trasmessa.
Se il presidente al-Sissi parla di collaborazione, la maggior parte (...)

Dopo l’attacco di Daesh a Palmira, la Cina ha rinunciato al tracciato storico della via della seta (Bagdad, Palmira, Damasco, Tiro). È stato perciò studiato un tracciato alternativo, che non passi dalla Siria, ma dalla Turchia. Anche questo nuovo percorso è stato accantonato.
Nell’Antichità esisteva una via secondaria che passava da Petra, in Giordania, e da Alessandria d’Egitto. La Cina ha perciò studiato una nuova via che dovrebbe passare dalla Giordania e poi biforcarsi verso Egitto e Israele. (...)

Monsignor Makario, vescovo copto di Minya, ha accusato le autorità egiziane di non reagire alla recrudescenza degli attacchi ai cristiani da parte degli islamici.
Due settimane fa, a Ezbet Soltan, degli islamisti hanno attaccato la casa di un cristiano che sospettavano fosse utilizzata come chiesa. Fatto analogo si è ripetuto la scorsa settimana nel vicino villaggio di Demshaw Hachem. Tre uomini, tra cui un assalitore, sono stati feriti.
Dall’occupazione ottomana i cristiani devono chiedere (...)

A torto abbiamo considerato il progetto statunitense per il Medio Oriente un piano di pace per la Palestina. Nonostante le comunicazioni diffuse dalla Casa Bianca, non è questo che vuole il presidente Trump. Egli tratta la questione da un punto di vista radicalmente diverso da quello dei suoi predecessori: non cerca, come fosse un imperatore, di ripristinare la Giustizia tra i vassalli, ma di sbloccare la situazione per migliorare la vita quotidiana dei popoli che abitano la regione.

Mentre gli inviati speciali USA, Jared Kushner e Jason Greenbatt, sono arrivati in Egitto dopo essere stati ricevuti in Giordania e Arabia Saudita, il gabinetto del presidente al-Sissi ha annunciato il proprio sostegno a una parte del piano di pace americano.
Il Cairo sarebbe disposto a togliere l’assedio a Gaza se i Paesi del Golfo costruissero un porto e un aeroporto a Gaza e se Hamas restituisse i prigionieri israeliani che (...)

Ricevendo il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sissi, ha reso noto che il suo Paese entra a far parte del progetto Neom.
A ottobre 2017 l’Arabia Saudita aveva annunciato di voler costruire una megacittà high-tech, destinata al turismo di lusso: Neom. La regione in cui sorgerà Neom dovrebbe essere governata da normative peculiari, conformi al modo di vita occidentale, non vincolate al wahabismo, in particolare, e all’islam, in generale. (...)

Numerosi conflitti oppongono Egitto e Sudan:
I confini tra i due Stati non sono stabili. La regione d’Halayeb, occupata dall’Egitto dal 2000, continua a essere rivendicata dal Sudan. In cambio della cessione, nel 2016, delle isole egiziane di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita, il Regno avrebbe riconosciuto la sovranità dell’Egitto su Halayeb.
Il Sudan è governato da una branca dei Fratelli Mussulmani egiziani, oggi fuori legge al Cairo. Il Sudan ha recentemente firmato un accordo militare (...)

Conformemente all’accordo dell’11 aprile 2016, alla fine l’Egitto ha consegnato le isole di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita .
Riad è ora tenuta a rispettare gli accordi di Camp David, secondo cui il Paese proprietario di queste due isolette non può intralciare la circolazione dello stretto e deve consentire libero transito alle navi israeliane.
La decisione del presidente al-Sissi era stata molto contestata e il governo egiziano, pur di acquisire il consenso della popolazione, aveva (...)

Domenica 19 febbraio 2017 Daesh ha annunciato in un video di voler sterminare i cristiani d’Egitto.
L’11 dicembre 2016 un attentato alla cattedrale copta di San Marco [Cairo] aveva causato la morte di 28 fedeli. Nel video di Daesh compariva anche il presunto kamikaze, Abu Abdallah al-Masri (foto).
I copti rappresentano ormai la più importante comunità cristiana del Medio-Oriente.

Domenica 11 dicembre 2016 un attentato nella chiesa San Pietro e Paolo al Cairo ha ucciso 23 persone e ne ha ferite gravemente una cinquantina.
L’Egitto ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Sotto la presidenza del loro adepto Mohamed Morsi, i Fratelli mussulmani erano stati liberi di saccheggiare numerose chiese e vescovadi copti, abbandonandosi persino a linciaggi. Dopo il rovesciamento di Morsi, il nuovo presidente Abd al-Fattah al-Sisi ha preso invece l’impegno di difendere i (...)

In un’intervista concessa il 23 novembre 2016 alla rete televisiva portoghese RTP, il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sissi ha dichiarato: «Sarebbe auspicabile un sostegno internazionale agli eserciti nazionali di Libia, Iraq e Siria per garantire la sicurezza di questi Paesi».
Il presidente al-Sissi ha così svelato un segreto fino a ora ben custodito: nonostante le minacce saudite, l’Egitto ha fornito armi alle forze lealiste di Libia, Iraq e Siria.
L’8 ottobre scorso, al Consiglio di (...)

Il capo della Sicurezza siriana, generale Ali Mamlouk, il 16 ottobre 2016 si è recato in visita ufficiale al Cairo, dove ha incontrato il suo omologo egiziano per discutere della lotta contro gli jihadisti, la cui casamadre, la Confraternita dei Fratelli Mussulmani, è stata istituita in Egitto nel 1951 dai servizi segreti anglosassoni.
Attualmente, la Confraternita ha ripreso il nome della società segreta creata nel 1928 da Hassan el-Banna, dissolta nel 1949 in seguito a un’ondata di (...)

Per placare la collera dei nazionalisti egiziani, dall’11 aprile scorso, giorno in cui l’Egitto ha rimesso all’Arabia Saudita le isole di Tiran e Sanafir, dichiarazioni ufficiali dei due governi si sono susseguite per dimostrare che tali isole sono sempre state di proprietà saudita [12].
A sostegno di questa tesi, i governi dei due Paesi e i loro sostenitori hanno diffuso diversi documenti interni.
Tuttavia, dal punto di vista del diritto internazionale, ha valore la sola Convenzione di (...)

Da cinque anni la storia dell’Egitto − come quella di molti altri Stati arabi − è una serie di complotti, violenze, annunci e smentite. Tutto ciò che in un certo momento l’opinione pubblica internazionale credeva fosse un dato acquisito è stato rimesso in dubbio da nuovi elementi. Thierry Meyssan prova qui a districare il vero dal falso, interrogandosi al contempo su ciò che ancora nasconde l’attuale presidente al-Sisi.

20 giugno 2012
Repubblica araba d’Egitto
Commissione elettorale presidenziale
Segretariato generale
In nome di Dio il Misericordioso
A Sua Eccellenza il maresciallo Mohammed Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo delle forze armate
Saluti.
Diamo riscontro per iscritto alla richiesta di risposta verbale, rivolta ai consiglieri, al direttore, ai membri e al segretario della Commissione elettorale presidenziale, che abbiamo ricevuto ieri, mercoledì 30 giugno 2012, dal generale (...)

Fin dalla loro istituzione in Egitto nel 1928, i Fratelli musulmani commisero stragi politiche e tentarono numerosi colpi di Stato. Perciò sono considerati un’organizzazione terroristica nella maggior parte degli Stati arabi. Tuttavia, la fratellanza fu creata dai servizi segreti inglesi, per poi propendere per i nazisti prima di finire nelle mani della CIA. Nel 1978 fornì la maggior parte dei jihadisti arabi che combatterono contro il regime comunista afghano e poi contro l’Armata Rossa. Dal 2004, CIA e dipartimento di Stato hanno cercato di rovesciare i regimi laici arabi e sostituirli con i Fratelli musulmani. Questo piano si realizzò nel 2011 con la primavera araba. Oggi, tutti i gruppi jihadisti sostengono l’ideologia della Fratellanza e tutti i loro capi ne fanno (...)

Il presidente cinese Xi Jinping sta compiendo una tournée in Arabia Saudita, Egitto e Iran. Ufficialmente non per parlare di politica ma esclusivamente di economia. La Cina propone agli Stati del Medio Oriente di partecipare alla costruzione della «nuova via della seta» per poter crescere e liberarsi dal colonialismo occidentale.

L’Interpol ha distribuito ai suoi Stati membri una nota redatta a partire da una richiesta del procuratore generale d’Egitto, Hichem Baraket, che accusa Abdelhakim Belhaj di essere il capo dell’Emirato islamico (Daesh) nel Maghreb.
Ex capo del Gruppo islamico che combatte in Libia (GICL), rinominato nel 2007 "Al-Qaida in Libia", Abdelhakim Belhaj, per quattro volte, tenta di assassinare Mouamar el-Kadhafi, tra il 1995 e il 1998, per conto del MI6 britannico. Si installa in Afghanistan al (...)

Il presidente egiziano , Abd al-Fattah al-Sisi, ha firmato il 16 febbraio 2015 al Cairo, cinque contratti di acquisto di armamenti con la Francia, riguardanti:
24 “Rafales” di Dassault Aviation;
1 fregata multi-missione “FREMM”, fabbricata da DCNS (Direction des Constructions Navales Services); (...)

Secondo il Guardian, l’ex-premier inglese ed attuale rappresentante speciale del Quartetto (USA, UE, ONU, Russia) per il Medio Oriente, Tony Blair, è stato nominato consigliere economico del presidente egiziano Abdal Fatah al-Sisi [14].
Il suo stipendio sarà pagato dagli Emirati Arabi Uniti, non dall’Egitto.

Patrick Leahy, presidente della sottocommissione sovvenzioni e operazioni estere e Presidente pro tempore del Senato, si è detto fortemente contrario al versamento di 650 milioni dollari in aiuti militari all’Egitto.
Per il parlamentare democratico del Vermont, l’amministrazione Obama non più sostenere un regime che ha rovesciato un presidente eletto e condannato a morte i quadri dei fratelli musulmani.
Anche se il senatore Leahy è abbastanza solo su tale posizione, il suo ruolo in Senato (...)

Solo gradualmente tutti i pezzi del puzzle si combinano. In questa intervista con la rivista serba Geopolitika, Thierry Meyssan spiega cosa ora preveda il piano imperialista di Washington per il Medio Oriente, elaborato nel 2001. Ne osserva l’incapacità di affrontare la resistenza popolare e nota che pagheremo tutti le conseguenze, sia i popoli oppressi che coloro che pensavano di dominarle.

Il governo egiziano ha raggiunto i 18 firmatari del trattato antiterrorismo della Lega araba reprimere i Fratelli musulmani. La domanda è stata inoltrata dal ministro degli Esteri Nabil Fahmy (considerato vicino a Washington).
Secondo Cairo, i Fratelli musulmani, di cui l’ex presidente Muhammad Morsi è membro, continuano a sostenere il terrorismo all’estero e in Egitto.
I Fratelli musulmani sono ufficialmente presentata nei governi di Marocco, Tunisia, Libia, Gaza, Giordania. Erano (...)

L’Università al-Azhar di Cairo, principale autorità teologica sunnita, ha annunciato di preparare un canale televisivo multilingue per diffondere la corretta visione dell’Islam e lottare contro il terrorismo.
Secondo lo sceicco Ahmad al-Tayab, dovrebbe trasmettere entro tre mesi in tedesco, inglese, arabo e francese.
Dopo le dimissioni di Hosni Mubaraq, l’università al-Azhar ha riconquistato l’indipendenza dal potere (...)

La Russia negozia la vendita di armi all’Arabia Saudita e all’Egitto per 12 miliardi di dollari.
Una delegazione guidata dai ministri degli Esteri e della Difesa russi era in visita a Cairo il 13 e 14 novembre [15]. Mosca s’è offerta di vendere per 2 miliardi di dollari dei sistemi di difesa aerea (foto: S-400 Triumph). Tuttavia, l’Egitto è disastrato e questo ordine potrebbe essere sostenuto dall’Arabia Saudita.
Il resto della trattativa si riferisce ad equipaggiamenti per Riyadh. La stampa (...)

L’Egitto ha annunciato il 22 novembre 2013 l’espulsione dell’ambasciatore turco a Cairo Huseyin Avni Botsali (foto), che accusa d’ingerenza negli affari interni. L’ambasciatore egiziano ad Ankara, Abdirahman Salah al-Din, ha lasciato la Turchia dal 15 agosto, dopo che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan aveva commentato: "Il gravissimo massacro (627) di manifestanti pacifici".
Da parte sua, la Turchia ha annunciato la ritorsione non permettendo il ritorno dell’ambasciatore egiziano e (...)

La decisione statunitense di sospendere gli aiuti militari e finanziari all’Egitto, a seguito del colpo di Stato del Generale al-Sisi, deve essere interpretata come applicazione della legge che vieta il sostegno ai regimi andati al potere violando la Costituzione, o come conseguenza dell’indebolimento economico di Washington? Questa è la domanda posta da Thierry Meyssan nelle nostre pagine [16]. Se la seconda ipotesi è corretta, allora l’interruzione dei sussidi statunitensi è paragonabile a (...)

L’ex presidente egiziano Muhammad Morsi, e 14 altri membri della Fratellanza musulmana, sono apparsi il 4 novembre 2013 davanti a un tribunale di Cairo. Lo stesso Mursi, che non appariva in pubblico dal suo rovesciamento da parte dell’esercito, il 3 luglio, s’è presentato come presidente e ha respinto la legittimit‡ della Corte. E’ accusato di aver autorizzato la Confraternita a sostituire la polizia, il 5 dicembre 2012, e di aver fatto uccidere almeno tre manifestanti.
Il processo è stato (...)

In un’intervista simultanea ad Algérie Patriotique e a Jeune Indépendant, Thierry Meyssan spiega come la Siria, un Paese che affronta da 32 mesi una guerra di aggressione tra le più letali della storia, abbia potuto invertire i rapporti di forza in suo favore. L’analisi dell’intellettuale francese suggerisce anche una chiarificazione sulla nuova configurazione geopolitica regionale che emergerà, ha detto, che con la Russia. Riguardo Gran Bretagna e Francia, analizza il politologo, saranno le perdenti della guerra in Siria. “Non gli Stati Uniti!” Perché “si divideranno la regione con la Russia” sulle rovine del patto Sykes-Picot del 1916, con il quale il Regno Unito e la Francia controllavano la zona.
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