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Secondo la rete televisiva israeliana Canale 10, i consiglieri per la sicurezza nazionale statunitense e israeliano, H.R. McMaster e Meir Ben-Shabbat (foto), il 12 dicembre scorso hanno firmato alla Casa Bianca un protocollo segreto.
Il documento istituirebbe quattro gruppi di lavoro congiunti sui seguenti temi:
Sostegno iraniano a Hezbollah e alla Siria;
Accordo 5 + 1;
Programma missilistico iraniano;
Possibili iniziative d’Iran e Hezbollah.
Il documento dovrebbe essere (...)

Grandi opere sul nostro territorio, da nord a sud. Non sono quelle del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di cui tutti discutono, ma quelle del Pentagono di cui nessuno discute. Eppure sono in gran parte pagate con i nostri soldi e comportano, per noi italiani, crescenti rischi.
All’aeroporto militare di Ghedi (Brescia) parte il progetto da oltre 60 milioni di euro, a carico dell’Italia, per la costruzione di infrastrutture per 30 caccia Usa F-35, acquistati dall’Italia, e per 60 (...)
Quattro veti successivi sulla menzogna di Khan Shaykhun
All’ONU, l’incapacità degli Stati Uniti di ammettere la realtàdi
Thierry Meyssan

Mentre i presidenti Putin e Trump fanno progressi sulla questione siriana, gli alti funzionari statunitensi all’ONU sono impegnati in un braccio di ferro con la Russia. Rifiutandosi di indagare su un crimine, giudicato tale a priori, hanno provocato non uno, bensì quattro veti al Consiglio di Sicurezza. Secondo Thierry Meyssan, il comportamento schizofrenico degli Stati uniti sulla scena internazionale attesta la divisione dell’amministrazione Trump e, al tempo stesso, il declino dell’imperialismo americano.

Rispondendo a una domanda sullo statuto delle truppe USA in Siria, il segretario della Difesa, James Mattis, ha asserito che gli Stati Uniti hanno ricevuto l’avallo delle Nazioni Unite per scacciarvi Daesh.
Proseguendo, nella foga del discorso ha altresì dichiarato che, per impedire il ritorno di Daesh, le truppe non si ritireranno finché il processo di Ginevra non avrà termine.
Il governo costituzionale di Damasco da tempo denuncia l’occupazione illegale americana del nord della Siria e i (...)

Secondo uno studio della Brown University, le guerre ufficiali intraprese da Washington dall’11 settembre 2001 sono costate agli statunitensi 5.600 miliardi di dollari, ossia 23.386 dollari a contribuente. Un costo oltre tre volte quello ammesso dal Pentagono.
Lo studio riguarda solo le guerre dichiarate a Iraq, Siria, Afganistan e Pakistan. Non tiene conto delle spese legate alle guerre appaltate, come quelle d’Israele contro il Libano e di Regno Unito e Francia contro la Libia (...)

Mentre i neoconservatori intendevano realizzare una "rivoluzione mondiale" esportando la loro "democrazia" attraverso la guerra, il presidente Trump basa la sua politica estera sul rispetto della sovranità degli Stati. Di conseguenza, ha interrotto ogni sostegno USA ai separatismi. Thierry Meyssan ricorda qui le ambiguità della posizione statunitense sulle secessioni, poi rivela le analogie fra gli avvenimenti in Kenya, Iraq e Spagna.

Il 30 ottobre 2017 Regnery ha pubblicato l’ultimo libro di Edward Klein, All Out War: The Plot to Destroy Trump (La Guerra totale: il complotto per distruggere Trump).
Secondo Klein, capo redattore del New York Times Magazine negli anni Ottanta e autore di uno dei libri più critici verso Hillary Clinton, l’FBI avrebbe scoperto un complotto congiunto di anarchici USA e gruppi jihadisti.
A margine del vertice del G20 di Amburgo di luglio scorso, membri di un gruppo anarchico di Oakland (...)

I Democratici, che ogni giorno attaccano il repubblicano Trump per le sue dichiarazioni bellicose, hanno votato al Senato insieme ai Repubblicani per aumentare nel 2018 il budget del Pentagono a 700 miliardi di dollari, 60 miliardi in più di quanto richiesto dallo stesso Trump. Aggiungendo i 186 miliardi annui per i militari a riposo e altre voci, la spesa militare complessiva degli Stati uniti sale a circa 1000 miliardi, ossia a un quarto del bilancio federale. Decisivo il voto all’unanimità (...)

Il Dipartimento di Stato e il presidente Trump hanno proferito imprecazioni contro Hezbollah e l’Iran, tali da far presagire una rottura dell’accordo 5+1. Ma per Thierry Meyssan, sebbene il peggio sia possibile, è assai più probabile che ancora una volta Washington metta in scena un falso litigio per meglio manipolare i suoi alleati israeliani e sauditi.

Il 13 ottobre 2017, durante una conferenza stampa, il capo di stato-maggiore russo, generale Serguey Rudskoy, ha fatto sapere che i bombardamenti della Coalizione statunitense in Iraq si sono diradati.
Un migliaio di combattenti di Daesh ha così potuto lasciare senza difficoltà il Paese ed entrare in Siria, dove, con altri 2.000 soldati, ha partecipato a un’offensiva contro l’Esercito Arabo Siriano, che è stata (...)

Il ministero della Difesa russo ha denunciato un attacco a un convoglio umanitario di materiale sanitario e alimentare, destinato a una zona di de-escalation.
Nella zona controllata dagli Stati Uniti, circa 300 combattenti di Daesh sono spuntati a bordo di pick-up e si sono impadroniti dell’intero carico.
Il 2 e 3 ottobre scorso, altri 600 combattenti armati hanno lasciato il campo delle Nazioni Unite di Rukban (Giordania) per entrare in territorio siriano, nel governatorato di Daraa, zona (...)

Tom Bossert, consigliere per la Sicurezza interna del presidente Trump, ha pubblicato il 9 ottobre scorso una tribuna libera [articolo di opinione, ndt] in cui sostiene, seriamente e senza sensi di colpa, che:
«Hezbollah permane una minaccia per gli Stati Uniti, per la sicurezza degli Stati del Medio Oriente e oltre. È ora che altri Paesi si uniscano agli Stati Uniti, facciano conoscere quest’organizzazione sanguinaria per quello che è, affrontino le sue reti e i suoi sostenitori e preparino (...)

Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konachenkov, ha denunciato il 6 ottobre 2017 che gli eserciti statunitense, britannico e norvegese offrono sostegno a Daesh nella zona d’al-Tanif (confine tra Siria e Giordania) .
Secondo Konachenkov, «I rappresentanti del Pentagono hanno affermato a più riprese che gli istruttori statunitensi, britannici e norvegesi, che sono coperti dall’aviazione tattica e da un sistema di lanciarazzi multiplo, formavano i combattenti dell’Esercito (...)

Mikhail Leontiev ha dedicato la sua rubrica sul primo canale televisivo russo alla teoria di Thomas Barnett. Quella che sembrava essere solo un’elucubrazione intellettuale nel 2001, è in fase di realizzazione. Ognuno deve ripensare la propria visione delle guerre degli ultimi sedici anni.

Il Canada e gli Stati Uniti attraversano una crisi sanitaria dovuta alla generalizzazione dell’uso di oppiacei. Un terzo degli americani soffre di dolori cronici; ciò ha indotto i medici a prescrivere nel 2016 oppiacei 289 milioni di volte.
I farmaci a base di oppiacei sono più cari dell’eroina venduta al mercato nero.
Non ci sono dati affidabili sul numero di pazienti diventati dipendenti dagli oppiacei.
Secondo il dipartimento della Sanità, nel 2015 12,5 milioni di statunitensi abusavano (...)

Secondo l’agenzia di stampa russa Sputik, le forze speciali statunitensi hanno fatto evacuare una ventina di comandanti di Daesh da Deir ez-Zor, prima della sua liberazione.
La prima esfiltrazione sarebbe avvenuta il 26 agosto. Due comandanti di Daesh di origini europee sarebbero stati fatti evacuare con le loro famiglie a bordo di un elicottero dell’US Air Force. La seconda esfiltrazione sarebbe avvenuta il 28 agosto e avrebbe riguardato altri 20 comandanti.
Martedì 5 settembre 2017 (...)

In una lettera indirizzata al presidente della Commissione senatoriale degli Esteri, il segretario di Stato, Rex Tillerson, traccia il bilancio della riforma in corso nel suo ministero.
Tillerson informa il parlamentare che, per compimento della missione, sono stati soppressi nove inviati speciali, su 66 che facevano parte del dipartimento.
Sono confermati gli inviati speciali per le donne nel mondo, la sorveglianza e la lotta contro l’antisemitismo, la questione ostaggi, la libertà (...)

Una voragine si è aperta nella società statunitense a proposito del concetto di libertà di espressione. Per tradizione, nell’ex colonia britannica era permesso esprimere e sviluppare qualunque opinione, anche la più settaria.
Così, nel XVII secolo, i Puritani, cacciati dall’Inghilterra e rifugiatisi nei Paesi Bassi, poterono liberamente emigrare oltre-oceano (il Mayflower) e fondarvi una comunità (Plymouth). Oggi, tuttavia, la sinistra statunitense mette in discussione questo concetto di libertà. (...)

Una delegazione israeliana sarà ricevuta questa settimana alla Casa Bianca per discutere della Siria.
La delegazione sarà composta da:
Yossi Cohen (foto), direttore del Mossad (intelligence per l’estero);
Generale Herzl Halevi, direttore di Aman (intelligence militare);
Colonnello Zohar Palti, direttore, al ministero della Difesa, per gli Affari politico-militari.
La delegazione incontrerà:
Generale H.R. McMaster, consigliere per la Sicurezza nazionale;
Dina Powell, (...)

La classe dirigente statunitense si sente minacciata dai cambiamenti internazionali sospinti dal Presidente Trump. Si è appena coalizzata per sottoporlo all’autorità del Congresso. In una legge approvata quasi all’unanimità, ha introdotto sanzioni contro la Corea del Nord, l’Iran e la Russia e ha fracassato gli investimenti dell’Unione europea e della Cina. Per essa si tratta di fermare la politica di cooperazione e di sviluppo del presidente e tornare alla dottrina Wolfowitz di contrasto e di signoria sovraordinata.

L’agenzia di stampa turca Anadolu ha pubblicato la mappa delle basi militari d’occupazione statunitensi e francesi in Siria al 17 giugno 2017.
La Turchia vuole così mettere in risalto il sostegno di Washington e Parigi ai curdi del PKK e del PYD.
La zona a nord-ovest colorata in verde (Al-Bab) è controllata dall’esercito curdo (che occupa anche il nord-est di Cipro e Bashiqa, in Iraq).
Gli Stati Uniti hanno sempre fatto capire di aver costruito basi militari nel nord della Siria (e in passato (...)

L’ex direttore dell’FBI, James Comey, la cui testimonianza al Congresso doveva consentire di mettere in difficoltà il presidente Trump per l’accusa di alto tradimento a favore della Russia, è ora chiamato in causa lui stesso.
Nel corso dell’audizione, James Comey ha dichiarato due volte che consegnava al Congresso note personali sulle relazioni avute con il presidente. Ebbene, secondo i parlamentari che hanno potuto consultarli, i nove documenti contengono informazioni riservate.
Si tratta ora (...)

La maggioranza repubblicana della Commissione del Senato per la Sicurezza della patria e per gli Affari governativi denuncia le disastrose conseguenze delle ricorrenti fughe di notizie dall’apparato amministrativo.
Questo fenomeno, molto raro con i presidenti George Bush Jr. e Barack Obama, è repentinamente dilagato a discapito della presidenza Trump, causando danni irreversibili per la Sicurezza nazionale.
Nei primi 126 giorni della presidenza Trump, 125 informazioni riservate sono state (...)

Il giornalista James O’Keffe (foto) da diversi anni realizza video con una telecamera nascosta. Filma commenti, persino confessioni, di personalità politiche sugli scandali del momento. Vicino a Breibart e al presidente Trump, O’Keffe ha recentemente girato tre video su come CNN ha trattato le presunte ingerenze russe nella campagna presidenziale statunitense.
La prima parte, diffusa il 26 giugno 2017, mostra un produttore-capo di CNN, John Bonifield, responsabile di sequenze non-politiche, (...)

Nell’arrogarsi la qualifica di "Quarto Potere", la stampa statunitense si è posta alla pari con i tre Poteri democratici, benché sia sprovvista di legittimità popolare. Conduce una campagna massiccia, sia in patria che all’estero, per denigrare il presidente Trump e provocare la sua destituzione; una campagna che ha avuto inizio la sera della sua elezione, ossia ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. Essa ottiene un grande successo presso l’elettorato democratico e gli Stati alleati, la cui popolazione è convinta che il Presidente degli Stati Uniti sia uno svitato. Ma gli elettori di Donald Trump tengono botta mentre lui riesce a lottare efficacemente contro la povertà.

Nell’immaginario collettivo le armi spaziali sono quelle dei film di fantascienza della serie Star Wars. Non ci si accorge, perché sui media quasi nessuno ne parla, che sono divenute reali.
La corsa agli armamenti, compresi quelli nucleari, si è da tempo estesa dalla Terra allo spazio. In testa sono gli Stati uniti, che puntano sempre più al controllo militare dello spazio. La neosegretaria della U.S. Air Force, Heather Wilson, subito dopo aver assunto l’incarico, annuncia il 16 giugno la (...)

Il Pentagono continua nel traffico d’armi dal porto di Burgas (Bulgaria) al porto di Gedda (Arabia Saudita). Fa consegnare a gruppi jihadisti che operano in Siria – incluso Daesh – armi di fabbricazione ex sovietica non omologate dalla NATO, prodotte da Vazovski Machine Building Factory (VMZ) (Bulgaria) e da Tatra Defense Industrial Ltd (Repubblica Ceca).
Il 5 maggio 2017 la nave Marianne Danica è salpata dalla Bulgaria ed è arrivata il 20 maggio in Arabia Saudita. Nel frattempo, Hanna Danica (...)

Il presidente Trump, dopo essere stato in Arabia Saudita e Israele, domani è in visita a Roma, per poi andare il 25 al Summit Nato di Bruxelles e tornare in Italia il 26-27 per il G7 di Taormina e la visita alla base Usa/Nato di Sigonella.
Quali sono gli scopi del suo primo viaggio all’estero? Principalmente tre, spiega il generale McMaster, consigliere del presidente per la sicurezza nazionale: lanciare un «messaggio di unità» a musulmani, ebrei e cristiani; costruire relazioni con i leader (...)

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