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Guerra al "terrorismo"
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Il 28 ottobre 2020, intervenendo ad Ankara davanti ai parlamentari del suo partito, l’AKP, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha denunciato una nuova campagna internazionale contro l’islam.
Nel 2005 Erdoğan si oppose al disegno statunitense della «Guerra delle civiltà» e con il primo ministro spagnolo José Luis Zapatero creò all’ONU l’Alleanza delle Civiltà. A distanza di 15 anni è diventato, con il sostegno finanziario del Qatar, il protettore della Confraternita dei Fratelli Mussulmani.
«La (...)

Il ministero degli Esteri russo ha fatto scendere in campo diversi personaggi di peso per denunciare il pericolo che la presenza di jihadisti in Azerbaigian rappresenta per il Paese.
La Turchia insiste a negare ogni responsabilità nel trasferimento degli jihadisti. Si sta tuttavia preparando a una risposta russa nella zona occupata della Siria. Ha iniziato l’evacuazione della postazione militare di Morek (governatorato di Idlib), rafforzando al tempo stesso la presenza in altre postazioni (...)

Secondo il Wall Street Journal del 14 ottobre 2020, centinaia di “ribelli siriani” sono in partenza per l’Azerbaigian. Ognuno riceverà una retribuzione da sette a dieci volte superiore allo stipendio medio in Siria .
I ribelli in partenza affermano di voler servire la Turchia, l’unico Paese che ancora li aiuta.
La Turchia ha già trasferito 5 mila jihadisti dalla Siria alla Turchia e almeno mille in più in Azerbaigian. Dagli annunci mortuari sui siti jihadisti si desume che in Artsakh ne sono (...)

Il ministro russo della Difesa, Sergueï Choïgu, il 13 ottobre 2020 ha telefonato al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Dopo avergli ricordato la denuncia del presidente russo Vladimir Putin al G20 di Antalya di novembre 2015, nonché, a margine della Conferenza di Parigi sul clima, del sostegno attivo turco a Daesh, Choïgu ha ingiunto alla Turchia di rispondere alle accuse che le sono rivolte: il trasferimento di jihadisti siriani e iracheni in Libia e Azerbaigian.
La Russia è preoccupata (...)

L’11 ottobre il parlamento dell’Artsakh ha adottato una mozione riguardante l’arrivo in Nagorno-Karabakh di jihadisti provenienti da Siria, Iraq e Libia. In essa si propone ad Armenia, Iraq e Russia d’istituire un organismo comune per contrastarne il terrorismo.
L’esperienza ha dimostrato che, quando lo jihadismo penetra in un’area geografica, non basta ucciderne gli adepti per ripristinare la pace. Lo jihadismo non è soltanto una forma militare di combattimento, è un’ideologia in cui i suoi (...)

Un ufficiale dell’Intelligence turca, Feyyaz Ö., incaricato dei contatti con un’agenzia statunitense, il 15 settembre 2020 si è presentato spontaneamente alla polizia austriaca rivelando di aver avuto istruzioni per uccidere tre personalità politiche del Paese.
Dopo che l’Austria ha informato la Germania dell’inchiesta in corso, è emerso che i servizi segreti turchi (Millî Istihbarat Teşkilatı – MIT) dispongono in Europa di una gigantesca rete, più fitta di quella dei servizi russi e persino di quelli (...)

Secondo l’ambasciatore armeno in Russia, Vardan Toganyan, in anticipo sugli scontri la Turchia aveva trasferito 4 mila jihadisti dal nord della Siria all’Azerbaigian, dove, prima di attaccare l’Alto Karabakh, sono stati formati in campi di addestramento.
All’inizio dell’anno, la Turchia aveva già usato la riserva degli jihadisti presenti in Siria per sostenere i Fratelli Musulmani di Tripoli contro il parlamento di (...)

La guerra in Afghanistan fu ufficialmente lanciata per vendicare gli attentati dell’11 settembre 2001. In realtà era stata preparata in anticipo. Da vent’anni spieghiamo su queste colonne che è la prima di una lunga serie di guerre finalizzate a distruggere tutte le strutture statali del Medio Oriente Allargato (strategia Rumsfeld/Cebrowski) per controllarne lo sfruttamento delle risorse naturali. La guerra, che doveva durare due settimane, si protrae da 19 anni. È stata pianificata per durare il più a lungo possibile. Oggi, esponenti legati al Pentagono sabotano il ritiro parziale concordato dal presidente Trump.

Le truppe siriane e russe hanno ripreso i bombardamenti dei gruppi jihadisti a Idlib (Siria).
In reazione, Al Qaeda ha raggruppato sotto la propria egida, con la denominazione di Fathboutou (Siate fermi), cinque diverse organizzazioni, che dispongono di 30 mila soldati, denaro e armi forniti dalla NATO e di un unico stato-maggiore.
Si tratta di:
Tanzim Hurras al-din (I Guardiani della religione, gruppo che fa ufficialmente parte di Al Qaeda da aprile 2018)
Ansar al-Islam (I difensori (...)

In virtù dell’accordo negoziato il giorno di Natale dai presidenti tunisino e turco, Kaïs Saïed e Recep Tayyip Erdoğan, è iniziata la migrazione di jihadisti dalla Siria alla Libia, attraverso la Libia .
È precisamente il pendolo che torna alla posizione di partenza, dato che l’Esercito Siriano Libero fu creato dagli jihadisti del Gruppo Islamico Combattente in Libia (GICL) e si batté prima per Al Qaeda in Iraq, poi per la NATO in Libia .
Secondo Middle East Eye, il trasferimento della (...)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha stipulato un’alleanza militare con il “governo di unione nazionale” libico (GNA) di Tripoli, presieduto da Fayez Al-Sarraj e sostenuto dall’ONU. La Turchia ha fatto consegnare a Sarraj blindati e droni ma non ha ancora inviato truppe regolari.
La Grande Assemblea Nazionale turca dovrebbe autorizzare rapidamente le forze armate turche a inviare soldati regolari in Libia.
Al tempo stesso l’esercito turco non interviene a Idlib (Siria), dove gli (...)

Il presidente del World Uyghur Congress, Dolkum Isa, e il primo ministro turco Binali Yildirim il 16 febbraio 2018 a Monaco.
Gli “Xinjiang papers”, pubblicati il 16 novembre 2019 dal New York Times, sono stati interpretati in Occidente come un piano di repressione della cultura uigura in Cina . Questi documenti, redatti in cinese, sono difficilmente accessibili agli occidentali. La realtà è che la Cina protegge la cultura uigura, tollera la religione mussulmana, ma combatte il terrorismo e (...)

Il 14 novembre 2019 si è riunita a Washington la Coalizione antiterrorismo, su richiesta della Francia, sopraffatta dal voltafaccia degli Stati Uniti in Siria. La riunione non ha modificato alcunché nel gioco fra Stati Uniti e loro alleati, ma ha permesso al segretario di Stato, Mike Pompeo, di rimettere i francesi al loro posto di semplici esecutori. Per Manlio Dinucci è l’occasione di fare il punto sulle prodezze della Coalizione.

Conformemente alla mappa anticipata dall’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu Agency, le truppe turche si sono limitate a occupare una striscia frontaliera con la Siria di 32 chilometri di profondità, con l’eccezione della città di Qamishli.
Tuttavia oggi emerge chiaramente che la Turchia e lo YPG stanno facendo una politica comune di espulsione dei cristiani dalla zona, anche dalla città di Qamishli.
Alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX gli Ottomani e i loro suppletivi kurdi (...)

Sappiamo quel che accade nel Levante solo attraverso la propaganda di guerra del nostro Paese. Ignoriamo gli altri punti di vista e, peggio, come si comportano le nostre forze armate. Per distinguere il vero dal falso, gli storici esaminano i documenti. Ebbene, la documentazione militare contraddice le dichiarazioni dei politici e le narrazioni dei giornali. Soltanto attraverso la consapevolezza della strategia avviata dal Pentagono nel 2001 si potrà comprendere quanto è davvero accaduto e perché siamo arrivati alle odierne contraddizioni.

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