Temi
globalizzazione economica
1657 articoli


Ulrich Grillo [a sinistra nella foto], presidente del Bunderverband der Deutschen Industrie (BDI), la confindustria tedesca, e Pierre Gattaz [a destra], presidente del Mouvement des entreprises de France (MEDEF), hanno annunciato il 5 luglio 2013, la creazione di una commissione permanente tra le due organizzazioni. BDI e MEDEF pensano anche all’apertura di un ufficio comune a Bruxelles.
Questo annuncio segna una svolta per gli imprenditori francesi. Con il loro partner tedesco, che ora (...)

L’inaffondabile G8, riunitosi a Lough Erne, è stata l’occasione per confrontare i punti di vista degli Stati Uniti, da una parte, della Francia e del Regno Unito, dall’altra parte, e infine della Russia, sotto lo sguardo attonito degli altri partecipanti. Vi si sono scambiati i punti di vista sull’equilibrio del mondo in generale e della Siria in particolare. Vi si è anche parlato di economia per sollevare il segreto relativo ai consigli di amministrazione delle società offshore.

Washington è stata pronta a usare la crisi finanziaria cipriota per attuare la strategia di acquisizione di capitali che ho descritto tre settimane fa su queste colonne . Con l’aiuto della direttrice del Fondo monetario internazionale, la statunitense Christine Lagarde, ha rimesso in causa l’inviolabilità della proprietà privata nell’Unione europea e ha tentato di confiscare un decimo dei depositi bancari, in apparenza per salvare la banca nazionale cipriota colpita dalla crisi greca. Va da sé (...)

Nel corso del suo discorso annuale sullo stato dell’Unione, il presidente Barack Obama ha annunciato unilateralmente l’apertura di negoziati su un partenariato globale transatlantico per il commercio e gli investimenti con l’Unione europea (12 febbraio). Poche ore dopo, questo scoop veniva confermato da una dichiarazione congiunta del Presidente USA e dei presidenti del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e della Commissione europea, José Manuel Barroso.
Il progetto di Zona di libero (...)

Barack Obama reçoit à la Maison-Blanche son homologue italien, Giorgio Napolitano, le 15 février 2013. © Présidence de la République italienne
«Amore per il popolo italiano»: lo ha dichiarato il presidente Obama ricevendo alla Casa bianca il presidente Napolitano «l’indomani di San Valentino». Perché tanto amore? Il popolo italiano «accoglie e ospita le nostre truppe sul proprio suolo».
Accoglienza molto apprezzata dal Pentagono, che possiede in Italia (secondo i dati ufficiali 2012) 1485 edifici, (...)

Gli incontri continuano ad alta velocità, per i leader mondiali. Dopo il vertice della NATO e del G8 a Chicago e poco prima del Vertice della Terra di Rio, poi il vertice UE a Bruxelles a fine mese, Alfredo Jalife analizza la riunione del G20 che ha appena avuto luogo in Messico. Secondo lui il 2012 è un anno di transizione e le contraddizioni che attraversano questo governo economico mondiale sono troppo grandi per aspettarsi delle decisioni spettacolari. All’ombra delle piramidi messicane, è sugli incontri bilaterali che ci invita a volgere il nostro sguardo.

Come dono emblematico della rinnovata «amicizia italo-libica», ad opera dei nuovi governi dei due paesi, il premier Mario Monti ha riportato in Libia la testa di Domitilla, che qualcuno aveva rubato vent’anni fa decapitando un’antica statua. Di teste tagliate, Monti in effetti se ne intende. Prima di ricevere l’investitura dal presidente Napolitano, ha fatto parte per anni della banca statunitense Goldman Sachs, le cui speculazioni (tra cui la truffa dei mutui subprime) hanno provocato tagli di (...)

L’arresto del direttore del FMI ha aperto le ostilità nell’élite globale .
Questo non è uno scontro a colpi di fioretto sulle dottrine economiche, né un rapporto di forza per cambiare la rappresentanza dei diversi stati all’interno dell’istituzione, ma piuttosto una crisi esistenziale che si diffonde a ritmo elevato nel sistema e lo divide in due campi irrimediabilmente contrapposti.
Da un lato, coloro che vogliono salvare gli USA dalla bancarotta, dall’altro, coloro che preferiscono salvare (...)

Non si può capire la caduta di Dominique Strauss-Kahn senza inserirlo nel contesto del progetto che incarnava la creazione di una nuova valuta di riserva internazionale, in programma per oggi 26 maggio 2011. Paradossalmente, un progetto atteso dagli stati emergenti, come pure dalla finanza apolide, ma rifiutata dai complesso militar-industriale israelo-statunitense. Thierry Meyssan alza il velo sul colpo di mano di Obama, per non dovere mantenere gli impegni assunti.

Si è costruito un’immagine positiva di uomo della sinistra, preoccupato per il benessere dei poveri. Ma allora, come ha fatto a diventare CEO del Fondo monetario internazionale, l’organizzazione internazionale che ha istituzionalizzato il saccheggio del Sud? Thierry Meyssan risponde rivelando tutto ciò che la stampa mainstream nasconde da anni sulle relazioni di DSK con gli Stati Uniti.

Manlio Dinucci torna sugli aspetti sottolineati nelle nostre colonne, all’inizio della guerra in Libia: le potenze coloniali "volontarie" si sono appropriate dei colossali investimenti esteri dello stato Libico. Il denaro congelato nelle banche occidentali, minacciava il monopolio della Banca Mondiale e del FMI, finanziando dei progetti di sviluppo nel Terzo Mondo. Continua a "girare" (non più nella forma di investimento, ma di garanzie bancarie), questa volta a favore degli occidentali.
Il tramonto del dollaro avanza ma non e’ stato semplice sostituirlo dai grandi attori del pianeta
La Russia propone 6 divise multipolari di
Alfredo Jalife-Rahme

Il dominio onnipotente del centrismo del dollaro, inclusa la relativa bipolarità condivisa con l’euro, costituivano il riflesso dell’ordine unipolare che è arrivato alla sua fine con il declino multidimensionale degli USA, quando il mondo si muove verso un nuovo ordine multipolare che imperativamente dove tradursi in una pluralità delle divise dei grandi attori del pianeta.

Lungi dall’essere l’operato di una "mano invisibile del mercato", la crisi dell’euro è il frutto di una strategia accuratamente preparata da Christina Rohmer e il Comitato di consulenti economici della Casa Bianca. Si tratta di salvare l’economia USA costringendo i capitali europei a rifugiarsi oltre-oceano, e piazzare a termine l’economia della zona Euro sotto il controllo degli Stati Uniti tramite l’FMI e l’Unione Europea. Jean-Claude Paye analizza le tappe iniziali di questo processo in corso.

Dopo essere servita a Henry Kissinger ed a Margaret Thatcher, la retorica ambientale è stata recuperata da Al Gore. Non si tratta di distogliere l’attenzione dalle guerre dell’impero US, né di restaurare la grandezza dell’impero britannico, ma di salvare il capitalismo anglosassone. In questa terza ed ultima parte dei suo studio sul discorso ecologista, Thierry Meyssan analizza la drammaturgia preparatoria del vertice della Terra del 2012 e la ribellione di Cochabamba.

La crisi greca del budget, diventata crisi dell’euro, non è la conseguenza fatale di un’autoregolamentazione dei mercati, ma di un attacco deliberato. Per Jean-Michel Vernochet, essa fa parte di una guerra economica condotta da Washington e Londra, secondo gli stessi principi delle attuali guerre militari: ricorso alla teoria dei giochi e strategia del caos costruttore. La posta in gioco è costringere gli europei ad integrarsi in un blocco atlantico, vale a dire in un Impero, all’interno del quale pagheranno automaticamente per il deficit budgetario anglosassone, tramite il mezzo indiretto di un euro dollarizzato. Un primo passo in questo senso è già stato fatto con l’accordo siglato tra l’Unione Europea e il FMI, che concede al Fondo Mondiale una tutela particolare sulla politica economica (...)

Gli articoli più popolari