Pubblichiamo la nota del ministero israeliano dell’Intelligence che prospetta tre opzioni per il futuro di Gaza. È stata redatta sotto sotto la direzione della ministra Gila Gamliel ed è intitolata Alternative per una direttiva politica per la popolazione civile di Gaza: raccomanda l’espulsione dei 2,2 milioni di abitanti di Gaza nel Sinai egiziano.
Il ministero dell’Intelligence è organo di riflessione e prospettiva. Non ha autorità sulle agenzie d’intelligence, ma si appoggia su di esse.
Il documento è stato consegnato ad alcuni partecipanti alla Conferenza del Cairo sulla questione palestinese. Questo spiega perché i capi di Stato arabi abbiano continuato a riferirsi alla Risoluzione della Lega araba del 1969, che vedeva nel trasferimento dei palestinesi un mezzo per stroncarne la lotta, quindi lo respingeva.
Le tre opzioni del ministero dell’Intelligence sono:
– porre la popolazione di Gaza sotto la tutela dell’Autorità palestinese;
– sottoporre la popolazione di Gaza a un’autorità locale;
– espellere la popolazione di Gaza nel Sinai egiziano.
Il documento analizza le opzioni sotto tre angolature:
– la fattibilità;
– la legittimità (N.B. la nota non fa mai riferimento al Diritto internazionale);
– l’influenza ideologica.
La terza opzione è presentata come «una vittoria netta di Israele che ripristinerebbe il potere di deterrenza dell’intero Occidente, danneggiato dall’attacco a Israele».
L’Egitto verrebbe protetto dalla contaminazione ideologica di Hamas grazie all’istituzione di un’area sicura nel Sinai. Parte della popolazione di Gaza potrebbe essere spostata in Grecia, Spagna, Marocco, Libia, Tunisia e Canada.
Dopo l’evacuazione dei civili in Egitto, le Forze di Difesa israeliane saranno libere di combattere i terroristi nelle rovine di Gaza.
L’operazione dovrebbe essere accompagnata da una campagna mediatica per convincere gli abitanti di Gaza che Allah vuole che perdano per sempre la loro terra a causa dei crimini di Hamas.
Non possiamo certificare l’autenticità del documento, ma le organizzazioni pacifiste israeliane lo ritengono tale. È in linea con l’attuale strategia delle forze armate israeliane.
Restate in contatto
Seguiteci sui social network
Subscribe to weekly newsletter