In un articolo d’opinione pubblicato dal Washington Post, il dottor Henry Kissinger prende posizione sulla crisi ucraina.

Dopo aver affermato che l’Ucraina, come Stato, non può vivere né come alleato della Russia, né come alleato dell’occidente, ma solo come ponte tra i due continua, a rischio di contraddirsi, indicando le radici storiche della Russia in Ucraina.

Sostiene che l’attuale crisi ha origine nella volontà dei due principali leader ucraini d’imporre la loro volontà su tutto il Paese, a dispetto dell’altra metà. Secondo lui Julija Tymoshenko sarebbe pro-europea e Viktor Janukovich filo-russo.

Deplora l’attuale svolta militare della crisi e avverte su un conflitto incerto per entrambe le parti. Infine, indica quattro proposte che presenta come i punti da discutere e non come esigenze politiche degli Stati Uniti:

 1. l’Ucraina deve scegliere il suo sistema economico e aderire all’Unione europea
 2. l’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO.
 3. l’Ucraina dovrebbe essere finlandizzata (cioè diventare neutrale).
 4. la Crimea non deve separarsi, ma Kiev deve riconoscerle più autonomia e garantire il mantenimento della flotta russa a Sebastopoli.

Questo testo sfumanto deve essere visto come un tentativo di via d’uscita. La descrizione dei due leader ucraini come filo-europea e filo-russo non corrispondono alla realtà: Tymoshenko negoziò e firmò l’accordo sul gas con la Russia, che l’ha portata ad essere perseguita e condannata, mentre Janukovich ha negoziato e firmato l’accordo per lo sfruttamento del gas ucraino con la Shell, che potrebbe anche valergli una condanna. In tali affari così delicati, i due leader hanno seguito i propri interessi e non quelli di un campo ideologico.

In ogni caso, questa presentazione "equilibrata", che divide equamente le colpe tra i due campi, è volta a giustificare una via di uscita: Washington rinuncia ad integrare il Paese nella NATO e garantisce la presenza della flotta russa del Mar Nero, se Mosca rinuncia ad integrarla nell’Unione doganale e rinuncia ad annettersi la Crimea.

Il problema è che questa offerta viene presenta mentre Washington ha già perso la battaglia sul campo. Se Mosca rifiuta, la NATO potrebbe far avanzare i suoi missili, ma finirebbe per accollarsi 35 miliardi dollari di debiti, ad avere dei nazisti al governo e a perdere la Crimea, se non di più fino alla Transnistria.

How the Ukraine crisis ends”, by Henry A. Kissinger, The Washington Post, 6 March 2014.

Traduzione di Alessandro Lattanzio