Un elemento nuovo è emerso nel caso del l’assassinio dell’ex primo ministro libanese Rafik Hariri. O meglio, nel caso della falsa pista siriana.

I nostri lettori ricorderanno che gli Stati Uniti e Israele miravano a dimostrare che l’attacco era stato sponsorizzato dalla Siria. Una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, guidata dal procuratore tedesco Detlev Mehlis, aveva creduto di svelare il mistero basandosi sulle testimonianze inaspettate di un ex alto funzionario dell’intelligence siriana, Mohammed Zuhair As-Siddiq.
Questo "testimone chiave" accusava i presidenti siriano e libanese di aver ordinato l’omicidio, e sette generali siriani e quattro libanesi di averlo organizzato.

Dopo essersi rifugiato nella proprietà spagnola di Rifaat al-Assad (lo zio pro-USA del presidente siriano), il signor As-Siddiq è stato preso in carico dal DGSE francese, su richiesta della Commissione delle Nazioni Unite. Tuttavia, la polizia francese responsabile della sua sicurezza, ha intercettato una delle sue telefonate e scoprì che stava mentendo. Il "testimone chiave" non era mai stato un alto funzionario della Siria, e la sua testimonianza era stata inventata da ... Rifaat al-Assad, per rovesciare il nipote.

Ben presto, la stampa libanese ha evidenziato che il signor as-Siddiq era stato pagato per supportare le accuse di Saad Hariri (figlio della vittima, ora primo ministro) e di Walid Jumblatt (Vicepresidente dell’Internazionale socialista). A loro difesa, Hariri e Jumblatt garantiscono di non avere pagato per la falsa testimonianza, ma hanno incoraggiato As-Siddiq a testimoniare, credendo che fosse sincero.

La giustizia libanese ha emesso un mandato d’arresto internazionale per falsa testimonianza. In un primo momento, Mohammed Zuhair As-Siddiq è stato arrestato e imprigionato a Parigi. Tuttavia, i giudici francesi rifiutarono di estradarlo, e fu rilasciato. Si trasferì con la famiglia nella regione di Parigi, con l’intesa che la Francia l’avrebbe protetto e tenuto a disposizione del Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano. Tuttavia, scomparve con la sua famiglia il 13 marzo 2008, senza che il governo francese fornisse alcuna spiegazione.

Il falso testimone riemerge negli Emirati Arabi Uniti, dove venne arrestato per il possesso di un falso passaporto ceco. E’ stato poi condannato a 6 mesi di carcere per violazione delle leggi sull’immigrazione e per l’uso di un documento di viaggio contraffatto. Avendo scontato la sua pena, è stato subito rilasciato.

Parlando alla stampa, ha detto che ha ricevuto il suo falso passaporto Ceco dal gabinetto di Nicolas Sarkozy, per sfuggire alla giustizia libanese.

Traduzione di Alessandro Lattanzio