Diversamente da quanto il Jerusalem Post ha lasciato intendere il 5 luglio, il ministero della Giustizia russo non ha scritto all’Agenzia Ebraica, ma a una delle sue filiali che svolgono opere sociali.

La Russia ha infatti accertato che la filiale si serve delle opere sociali come copertura di operazioni di spionaggio e che recluta scienziati non ebrei.

Mosca non si oppone al fatto che gli ebrei russi facciano aliyah, ma al fatto che dei non-ebrei abusino del privilegio per mettersi al servizio d’Israele.

Traduzione
Rachele Marmetti