«Donald H. Rumsfeld diffida della Corea del nord», così dice la didascalia della foto pubblicata ieri da The New York Times con l’articolo in cui si annuncia che «il segretario alla difesa ha messo in stato di allerta 24 bombardieri a lungo raggio per un possibile spiegamento a distanza di tiro dalla Corea del nord». Ciò allo scopo di impedire che la Corea del nord approfitti del «momento in cui Washington è concentrata sull’Iraq», per accelerare il suo programma nucleare: Pyongyang —informa la Cia— ha cercato di costruire armi nucleari procurandosi tecnologie e impianti, da usare in apparenza a scopi civili, in realtà a scopi militari. Allo stesso tempo, l’ordine di Rumsfeld di attivare i bombardieri strategici serve a «dare al Presidente opzioni militari se la diplomazia non riesce a bloccare lo sforzo della Corea del nord di produrre armi nucleari». Avevano dunque ragione i funzionari del Pentagono quando, il 1 febbraio, hanno dichiarato al Los Angeles Times che «il segretario alla difesa Donald Rumsfeld, anche se sta preparando una possibile guerra contro l’Iraq, è immerso nella crisi nord-coreana». In effetti, Donald Rumsfeld vi è immerso più di quanto si creda.

La storia inizia quando —dopo essere stato segretario alla difesa nell’amministrazione Ford nel 1975-77 e, nel 1983-84, consigliere del presidente Reagan per i sistemi strategici nucleari e inviato per il Medio Oriente— Donald Rumsfeld entra a far parte nel 1996 del consiglio di amministrazione della ABB (Asea Brown Boveri) Ltd., gruppo leader nelle tecnologie per la produzione energetica e l’automazione, con quartier generale in Svizzera e affiliate in oltre 100 paesi di Europa, Asia, Medio Oriente, Africa e Americhe. L’appartenenza di Rumfeld al consiglio di amministrazione della ABB risulta dalla biografia ufficiale pubblicata dalla Nato e dal comunicato ufficiale della ABB (Election of ABB Board members and Chairman of the Board, Zurigo, 28 febbraio 1996), in cui si evidenzia che Rumsfeld ha ricoperto il prestigioso incarico di segretario statunitense alla difesa.

Neppure tre mesi dopo che l’ex segretario alla difesa è entrato nel consiglio di amministrazione della ABB, il dipartimento statunitense dell’energia (Doe) annuncia, il 16 maggio 1996, di aver «autorizzato la ABB Combustion Engineering Nuclear Systems (C-E), una consociata interamente controllata dalla ABB (Asea Brown Bovery) Inc. con base nel Connecticut, a fornire una vasta gamma di tecnologie, attrezzature e servizi per la progettazione, costruzione, gestione operativa e mantenimento di due reattori che devono essere costruiti nella Corea del nord» (DOE Approves U.S. Involvement in the Construction of Reactors in North Korea, 16 maggio 1996).

Anche se si tratta di due reattori civili ad «acqua leggera» (light water), il dipartimento statunitense dell’energia —responsabile non solo del nucleare civile, ma anche della produzione di armi nucleari— sa che essi possono essere usati anche a scopi militari: reattori termici come questi, che funzionano a uranio arricchito al 4-5%, producono plutonio utilizzabile per la costruzione di armi nucleari. Inoltre, le conoscenze e tecnologie fornite possono anch’esse essere utili allo sviluppo di un programma nucleare militare.

Tutto questo lo sa anche Donald Rumsfeld, essendo stato segretario alla difesa e consigliere del presidente per i sistemi strategici nucleari. Nonostante ciò, egli sicuramente esercita la sua influenza per far avere alla ABB l’autorizzazione ufficiale statunitense a fornire tecnologie nucleari alla Corea del nord, nonostante che essa sia indiziata di possedere un programma nucleare militare.

La ABB può così stipulare nel 2000 con la Corea del nord due contratti, del valore di 200 milioni di dollari, per la «progettazione, costruzione e fornitura di componenti per due reattori nucleari da 1.000 megawatt» (ABB to deliver systems, equipment to North Korean nuclear plants, Zurigo, 20 gennaio 2000). Al momento del contratto, Rumsfeld è ancora nel consiglio di amministrazione della ABB, da cui si dimette quando assume l’incarico di segretario alla difesa nell’amministrazione Bush, insediatasi il 20 gennaio 2001. Le sue dimissioni vengono comunicate dalla ABB circa un mese dopo (ABB announces proposed Board, share split, Zurigo, 19 febbraio 2001).

Ora lo stesso Rumsfeld allerta i bombardieri contro la Corea del nord, accusata di utilizzare i reattori e il materiale fissile per costruire armi nucleari. Lo stato di allerta, ha dichiarato il Pentagono, è stato deciso alla vigilia della sessione di emergenza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che il 12 febbraio metterà sotto accusa la Corea del nord per violazione del Trattato di non proliferazione nucleare. Si apre così, mentre si sta preparando la guerra all’Iraq, la crisi da cui potrebbe derivare la successiva guerra. Intanto, il possibile schieramento di 12 B-52 e 12 B-1, bombardieri strategici a doppia capacità nucleare e convenzionale, sull’isola di Diego Garcia nell’Oceano Indiano dove si stanno trasferendo i bombardieri B-2 Spirit per l’attacco all’Iraq, permette al Pentagono non solo di minacciare la Corea del nord, ma di accrescere la forza aerea da usare contro l’Iraq. Quello stesso Iraq che lo stesso Donald Rumsfeld aiutò efficamente nella guerra contro l’Iran, quando nel 1983-84 ricopriva l’incarico di inviato speciale del presidente Reagan in Medio Oriente (v. il manifesto, 20-8-2002).

E’ una sua specializzazione, quella di aiutare prima gli «stati canaglia» per poi attaccarli.

Fonte
Il Manifesto (Italia)