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Repubblica Araba di Siria

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Si era a torto pensato che, dopo la vittoria sugli jihadisti, i siriani si fossero tratti d’impaccio. Invece Israele e Stati Uniti non desistono dall’obiettivo di distruggere le strutture statali. Stanno preparando una nuova guerra, questa volta finanziaria, per impedire la ricostruzione del Paese e condannare i siriani a marcire fra le loro rovine.

Secondo Lebanon Debate, Bahaa Hariri, fratellastro del primo ministro libanese Saad Hariri, avrebbe incontrato in segreto il presidente siriano, Bashar al-Assad .
Al padre, Rafic Hariri, è succeduto il secondogenito Saad ¬– in realtà figlio bastardo di un principe saudita – cui Bahaa ha lasciato il posto. Durante la guerra contro la Siria, Bahaa Hariri non ha mai infierito contro la Repubblica Araba Siriana.
Bahaa Hariri, che è un uomo d’affari, non ha incontrato il presidente siriano in (...)

Il 21 gennaio 2019 il Consiglio dell’Unione Europea ha pubblicato una nuova lista di sanzioni che concerne uomini d’affari e società siriane coinvolte nel progetto di Marota City.
L’Unione riconosce che, salvo un’eccezione, le persone inserite nella lista non sono implicate in alcun modo nei combattimenti, ma esclusivamente nella ricostruzione del Paese.
Secondo le Nazioni Unite, per ricostruire la Siria occorrono almeno 300 miliardi di dollari. Oltre al ripristino di alcune zone, è (...)

Le guerre contro Siria e Iraq hanno mobilitato oltre 250 mila mercenari. Spesso questi uomini, poco preparati all’uso del sofisticato materiale bellico di cui disponevano, sono tornati a tecniche antiche di combattimento, che hanno obbligato le forze nazionali ad adattarsi.

Gli Stati Uniti hanno investito molto nello sviluppo degli aerei F-35 di 5.ta generazione. Vogliono produrne 5000 nel prossimo decennio, di cui 2400 per l’esercito statunitense, il resto per l’esportazione. Ecco perché gli Stati Uniti non sono interessati ad altra tecnologia nel campo aeronautico.
Il piano dello Stato Maggiore dell’esercito russo prevede solo 12 aerei “invisibili” Su-57, la linea di produzione rimane libera per l’esportazione. I piani per il caccia MiG-41, il velivolo da (...)

Secondo un ufficiale anonimo, abbondantemente citato dalla stampa israeliana, il generale Aviv Kochavi (direttore dell’intelligence militare dal 2010 al 2014 e futuro capo di stato-maggiore dello Tsahal) avrebbe organizzato diversi tentativi di uccisione del presidente siriano Bashar al-Assad.
Il generale Kochavi (foto) riteneva che la morte di Assad avrebbe consentito allo Tsahal di invadere la Siria e di distruggervi gli impianti iraniani.
Il direttore del Mossad, Yossi Cohen, avrebbe (...)

Dopo l’annuncio del ritiro delle truppe americane dal nord della Siria, esperti siriani e russi hanno dichiarato che sarà finalmente possibile valutare con precisione i crimini di guerra commessi dalla Coalizione Internazionale.
Quest’alleanza di 74 Stati, fra cui Francia e Regno Unito, si è accanita in particolare contro Raqqa, città occupata da Daesh, bombardandola a tappeto e uccidendone pressoché l’intera popolazione.
La Coalizione sarebbe anche responsabile dell’altissimo tasso di (...)

L’agenzia ufficiale turca Anadolu ha pubblicato la mappa delle basi militari dell’esercito di occupazione francese in Siria.
Sin dall’inizio dell’operazione anglosassone contro la Siria nel 2005, e in particolare dopo l’avvio delle operazioni militari nel 2011, la Francia mira a ottenere un mandato internazionale sulla sua ex colonia. Il progetto fu dichiarato esplicitamente dal presidente François Hollande durante un viaggio alle Nazioni Unite, a New York.
Secondo la mappa dell’agenzia turca, (...)

La città di Manbij, nel governatorato di Aleppo, è stata occupata da Daesh dal 2014 al 2016, quando fu liberata dai kurdi filo-americani, sostenuti dalla Coalizione Internazionale.
A giugno 2018 gli Stati Uniti hanno affidato la gestione della città al Consiglio Militare di Manbij e hanno organizzato pattuglie congiuntamente alla Turchia.
Benché si richiamino al «municipalismo libertario» dell’anarchico statunitense Murray Bookchin, le autorità di Manbij hanno messo in atto una politica di (...)

Al Cairo, la Lega Araba si prepara a riammettere la Repubblica Araba Siriana, che aveva espulso nel 2011 violando il proprio statuto.
La Siria è uno dei membri fondatori della Lega. Ne fu esclusa su richiesta del presidente Barack Obama, che accampò il pretesto si trattasse di una dittatura repressiva del popolo; era invece un’iniziativa inserita nell’ambito di un’operazione segreta che mirava a distruggere le strutture statali siriane.
A fine 2011 la Lega Araba aveva accettato di inviare in (...)

Il 25 dicembre 2018, giorno di Natale, lo Tsahal ha bombardato un obiettivo in Siria, malgrado la nuova protezione antiaerea. È la seconda volta che l’aeronautica militare israeliana agisce in Siria dal dispiegamento dei missili S-300, dei radar di ultima generazione e del sistema di coordinamento Polyana D4M1.
Aerei israeliani hanno tirato parecchi missili dallo spazio aereo libanese in direzione di un aeroporto della capitale siriana mentre la città, per la prima volta dalla fine della (...)

Secondo il presidente Trump, l’Arabia Saudita potrebbe finanziare la parte più cospicua della ricostruzione della Repubblica Araba Siriana.
Negli ultimi sette anni, l’Arabia Saudita ha speso oltre 500 miliardi di dollari per rovesciare il presidente Bashar al- Assad, cui rimproverava esclusivamente di non essere sunnita; avrebbe invece accettato che la Repubblica rimanesse in piedi e che il vicepresidente succedesse ad Assad.
La decisione saudita ha fato seguito al viaggio a Damasco del (...)

In caso di scontro con le forze armate siriane – che ora dispongono della strumentazione antiaerea russa, la migliore al mondo – l’US Air Force è condannata alla sconfitta. Gli Stati Uniti non hanno scelta: possono solo andarsene prima di essere umiliati.
La storia si ripete. In Iraq, prima di lasciarli massacrare da Saddam Hussein, gli Stati Uniti si servirono di combattenti kurdi, promettendogli che avrebbero avuto un proprio Stato. Oggi, lasciano soli a fronteggiare la Turchia altri kurdi, cui ancora una volta hanno promesso uno Stato. Dopo otto anni di battaglie e il sacrificio di decine di migliaia di mercenari islamici, il sogno della NATO di distruggere le strutture statali siriane va in fumo.

Le portavoce della Casa Bianca e del Pentagono, rispettivamente Sarah Sanders e Dana White, hanno confermato che il presidente Donald Trump, dopo un colloquio con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan, ha ordinato a tutto il personale statunitense di evacuare la Siria.
Il personale del Dipartimento di Stato lascerà il Paese in 24 ore, quello del Dipartimento della Difesa (circa 4.000 uomini, di cui solo 2.000 presenti ufficialmente) entro 100 giorni.
Gli Stati Uniti occupano illegalmente il (...)

La Repubblica Araba Siriana ha depositato un ricorso all’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) contro Francia e Turchia per saccheggio di beni culturali.
Nelle zone da loro occupate (Manbij, Afrin, Idlib, Hassaké e Raqqa), gli eserciti francese e turco hanno sovrinteso a degli scavi, saccheggiando i tesori archeologici ed esfiltrandoli dalla Siria.
Per di più, agli inizi della guerra, un’agenzia privata con sede a Parigi coordinava i saccheggi (...)

L’ex ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, il 1° dicembre 2018 è entrato illegalmente in Siria, dove ha partecipato al Forum Internazionale sul Cambiamento Demografico e la Pulizia Etnica, organizzato nella zona occupata dagli Stati Uniti e amministrata dalle milizie kurde del PKK.
Durante l’invasione dell’Iraq da parte della Coalizione pro-USA, Kouchner aveva invano tentato di essere nominato rappresentante speciale del segretario dell’ONU nel Kurdistan iracheno, carica già (...)

Le nuove sanzioni unilaterali degli Stati Uniti contro Iran, Russia e Siria si sommano alle precedenti. L’insieme di queste misure costituisce l’embargo più duro della storia. Per di più, la maniera in cui sono state strutturate vìola la Carta delle Nazioni Unite: sono armi da guerra concepite per uccidere.
Siria: la condanna internazionale dell’ideologia dei Fratelli Mussulmani è il presupposto per la pace in Siria
di
Thierry Meyssan

Nelle cancellerie stanno circolando diversi progetti per la pace in Siria, che però, sostiene Thierry Meyssan, sono inadatti a una guerra di questo tipo. Secondo lui, partire da un’analisi parziale del conflitto non solo comporta il fallimento di ogni tentativo di soluzione del problema, ma addirittura spiana la strada a una nuova guerra. È imperativamente necessario occuparsi in primo luogo della questione ideologica.

Un giudice istruttore francese ha incriminato tre personalità siriane, fra cui il generale Ali Mamlouk, per «complicità in atti di tortura», «complicità in sparizioni forzate» e «complicità in crimini contro l’umanità, crimini di guerra e delitti di guerra».
Il giudice ha emesso avvisi di ricerca internazionale per impedire agli accusati di viaggiare. Il generale Mamlouk, numero due del regime siriano, ha recentemente viaggiato in Europa, nel Golfo Persico e in Nord Africa per condurre negoziati in (...)

Il vertice quadripartito d’Istanbul sulla Siria ha avallato i progressi politici ottenuti dai russi, ma non ha deciso niente. Mosca si è adoperata per fare della pedagogia con i partner turchi, francesi e tedeschi. Gli alleati di Washington fanno però fatica a digerire la sconfitta e a trarne le conseguenze.

Tutte le postazioni di confine tra la Repubblica Araba Siriana e il Libano sono già state riaperte.
Il 15 ottobre sono state riaperte la postazione di Quneitra con il Golan occupato da Israele e quella di Nassib/Jaber con la Giordania.
Il ministro iracheno degli Esteri, Inrahim Jaafari, il 15 ottobre era a Damasco per preparare la riapertura della postazione di confine di Bukamal tra Siria e Iraq.
La riapertura delle frontiere con i Paesi limitrofi (a eccezione della Turchia) segna la (...)

Mentre la stampa internazionale si fa domande sui missili S-300 che verranno consegnati in Siria tra due settimane, Valentin Vasilescu è interessato all’allestimento antiaereo russo. Ciò comporta una no-fly zone totale per gli occidentali (Israele incluso). Niente di più, niente di meno.

Tutte le questioni internazionali sono in sospeso in attesa delle elezioni statunitensi. I partigiani del vecchio ordine internazionale puntano su un cambiamento di maggioranza al Congresso e su una destituzione rapida del presidente Trump. Se l’ospite della Casa Bianca rimarrà al suo posto, i protagonisti della guerra contro la Siria dovranno ammettere la sconfitta e trovare nuovi campi di battaglia. Viceversa, se Trump perderà le elezioni il Regno Unito rilancerà immediatamente il conflitto in Siria.

Il presidente siriano democraticamente eletto, Bachar el-Assad, ha concesso un’intervista al quotidiano del Kuwait Al-Shahed.
Assad ha rivelato che diversi Stati arabi stanno per riallacciare le relazioni diplomatiche con la Siria.
Si tratta della prima intervista del presidente siriano a un media del Golfo dall’inizio dell’aggressione straniera, finanziata da Arabia Saudita e Qatar, nel 2011.
La Siria è stata esclusa dalla Lega Araba, di cui è membro fondatore, in violazione dello statuto (...)

In seguito all’attacco britannico-franco-israeliano del 18 settembre 2018, costato la vita a 15 soldati russi, è stato trovato un accordo tra Mosca e Washington per il ritiro delle truppe d’occupazione (francesi, turche e statunitensi) della Siria, per sradicare gli jihadisti e porre fine alla guerra.
L’ambasciatore degli Stati Uniti in Siria, James Jeffrey, ha sostenuto che la decisione del presidente Trump di mantenere una presenza militare in Siria non è incompatibile con il ritiro delle (...)

Intervenendo alla tribuna della 73^ sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, il vice-primo ministro siriano, Walid Al-Moallem, ha esortato al ritiro immediato delle forze d’occupazione statunitensi, francesi e turche .
La dichiarazione di Al-Moallem segue l’attacco congiunto britannico-franco-israeliano e l’abbattimento di un aereo di ricognizione russo. Ora la Russia sta consegnando a ritmo serrato materiale militare d’interferenza e di sorveglianza, nonché batterie antiaeree S-300. Gli (...)

Lo scontro di Laodicea potrebbe sfociare in una redistribuzione complessiva delle carte a livello mondiale. Per due motivi, uno dei quali, il secondo, viene nascosto al pubblico occidentale. La prima ragione è che lo scontro è costato la vita a 15 soldati russi; la seconda è che nell’incidente sono coinvolti non soltanto Israele, ma anche Regno Unito e Francia. Si tratta della crisi potenzialmente più pericolosa degli ultimi 60 anni. La questione adesso è capire se il presidente Trump, in piena campagna elettorale per le legislative, sarà in grado di appoggiare il presidente Putin, affinché Stati Uniti e Russia possano sanzionare le potenze coloniali, come insieme fecero nel 1956, durante la crisi di Suez.

Entro due settimane la Federazione Russa consegnerà alla Siria batterie di difesa antiaerea S-300, nonché sistemi di controllo automatizzati moderni per le postazioni di comando della difesa antiaerea, presenti unicamente nell’arsenale delle forze armate russe.
Il modello degli S-300 non è stato specificato. Nel 2013 la Federazione Russa aveva promesso alla Siria degli S-300-V4, che però non aveva consegnato per non mettere a repentaglio il dominio aereo israeliano.
Il ministro della Difesa (...)

Le forze armate russe stanno svolgendo al largo della Siria una vasta esercitazione militare che durerà fino al 26 settembre 2018. Di conseguenza, le vie aeree e marittime sono state temporaneamente chiuse.
L’esercitazione segue l’abbattimento, il 17 settembre 2018, di un aereo militare russo durante un attacco congiunto britannico-franco-israeliano.
Al termine dell’esercitazione la Russia potrebbe proporre alla Siria l’adozione di nuove regole di esclusione aerea e (...)

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