Un crescente numero di giovani tunisini, reclutati dagli islamisti radicali, e finanziati e armati dai servizi speciali di Stati Uniti, Francia, Qatar e Regno Unito, si trova in Siria, dove rafforzano i Contras nel tentativo di porre fine allo stato siriano.

Questo è il caso di Sami, un giovane tunisino di 21 anni, fatto prigioniero in Siria e i cui genitori, Mehrez e Latifah, ancora non capiscono come sia diventato un jihadista senza che lo notassero. "Un anno fa, Sami era abituato a pregare. Essendo io stesso una musulmana, ero felice e ho pensato che fosse una buona cosa. Puٍ essere che da quel momento abbia cominciato ad andare in moschea, dove puٍ avere sentito qualcosa che l’ha incoraggiato a partire per la Siria", ha detto la madre di Sami a RussiaToday.

Rapporti ufficiali indicano che su 5000 moschee tunisine, circa 400 sono sotto il controllo degli islamisti radicali, che spingono i loro seguaci alla jihad all’estero.

Sami aveva detto una volta sua madre che era a una conferenza in Libia, dove avrebbe dovuto trascorrere solo 7 o 10 giorni. Durante la prima settimana dopo la sua partenza, Sami aveva telefonato tutti i giorni. "Ci aveva promesso di tornare in Tunisia, ma non è mai arrivato", ha detto il padre. Non fu che nella primavera del 2012 che Mehrez e Latifah hanno riconosciuto loro figlio nelle immagini di una stazione televisiva siriana, tra i membri di un gruppo armato dei Contras catturati dall’esercito arabo siriano.

Gli investigatori delle Nazioni Unite riferiscono che stranieri di almeno 29 paesi si trovano tra le file dei Contras coinvolti nei combattimenti in Siria. Arrivano soprattutto sunniti dai paesi vicini, ma ci sono anche statunitensi ed europei.

"Sappiamo che da 10 anni vi sono tunisini nella maggior parte dei gruppi terroristici. Sono in carcere in Belgio e altri sono stati uccisi in Afghanistan", ha detto Hamma Hammami, portavoce del Partito Comunista degli Operai di Tunisia. Hammami è del parere che le autorità tunisine siano ben consapevoli del fatto che molti tunisini siano partiti di recente per unirsi ai Contras in Siria.

Dopo aver ricordato che queste persone "vanno prima in Libia e poi arrivano in Siria attraverso la Turchia", ha detto che, secondo le stime, "più di 100 tunisini sono stati uccisi nei combattimenti in Siria".

Fonte: Russia Today

Traduzione di Alessandro Lattanzio