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La riorganizzazione della base USA di Camp Darby (Italia) maschera il passaggio di forze speciali italiane sotto il comando USA. Questo sistema fu già sperimentato in passato: permise la creazione di Gladio, il servizio per le operazioni segrete della NATO in Italia. Da dicembre 2015 (articolo 7bis della legge 198), il presidente del Consiglio italiano ha la possibilità di perseguire operazioni militari con operazioni d’intelligence. Questa notizia è un’ulteriore conferma dell’ipotesi che abbiamo annunciato due mesi fa: la NATO sta preparando un’ondata di attentati in Europa.

È da quando era primo ministro Silvio Berlusconi che l’Italia cerca di avvicinarsi alla Russia, con la quale ha numerosi interessi in comune. Tuttavia queste premesse non sfociano in misure concrete, essendo l’Italia membro della NATO e, a questo titolo, costretta a essere nemica della Russia.

Contrariamente alle dichiarazioni ufficiali e ai commenti dei diversi partiti politici, non vi è vera opposizione alle spese del nuovo governo italiano. Le formazioni politiche, nessuna esclusa, sostengono invece l’aumento delle spese militari, benché la situazione non lo esiga.

Dopo la riorganizzazione del 2012, la base USA in Italia di Camp Darby non accoglie più gli ospedali da campo per il Medio Oriente. È diventata sia un vasto magazzino che rifornisce gli empori delle altre basi americane occidentali, sia un gigantesco arsenale. Lungi dall’essere ridimensionato come annunciato, il campo non smette d’ingrandirsi.

Alla fine della seconda guerra mondiale le truppe alleate occuparono il continente europeo. Francia e Russia le hanno ritirate, Stati Uniti e Regno Unito invece continuano a mantenere parte delle loro forze armate in Europa. In previsione di una guerra mondiale contro Cina e Russia, il Pentagono utilizza da un anno le numerose basi statunitensi in Italia per incrementare in modo massiccio lo stoccaggio di armi in Europa, bombe atomiche incluse.

Il 21 luglio 2018, ricevendo il primo ministro italiano Giuseppe Conte, il presidente Donald Trump ha ufficialmente confermato di riconoscere il ruolo preminente dell’Italia in Libia.
In questo modo la Casa Bianca scalza gli sforzi dell’Eliseo per impadronirsi del petrolio libico.
Durante la guerra dell’amministrazione Obama contro la Libia, il primo ministro italiano dell’epoca, Silvio Berlusconi, fu l’unica personalità politica occidentale a tentare di difendere la Guida, Muammar Gheddafi. (...)

Le autorità italiane non hanno organizzato la consueta grande parata militare per celebrare il 72° anniversario della repubblica. Non era auspicabile, giacché l’Italia – violando la propria Costituzione – è impegnata, con discrezione, in oltre 20 missioni militari nel mondo e continua a espanderle, a vantaggio della NATO, dunque degli Stati Uniti.

Contrariamente da come si presenta, il nuovo “governo del cambiamento” italiano non è affatto “anti-sistema”: certamente vuole mettere in discussione il funzionamento dell’Unione Europea, ma non metterà soprattutto a rischio la sudditanza dell’Italia agli Stati Uniti, via NATO. Le strutture militari atlantiche resteranno al loro posto, mentre i proclami sull’avvicinamento alla Russia, per esempio, resteranno lettera morta.

Manlio Dinucci traccia il bilancio di settant’anni di relazioni dell’Italia con gli Stati Uniti e la Nato. Trascurando le vicende del terrorismo sotto sotto falsa bandiera, orchestrato dalla NATO sul suolo italiano durante gli anni di piombo, Dinucci si limita a rilevare esclusivamente lo schieramento delle forze armate italiane a fianco dell’”alleato”; una storia che parla da sola.

Il Governo, che nel periodo elettorale resta in carica per il «disbrigo degli affari correnti», sta per assumere altri vincolanti impegni nella NATO per conto dell’Italia. Saranno ufficializzati nel Consiglio Nord Atlantico, che si svolge il 14-15 febbraio a Bruxelles a livello di ministri della difesa (per l’Italia, Roberta Pinotti).
L’agenda non è stata ancora comunicata. È però già scritta nella «National Defense Strategy 2018», che il segretario USA alla Difesa Jim Mattis ha rilasciato il 19 (...)

Che cosa avverrebbe se caccia russi Sukhoi Su 35, schierati nell’aeroporto di Zurigo a una decina di minuti di volo da Milano, pattugliassero il confine con l’Italia con la motivazione di proteggere la Svizzera dall’aggressione italiana? A Roma l’intero parlamento insorgerebbe, chiedendo immediate contromisure diplomatiche e militari. Lo stesso parlamento, invece, sostanzialmente accetta e passa sotto silenzio la decisione Nato di schierare 8 caccia italiani Eurofighter Typhoon nella base di (...)

I governanti europei — dalla rappresentante esteri della Ue Mogherini al premier Gentiloni, dal presidente Macron alla cancelliera Merkel — hanno preso formalmente le distanze dagli Usa e da Israele sullo status di Gerusalemme. Si sta creando una frattura tra gli alleati?
I fatti mostrano il contrario. Poco prima della decisione di Trump su Gerusalemme capitale di Israele, quando già essa era preannunciata, si è svolta la Blue Flag 2017, la più grande esercitazione internazionale di guerra (...)

Grandi opere sul nostro territorio, da nord a sud. Non sono quelle del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di cui tutti discutono, ma quelle del Pentagono di cui nessuno discute. Eppure sono in gran parte pagate con i nostri soldi e comportano, per noi italiani, crescenti rischi.
All’aeroporto militare di Ghedi (Brescia) parte il progetto da oltre 60 milioni di euro, a carico dell’Italia, per la costruzione di infrastrutture per 30 caccia Usa F-35, acquistati dall’Italia, e per 60 (...)

Gli abitanti del quartiere di Centocelle, a Roma, protestano a ragione per l’impatto del costruendo Pentagono italiano sul parco archeologico e la sua area verde (il manifesto, 29 ottobre).
C’è però un altro impatto, ben più grave, che passa sotto silenzio: quello sulla Costituzione italiana. Come abbiamo già documentato sul manifesto , il progetto di riunire i vertici di tutte le forze armate in un’unica struttura, copia in miniatura del Pentagono statunitense, è parte organica della (...)

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