il presidente Trump ha stabilito un termine di 90 o 180 giorni, secondo i settori, entro cui gli Stati e le imprese private dovranno cessare ogni attività con l’Iran.
  Le sanzioni per la metallurgia, la moneta, il debito e i prodotti automobilistici saranno applicabili dal 7 agosto.
  Le sanzioni per i settori bancario e petrolifero saranno applicabili dal 5 novembre.

Dall’Unione Europea si sono alzate alcune voci che sollecitano esenzioni, perlomeno per i contratti già firmati (Airbus, Lufthansa, Peugeot, Siemens, Total, ecc.).

Altri Paesi membri chiedono all’Unione di attivare il sistema di blocco, studiato nel 1990 per opporsi alle sanzioni unilaterali degli Stati Uniti contro Cuba. In tal caso, le società europee che obbedissero a Washington sarebbero sanzionate da Bruxelles, mentre nessun tribunale commerciale non europeo sarebbe riconosciuto competente in queste materie dall’Unione Europea. Tuttavia, nessuno sa se questo meccanismo sarebbe ancora oggi efficace, né quale sarebbe la risposta degli Stati Uniti.

Del resto, la metà degli scambi commerciali dell’Iran avviene oggi con l’India e la Cina. Non si sa quale sarà la reazione indiana, ma è molto improbabile che la Cina si pieghi alle esigenze degli Stati Uniti.

Inoltre, il dipartimento del Tesoro statunitense ha adottato sanzioni contro imprese e personalità degli Emirati Arabi Uniti che avevano favorito l’aggiramento del precedente embargo contro l’Iran. Il porto di Dubai deve la sua prosperità all’aggiramento di queste sanzioni.

Traduzione
Rachele Marmetti