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USA: amministrazione Trump
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La grazia concessa dal presidente Trump al proprio ex consigliere per la sicurezza nazionale, generale Michael Flynn, sembra un sostegno a QAnon, un gruppo collegato in apparenza a quest’ultimo. Anche la destituzione di alcuni leader del Pentagono sembra rispondere agli obiettivi del generale Flynn.

L’ex inviato speciale del presidente Donald Trump per la Siria e contro Daesh, James Jeffrey, a una settimana dalla rimozione dall’incarico ha concesso un’intervista a Defense One ove spiega di aver battagliato aspramente per mantenere le truppe d’occupazione in Siria e dichiara di aver mentito, insieme a generali del Pentagono, sul numero dei soldati presenti in Siria: Trump aveva acconsentito a lasciarvi 200 soldati per prevenire attacchi a pozzi di petrolio, Jeffrey e il Pentagono ne (...)

In piena contestazione dei risultati elettorali il presidente Donald Trump ha cominciato a ripulire il Pentagono dai capi della ribellione. Prima vittima: il segretario alla Difesa, che ha continuato a mentire per nascondere gli obiettivi reali degli ufficiali più alti in grado.

Il trattato Israele-Emirati scombussola la retorica sul Medio Oriente e rende possibile una pace arabo-israeliana. Interrompe l’inesorabile erosione dei territori arabi da parte di Israele e stabilisce relazioni diplomatiche tra Israele e il leader del mondo arabo. Se si è disposti a esaminare senza pregiudizi una situazione ove paura, violenza e odio provocano manifeste ingiustizie non si può non prendere atto che l’iniziativa del presidente Donald Trump sblocca un conflitto esasperato, che perdura da 27 anni. È stata immediatamente presentata la candidatura di Trump al premio Nobel per la pace.

Mentre il dipartimento di Giustizia USA lascia cadere tutte le accuse contro l’ex direttore della DIA (Defense Intelligence Agency), nonché effimero consigliere per la Sicurezza Nazionale, generale Michael Flynn, uno dei suoi stretti collaboratori, Ezra Cohen-Watnick (a sinistra nella foto), dovrebbe essere nominato assistente aggiunto del segretario alla Difesa. Sarà incaricato della lotta agli stupefacenti e alle minacce globali (deputy assistant secretary of defense for conternarcotics and (...)

Mentre la maggior parte delle persone è assorbita dalle misure per diluire nel tempo gli effetti dell’epidemia, i Saud rimettono in discussione la potenza del loro protettore, gli Stati Uniti. La prova di forza che oppone Riad e Washington scombussolava l’economia mondiale già da prima della propagazione del COVID-19. L’intenzione di prendere il controllo del petrolio saudita e venezuelano sembra aver indotto il presidente Trump a stringere nuove alleanze.

Solo contro opposizione, amministrazione, alleati, il presidente Trump non sembra in grado mettere in atto gli impegni presi in campagna elettorale. Tre anni dopo l’elezione, la Camera dei Rappresentanti ha avviato una procedura di destituzione perché il presidente combatte la corruzione degli avversari.

Il presidente Trump ha designato Robert C. O’Brien nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, in sostituzione di John Bolton. La nomina non va sottoposta all’approvazione del Congresso.
Robert O’Brien è avvocato e diplomatico. Ha lavorato sia per le amministrazioni democratiche sia per le repubblicane succedutesi dal 1996. Nell’amministrazione Trump, O’Brien è stato fino a oggi incaricato per i negoziati riguardanti gli ostaggi USA detenuti all’estero. In tale veste ha svolto un ruolo di primo (...)

Durante la campagna elettorale il presidente Trump aveva molto promesso in campo internazionale. È riuscito a realizzare poche cose, fuorché la fine del sostegno degli Stati Uniti a Daesh. Nonostante l’ostilità dell’apparato amministrativo, Trump si sta muovendo contemporaneamente su più fronti, nell’intento d’imporre il proprio punto di vista, così da poter rivendicare un cambiamento radicale al momento di ripresentarsi agli elettori.

Gli accadimenti in Venezuela e l’escalation della tensione fra Washington e Teheran sono stati presentati dalla stampa USA in modo fallace. Le dichiarazioni contraddittorie delle diverse parti negano ogni comprensione degli eventi. Per cui è importante approfondire l’analisi dopo aver verificato i fatti e completare il quadro con la disamina della contrapposizione fra le diverse correnti politiche dei Paesi coinvolti.

Dopo il Trattato di Maastricht, tutti i membri dell’Unione Europea, compresi i Paesi neutrali, hanno posto le proprie difese nazionali sotto la sovranità della NATO, organismo diretto esclusivamente dagli Stati Uniti. Per questa ragione, quando il Pentagono delega al dipartimento del Tesoro il compito di assediare economicamente il Paese da abbattere, tutti i membri di Unione Europea e NATO sono costretti ad applicare le sanzioni USA.

Gli Stati Uniti sono diventati i primi produttori mondiali di idrocarburi. Già ora sfruttano la posizione dominante esclusivamente per massimizzare i profitti, senza esitare a eliminare i grandi produttori rivali, sia pure a prezzo di precipitare intere popolazioni nella miseria. L’accesso al petrolio fu in passato, con Carter, Reagan e Bush senior, un bisogno vitale dell’economia; con Clinton fu un mercato da manovrare; con Bush junior e Obama una risorsa in via di esaurimento di cui controllare il rubinetto. Con Trump gli idrocarburi sono tornati a essere l’oro nero. Thierry Meyssan ripercorre le evoluzioni di questo sanguinoso mercato.

Mentre i ministri degli Esteri dei Paesi della NATO celebravano a Washington il 70° anniversario dell’Alleanza, il presidente Donald Trump riceveva il vice-primo ministro cinese Liu He.
Durante la conferenza stampa prima dell’incontro ufficiale, il presidente Trump ha colto tutti di sorpresa alludendo alla possibilità di negoziare con Cina e Russia una riduzione delle spese nucleari .
I ministri degli Esteri della NATO hanno invece ricordato il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato sulle (...)

Il segretario di Stato Mike Pompeo, ex dirigente del fabbricante di componenti per l’industria petrolifera Sentry International, ha chiesto agli ex colleghi di cooperare per la messa in atto della politica energetica statunitense. Questa sollecitazione coincide con il momento in cui gli Stati Uniti sembrano essere diventati, nel giro di undici anni, il primo produttore mondiale di idrocarburi, sopravanzando Arabia Saudita e Russia, grazie al petrolio e al gas di scisto.
Il 12 marzo 2019, (...)

All’indomani degli attentati dell’11 Settembre, il segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, e il suo consigliere Arthur Cebrowski definirono la necessità per il Pentagono di dominare completamente il campo di battaglia mondiale (Full-spectrum dominance), in modo da assicurare l’unipolarità del mondo. È esattamente quanto gli Stati Uniti stanno cercando di fare oggi.
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