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Alto-Karabakh: la vittoria di Londra e Ankara, la disfatta di Soros e degli armeni
di
Thierry Meyssan

Nella guerra dell’Alto-Karabakh gli alleati britannici hanno superato il Pentagono, il pianificatore del conflitto. Nessuna delle grandi potenze s’è preoccupata delle morti che ne sarebbero seguite. Alla fine, Londra e Ankara hanno riannodato la loro storica alleanza, Washington e Mosca non hanno ottenuto nulla, mentre Soros e gli armeni hanno perso molto.

Il presidente Vladimir Putin ha imposto l’interposizione d’una forza di pace russa tra l’Azerbaijan e l’Armenia. Il cessate-il-fuoco totale è entrato in vigore alla mezzanotte del 10 novembre 2020 .
Si tratta di una pesante sconfitta per gli armeni dell’Artsakh e dell’Armenia, che pagano il fatto di non aver capito che quanto accadde nel 2018 fu un colpo di Stato.
L’Armenia, il cui primo ministro, Nikol Pashinyan, è arrivato al potere grazie a una rivoluzione colorata organizzata dallo (...)

Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, portato al potere con il colpo di Stato di maggio 2018 (la “rivoluzione dolce”) organizzato dallo speculatore George Soros, approfitta della guerra per neutralizzare l’opposizione.
Ha ordinato infatti l’arresto al fronte del generale Arthur Vanetsyan, ex capo della Sicurezza Nazionale (2018-19), nonché capo dell’opposizione. Vanetsyan si trova ora nei locali della polizia per essere interrogato.
I partigiani di Geroge Soros accusano Vanetsyan di essere (...)

Il 27 ottobre 2020, in una riunione dei parlamentari del suo partito ad Ankara, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato di aver informato il presidente russo Vladimir Putin che l’Armenia ha fatto ricorso a forze mercenarie .
Citando l’Organizzazione Nazionale d’Intelligence (Millî İstihbarat Teşkilatı – MİT), Erdoğan ha affermato che sono stati mandati in Armenia circa duemila combattenti del PKK (Partiya Karkerên Kurdistan).
Il primo ministro armeno, Nikol Pachinian, ha conquistato (...)

Il terzo cessate-il-fuoco in Alto Karabakh, questa volta negoziato a Washington, il 26 ottobre 2020 è durato soltanto un’ora. Entrato in vigore alle 8 del mattino, alle 9 non era più in vigore.
Come i precedenti – quello negoziato a Mosca il 10 ottobre e quello negoziato a Parigi il 18 ottobre – sembra sia stato violato dall’Azerbaigian.
La guerra in Karabakh è iniziata il 27 settembre, esattamente un mese fa. Il “gruppo di Minsk” dell’OSCE è co-presieduto da Stati Uniti, Francia e Russia. Ognuna (...)

Il 25 ottobre 2020, intervistato da Face the Nation (CBS), il consigliere per la sicurezza nazionale USA, Robert O’Brien, ha confermato che l’Armenia ha accettato il cessate-il-fuoco imposto dall’OSCE [Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa], mentre l’Azerbaigian continua a non farlo.

Il 21 ottobre 2020 la marina nazionale greca ha mobilitato una sessantina di navi per proteggere le isole del mar Egeo in caso di attacco turco.
Il vicepresidente della Duma russa, Konstantin Zatulin, ha alluso a un possibile sbarco russo contro gli jihadisti in Azerbaigian. La marina russa ha iniziato il 16 ottobre esercitazioni al largo di Baku.
Il vicepresidente turco, Fuat Oktay, ha pubblicamente considerato la possibilità di un intervento militare del proprio Paese a difesa dei (...)

Il 21 ottobre, a fine mattinata, il presidente armeno Armen Sarkissian ha lasciato Erevan per Bruxelles, dove sarà ricevuto dal segretario generale della NATO, dall’alto rappresentante della UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nonché dal presidente della UE.
Quest’incontri avverranno in concomitanza con la riunione del 22 e 23 ottobre dei ministri della Difesa della NATO, nella sede dell’Alleanza.
Armen Sarkissian ha doppia nazionalità, armena e (...)

F-16 turchi in Azerbaigian il 2 ottobre 2020 (foto satellitare pubblicata dal New York Times)
L’8 ottobre 2020 il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha ammesso sulla CNN che F-16 turchi stazionavano all’aeroporto di Ganja, dopo esercitazioni militari comuni azero-turche. Ha smentito che gli aerei avessero partecipato ai combattimenti e che il 29 settembre avessero abbattuto un Sukhoi-25 armeno.
Gli Occidentali hanno iniziato a esortare la Turchia a «non intervenire nel conflitto in (...)

In risposta all’appello del presidente della Federazione di Russia V. V. Putin e conformemente agli accordi fra il presidente della Federazione di Russia V. V. Putin, il presidente della Repubblica d’Azerbaigian I. G. Aliyev e il primo ministro della Repubblica d’Armenia N. V. Pashinyan, le parti hanno convenuto le seguenti misure:
1. Un cessate-il-fuoco a partire dalle ore 12.00 del 10 ottobre 2020 a fini umanitari, per consentire lo scambio di prigionieri di guerra e di altri detenuti, (...)

In videoconferenza con il generale Valery Gerasimov, capo di stato maggiore delle forze armate, il 7 ottobre 2020 il presidente Vladimir Putin ha confermato che, in caso di attacco all’Armenia, la Russia terrà fede ai propri impegni.
L’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettivo (OTSC) è il corrispettivo russo della NATO. Ne fanno parte Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan. A differenza della NATO, sorta di Legione straniera al servizio di Stati Uniti e (...)

Il conflitto dell’Alto Karabakh nasce certamente dalla dissoluzione dell’URSS, ma è stato rilanciato per volere del presidente turco. È poco probabile che Erdoğan abbia preso l’iniziativa senza prima informarne Washington. Lo fece anche il presidente iracheno Saddam Hussein prima d’invadere il Kuwait, cadendo per ambizione nella trappola e provocando così la propria caduta.

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha adottato una risoluzione che fa un bilancio del genocidio armeno (H.Res.296 Affirming the United States record on the Armenian Genocide).
Il testo non è una legge sulla memoria: non mira a stabilire una verità storica né a designare colpevoli, ancor meno ad aprire varchi per risarcimenti riparatori. È una mozione politica per affermare che gli Stati Uniti, durante il genocidio, vi si sono opposti e ora si dissociano dal negazionismo turco.
Una (...)

La delegazione russa alle Nazioni Unite ha detto che il Consiglio di Sicurezza s’è rifiutato di commentare l’attacco su Qasab, a dimostrazione del sostegno di molti suoi membri ad al-Qaida.
Il 21 marzo, l’esercito turco è entrato in territorio siriano per infiltrare centinaia di jihadisti di Jabhat al-Nusra (al-Qaida) ed Esercito dell’Islam (pro-saudita).
Hanno preso la città di Qasab, popolata da discendenti dei sopravvissuti siriano-armeni alla strage turca del 1915. Quando l’Esercito arabo (...)

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